Sorvolo, 156

“Solo tre mesi prima dell’apertura dell’assemblea costituente, [George] Washington espresse le sua ragioni per respingere il concetto di denaro fiat. In risposta alla rimostranza che non ci fosse abbastanza moneta aurea per soddisfare le necessità del commercio, rispose: «La necessità che emerge da una domanda di monete viene rappresentata come maggiore di quanto essa sia in realtà. Io sostengo che è dalla sostanza, e non dall’ombra di una cosa, che noi abbiamo a beneficiare. La saggezza dell’uomo, secondo il mio modesto parere, non può in questo momento concepire un piano per il quale il credito del denaro di carta verrebbe sostenuto a lungo; conseguentemente, il deprezzamento tiene il passo con la quantità dell’emissione, e gli articoli per i quali esso viene scambiato aumentano in misura superiore del valore del denaro che sprofonda. In che modo, quindi, l’agricoltore, il colono, l’artigiano sono beneficiati? Un male egualmente grande è la porta che questo apre immediatamente alla speculazione, per via della quale la parte meno intrigante, e forse di maggior valore, della comunità viene depredata dai più scaltri ed ingegnosi speculatori.»
Questa era la visione prevalente della grande maggioranza dei delegati all’assemblea costituente. Essi erano irremovibili nel loro proposito di creare una costituzione che impedisse a qualsiasi stato, e specialmente al governo federale stesso, di emettere mai più denaro fiat. E lo dissero in termini inequivocabili.
Oliver Ellsworth del Connecticut, che più tardi sarebbe diventato il nostro terzo Chief Justice della Corte Suprema, disse: «Questo è un momento favorevole per chiudere e sbarrare la porta al denaro di carta. Il danno dei vari esperimenti che sono stati fatti ora è fresco nella mente del pubblico ed ha suscitato il disgusto di tutte le parti dispettabili dell’America.»
George Mason della Virginia disse ai delegati di avere un «odio mortale per il denaro di carta.» In precedenza, aveva scritto a George Washington: «Potrebbero approvare una legge per emettere denaro di carta, ma venti leggi non faranno sì che il popolo lo accetti. Il denaro di carta è fondato sulla frode e sulla furfanteria.»

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