Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 2

E c’è un comun denominatore in esse: puoi chiamarlo sabotare la nostra attenzione, puoi chiamarlo effetto. Se ti rendi conto che una delle qualità vitali di ciascun individuo è la capacità di affrontare, allora ciò che hanno in comune tutti i nostri difetti ed i loro sfruttatori è minare la nostra capacità di affrontare, la nostra compostezza: distrarre, far perdere la concentrazione, rovinare, bloccare, fissare, disperdere, allontanare la nostra attenzione. Se hai riscontrato che più si è causa e meglio sarà per tutto, allora ciò che hanno in comune tutti i nostri difetti – e che fondamentalmente sono – è che ci rendono maggiormente effetto. E peggiori sono i nostri difetti più siamo effetto. Sino al punto di non farcela. Ed oltre.

Perciò ripassiamo qualche difetto umanoide, dato che praticamente tutto dipende dal fatto che riusciamo o no a sollevarci un po’ al di sopra della gabbia che formano. E, a proposito, l’aggettivo “umanoide” significa semplicemente che simili difetti non sono degni di qualifiche migliori. Mi rifiuto di etichettarli “umani” dato che questo apre la porta alla loro tolleranza, il che è esattamente quello che non dobbiamo fare, invece di affrontarli per quello che sono: le sbarre delle nostre gabbie, i chiodi nelle nostre bare.

Siamo incoerenti:

Ci comportiamo più come un’incoerente grappolo composito che come un’unità coerente. Un caseggiato i cui abitanti si conoscono molto poco. Quanto spesso ci siamo chiesti seriamente se stessimo avendo a che fare ogni volta con la stessa persona – o se persino ci fosse una persona degna di questo nome dentro quel composto umanoide? Indipendentemente da quanto siamo indulgenti nel giustificare questa molteplicità inconsapevole come “umana”, potrebbe valere la pena di menzionarla qui per prima perché essa sostiene molti altri difetti: meno siamo un’unità coerente, meno siamo consapevoli dei difetti in ciascun abitante nel nostro grappolo.

Dai difetti umanoidi al consenso manipolato