Sorvolo, 110

“Le migrazioni progettate a scopo coercitivo sono «quei movimenti di popolazioni attraverso dei confini che vengono deliberatamente create o manipolate allo scopo di indurre uno o più stati bersaglio a concessioni politiche, militari e/o economiche.» … È probabile, almeno in parte in conseguenza della sua natura integrata e spesso camuffata, che la sua prevalenza sia stata anche generalmente misconosciuta ed il suo significato sottostimato. …
Infatti, solo dall'avvento della Convenzione delle Nazioni Unite sui Rifugiati del 1951, ben oltre quaranta gruppi di persone deportate sono stati usati come pedine in almeno cinquantasei tentativi discreti di migrazioni progettate a scopo coercitivo. …
Non cogliere la relativa pervasività di un'arma politica frequentemente impiegata può impedire attivamente la capacità sia degli studiosi che dei legislatori di comprendere, combattere e rispondere alle minacce potenziali, come pure di proteggere coloro che sono vittime del suo impiego.
… Come più in generale la politica su immigrazione e rifugiati, le crisi migratorie reali e minacciate tendono a spezzare la società in (almeno) due gruppi reciprocamente antagonisti e spesso altamente mobilitati: il campo pro−rifugiati/migranti ed il campo anti−rifugiati/migranti. Cosa significhi essere pro− o anti−rifugiati/migranti varia a seconda del bersaglio e della crisi. La morale della favola è che, siccome i bersagli non possono soddisfare simultaneamente le pretese sia di accettare che di respingere un dato gruppo di migranti o rifugiati, i leader che si trovano di fronte interessi altamente mobilitati ed altamente polarizzati possono ritrovarsi in un vero dilemma, in cui potrebbe essere impossibile soddisfare le pretese di un campo senza alienarsi l'altro.
… In condizioni simili, i leader potrebbero avere forti incentivi a livello nazionale a cedere alle pretese dei ricattatori a livello internazionale. …
Infatti, gli aspiranti ricattatori spesso fanno di più che sfruttare semplicemente l'eterogeneità esistente negli stati bersaglio. Essi potrebbero anche mirare ad incrementare la vulnerabilità del bersaglio nel corso del tempo agendo in modi studiati per catalizzare direttamente o indirettamente una maggiore mobilitazione, per alzare il grado di polarizzazione fra i gruppi, e ridurre in tal modo le opzioni politiche disponibili praticabili dai bersagli. …
In altre parole, gli aspiranti ricattatori possono impegnarsi efficacemente – con l'assistenza (spesso involontaria) del campo pro−rifugiati/migranti – in una specie di intrappolamento agevolato dalla normativa, in cui le norme umanitarie vengono usate come randelli coercitivi, tanto dagli attori con motivazioni di interesse proprio, egoistiche, quanto da coloro con fini più altruisti, spesso simultaneamente.”
Kelly M. Greenhill, Armi di migrazione di massa

Sorvolo