Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 37

Il risultato voluto dell’educazione dominante è meno valutazione critica e più accettazione passiva, è insegnarti a dimenticare la tua capacità di mettere assieme i pezzi ed a concentrarti sul diventare un miope specialista che si occupa unicamente del tuo pezzo, totalmente inconsapevole delle sue relazioni con il resto del puzzle. Non più un libero, autonomo pensatore, ricercatore, osservatore, valutatore; ora un mero esecutore provvidenzialmente dimentico dell’esistenza dei puzzle.
Un’ulteriore “conveniente” sfaccettatura di quest’oblio è attraverso la polverizzazione della responsabilità: quando il commettere un crimine, legalizzato o no che sia, è la decisione autonoma di un singolo o pochi individui, affrontare la propria coscienza e responsabilità è una questione difficilmente evitabile; ma quando quella decisione viene spezzettata in un numero abbastanza alto di decisioni abbastanza piccole e soprattutto miopi, l'occultamento del puzzle renderà possibile commettere crimini senza che la coscienza e la responsabilità se ne accorgano.
Un’altra sfaccettatura “conveniente” la si può vedere di tanto in tanto negli elogi dell’obbedienza cieca, enfatizzati in particolare su coloro che sono strumentali nell’agire da strumenti nelle mani dei pochi per opprimere i molti, quali coloro che indossano qualche tipo di uniforme: essi vengono educati ad essere orgogliosi dei paraocchi, del fidarsi e servire con una conoscenza limitata, così che quando serve possano venire portati a “proteggere” la gente sparandole, ed in perfetta buona fede.
Ma quando c’è in gioco la sopravvivenza di tutti noi, non esiste alcun diritto alla stupidità, non esiste alcun diritto all’ignoranza, non esiste alcun diritto al non affrontare. Non c’è nessuna scusa, nessun eludere, la verità è fondamentalmente semplice e non hai alcun posto dove nasconderti, niente dietro cui nasconderti: a chi stai essendo leale? Ad un cricca che sopprime il resto di noi, o a tutti noi?

Difficile sconfiggere la miopia sulla portata quand’essa non è che la matriosca esterna sostenuta da quelle al suo interno.

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