Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 24

Siamo emotivi:

Le emozioni sono una forma di energia che tende ad assorbirci. Non solo noi possiamo creare questa forma di energia, ma possiamo anche permetterle di crescere incontrollata ed inghiottirci, sino al punto in cui siamo intrappolati nel pensare che noi siamo emozione, invece di osservare che noi possiamo provare emozioni. La trappola sta nello spostamento da avere ad essere: dall’essere consapevoli di qualcosa come entità separata da noi al perdere quella consapevolezza e quella differenziazione.
Per i nostri scopi qui possiamo paragonare l’emozione ed il suo funzionamento ad un sovraccarico in un circuito elettrico: supponi che un complesso circuito elettronico, che controlla un complesso sistema, sia inondato da una scarica ad alto voltaggio, e poi immagina le conseguenze sul sistema controllato… beh, quello è l’effetto dell’emozione sul pensiero. Inoltre, un pensiero sopraffatto dall’emozione sta venendo relegato in una posizione di effetto – e sappiamo che le cose le si fanno andare bene o male in proporzione diretta a quanto si è causa o effetto.
Supponi di uscire per delle commissioni, e di imbatterti in un idiota che ti provochi per ragioni per te del tutto irrilevanti; se abbocchi alla provocazione, puoi ammucchiare tutte le ragioni che vuoi per cui l’hai fatto, ma il fatto nudo e crudo è che hai fatto ciò che qualcun altro voleva tu facessi: sei stato effetto. Se non hai abboccato, ed hai fatto in modo di mantenere o ritornare al tuo programma previsto, hai fatto ciò che volevi fare tu in primo luogo: sei stato causa. Questo è tutto.
Va benissimo usare le emozioni come benzina supplementare per avere più potenza alle ruote, fintantoché si rimane al volante. Venire sopraffatti al punto di giurare di essere stato tu per primo ad avere liberamente causato la sopraffazione e ad aver deciso il cambiamento nel tuo programma previsto per reagire è una cosa del tutto diversa. La parola reazione stessa dice tutto: una re−(trattino)−azione è un effetto e la causa è un’azione precedente. Per farla breve, quando veniamo sopraffatti da ostilità, collera, rabbia, dolore, risentimento, furtività, paura, afflizione, apatia, senso di morte e simili, da risorsa ci trasformiamo in zavorra per noi stessi ed i nostri simili, e la mossa più saggia è staccare la spina finchè non ne usciamo – una secchiata d’acqua fredda andrebbe benissimo –.

Dai difetti umanoidi al consenso manipolato