Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 6

Non siamo valutativi:

Ci manca tanto l’approccio quanto la vigilanza nell’individuare la tendenziosità nell’informazione. E la tendenziosità è individuabile in cosa, quando, come, ecc.: quali parti dell’informazione vengono fornite o trattenute, perché viene data adesso, come viene presentata, ecc. Invece, siamo inclini a giudicare il monaco dall’abito: il modo in cui ci presentano qualcosa determina il merito della nostra valutazione. Rifiuteremmo il valore di pi greco da un barbone e faremmo tesoro dello stesso valore da un presentatore, invece di mettere alla prova il dato e basta, in ambo i casi allo stesso modo.
Ma non ci sono limiti alla nostra pochezza, ed arriviamo persino al punto incredibile di condonare un trucco criminale invece di saltare al collo di chiunque osi commetterlo: quando qualcuno sta fraudolentemente spacciando per assodato quello che assodato in primo luogo non è, non ce ne accorgiamo nemmeno. Qualcuno ci presenta il punto A come premessa implicita del punto B, e noi diamo il punto A per scontato senza nemmeno renderci conto che è il punto A a dovere ancora venire dimostrato come vero in primo luogo.
Come risultato, i conquistatori dei media dominanti e dei programmi politici e pubblici presentano informazioni intenzionalmente scarse, e selezionate, e tendenziose, e sapientemente confezionate; e noi li mettiamo in grado di condurre una censura di secondo livello: possiamo avere qualunque opinione, ma non siamo consapevoli che qualcuno sta decidendo su che cosa possiamo avere un’opinione, e di cosa resteremo all’oscuro. La tendenziosità nel confezionamento è una scienza in sé, e conseguentemente è un peccato gravissimo pesare la confezione e persuadersi di avere pesato il contenuto.

Siamo impazienti:

Apparentemente privilegiamo la rapidità rispetto all’esattezza, cosa su cui si potrebbe discutere, dato che entrambe hanno dei vantaggi e ci sono casi in cui è preferibile l’una o l’altra. Ma la verità è ben diversa: non siamo proprio capaci di restare lì senza reagire abbastanza a lungo da essere in grado di ascoltare, di osservare, di pensare, di discernere, di renderci conto, di capire; proprio non riusciamo ad affrontare circostanze, cose, persone, idee, con la dovuta compostezza senza avvertire qualche tipo di pressione crescente che ci ordina di saltare per aria come mezzo per sfuggirle.

Dai difetti umanoidi al consenso manipolato