Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 43

Ci è stato detto ed insegnato ripetutamente, da predecessori più saggi, che inesorabilmente iniziamo a curarci delle questioni giusto un filo troppo tardi, e sono saggi a causa dell’effetto valanga: tanto più permetti ad una minaccia di crescere, tanto più forte essa diventa e più difficile da sconfiggere. È stato detto che è meglio fermare i cattivi quando sono ancora piccoli… ecco dove sta l’importanza della nostra prontezza, risolutezza, determinazione contrapposta al nostro ritardo. E senz’altro quei precursori si riferivano in primo luogo alla nostra libertà: ci curiamo della nostra libertà – sempre che ce ne curiamo – quando è troppo tardi, quando è stata già rubata quasi tutta e recuperarla è un’impresa quasi disperata. Come mai questo ritardo?

Abbiamo una spregevole inclinazione a scimmiottare ed adottare le leggi dell’universo fisico; siamo entità superiori con una propensione all’auto−degradazione del comportarci come entità inferiori. E questo non è solo blasfemo, ma anche distruttivo. È blasfemo perché non siamo entità materiali – non quando esercitiamo le nostre facoltà, come minimo del minimo – quindi, quando ci declassiamo al livello inferiore delle cose materiali, questo è ciò che facciamo. Ma che dire delle conseguenze?
Nell’universo fisico c’è una legge che chiamiamo “la Legge della Domanda e dell’Offerta”, secondo la quale il valore di qualcosa è determinato da quanto scarso o abbondante è quel qualcosa. Citerò solo di passaggio che quando la nostra inclinazione sostituisce quel “qualcosa” con “qualcuno” apriamo la strada ad un fiume senza fondo di orrori, e lascerò a te l’elencare tanti esempi quanti ne puoi individuare di noi che agiamo su queste basi, ma ti invito ad osservare cosa accade quando si tratta di libertà: dato che valutiamo la libertà sulla base della sua abbondanza o scarsità, ecco che ciclicamente la storia si ripete, e quando avvertiamo che abbiamo un sacco di libertà – indipendentemente dal fatto che sia vera o già meramente messa in scena – ne facciamo crollare il valore e quindi continuiamo a trascurare la sequenza senza fine di restrizioni e perdite di libertà “minori”, così che quando alla fine ci svegliamo siamo ormai schiavi da molto tempo.

Dai difetti umanoidi al consenso manipolato