Sorvolo, 121

Ma era chiaro anche che un incremento della ricchezza per tutti minacciava la distruzione — senz’altro in alcuni casi si trattava della distruzione — di una società gerarchica. In un mondo nel quale ciascuno lavorasse poche ore, avesse abbastanza da mangiare, vivesse in una casa con un bagno ed un frigorifero, e possedesse un’automobile o persino un aeroplano, la forma più ovvia e forse la più importante di disuguaglianza sarebbe già sparita. Se questo fosse divenuto generale, la ricchezza non avrebbe conferito alcuna distinzione… Una tale società non avrebbe potuto rimanere stabile a lungo. Perché se tutti godevano del tempo libero e della sicurezza allo stesso modo, la grande massa degli esseri umani che normalmente sono intontiti dalla povertà sarebbero divenuti istruiti ed avrebbero imparato a pensare per conto proprio, ed una volta che avessero fatto ciò, prima o poi si sarebbero resi conto che la minoranza privilegiata non ha alcuna funzione, e l’avrebbero spazzata via. A lungo andare, una società gerarchica era possibile solamente sulla base della povertà e dell’ignoranza…
L’atto essenziale della guerra è la distruzione, non necessariamente di vite umane, ma dei prodotti del lavoro umano. La guerra è un modo di fare a pezzi, o di riversare nell’atmosfera, o di affondare nelle profondità del mare, materiali che altrimenti avrebbero potuto venire usati per rendere le masse troppo agiate, e quindi, a lungo andare, troppo intelligenti…» …
Ancora una volta, è chiaro che la cupa narrazione di Orwell era un modello primario per il Rapporto da Iron Mountain. Gli autori di quel piano per il nostro futuro hanno parlato a lungo del valore dello spreco pianificato come di un mezzo per impedire che le masse migliorino il loro standard di vita. Hanno scritto:
«La produzione di armi di distruzione di massa è sempre stata associata allo "spreco" economico. Il termine è peggiorativo, dato che implica un fallimento nella funzione. Ma nessuna attività umana può essere considerata propriamente inefficiente se raggiunge il suo obiettivo contestuale… Nel caso dello "spreco" militare, v’è senz’altro un’utilità sociale più ampia…

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