Sorvolo, 97

L’Espionage Act non distingue tra rivelazioni alla stampa nel pubblico interesse, e vendere segreti a nemici stranieri per profitto personale. Quindi, ai sensi dell’Espionage Act, non è una difesa se l’informazione che è stata rivelata non avrebbe dovuto essere nascosta in primo luogo, o che fosse impropriamente classificata come riservata; non è una difesa se la diffusione fosse nel pubbico interesse, che abbia portato a delle riforme. Persino se il tribunale stabilisse che i programmi che sono stati rivelati fossero illegali o incostituzionali, questo non è comunque una difesa ai sensi dell’Espionage Act. … Quindi, quando diciamo che il processo non sarebbe equo … Stiamo dicendo che la legge in sè stessa, essenzialmente, elimina qualunque tipo di difesa che Snowden potrebbe riuscirre a produrre, ed essenzialmente lo equiparerebbe ad una spia. … E penso che ci rendiamo tutti conto … che come questo potrebbe risolversi probabilmente dipende per il 95% dalla politica e per il 5% dalla legge.» Ben Wizner, avvocato di Snowden appartenente all’ACLU (Unione Americana per le Libertà Civili)
«Cosa pensi stiano facendo ai giornalisti, quelli di noi che stanno lavorando direttamente con i documenti di Snowden? Come pensi sarà il loro approccio nei riguardi delle persone come noi? Siete su una lista con copertura di ferro. Il che significa che qualsiasi dispositivo elettronico usiate, che possano ricollegare a voi, registrano e catturano tutti i dati. E cosa fanno con quei dati? Proveranno solo a capire cosa stiamo facendo? Beh, quella à una parte, ma l’altra parte, prioritaria per loro, è trovare le fonti delle informazioni che ricevete. Quindi, se avessi una fonte confidenziale che mi stia fornendo informazioni da whistleblower, e lavorasse per il governo statunitense, e fosse preoccupato per quella che percepisce come violazione della Costituzione, e si mettesse in contatto con me... Da qui in poi, lo inchioderebbero ed inizierebbero ad osservare qualunque cosa facesse. E se iniziasse a far trapelare dati, sono sicuro che lo toglierebbero dalla circolazione.» William Binney, intervistato da Jeremy Scahill, giornalista

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