Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 34

È un’esperienza tremenda tuffarsi lucidamente in uno stato simile, ed osservare come laggiù cose separate possano diventare davvero la stessa cosa; è stato detto che noi siamo comprensione e perciò troviamo particolarmente difficile concepire stati di comprensione ridotta, ma quello è esattamente quello che stiamo affrontando qui, uno stato mentale in cui si può effettivamente considerare che, vale la pena di ripeterlo, cose diverse sono la stessa cosa – non simili, nota – la STESSA cosa: la cosa A non è che SOMIGLI soltanto alla cosa B; ora lo È. Un corto circuito mentale etichettato colloquialmente A=A, dove il segno di “uguale” diventa sempre più un segno “È” fra elementi una volta distinti che ora divengono sempre più la STESSA cosa: A=A, A=A=A, A=A=A=A, e così via in uno smottamento progressivo della ragione in un pozzo senza fondo di oscurità.

In precedenza abbiamo discusso come lo spostamento di personalità da vittima ad oppressore sigilli il coperchio della trappola della fonte potenziale di guai, ricordi? Bene, qui hai uno sguardo ravvicinato a come ha luogo anche quello. E ti chiedo di fare una pausa e ponderarlo per un momento. È uno stato di una tale ridotta comprensione, mentre invece noi siamo in primo luogo comprensione, che quando lo si osserva esso tende quasi a sollevarsi. Ma nondimeno esiste, e quanta gente assorbe, e per quanta parte delle loro vite, e con quante conseguenze sulle vite di noi tutti?

Già, perché quando lo osservi dal punto di vista della manipolazione, vedi quanto facile sia sfruttare la nostra specie di propensione a fare di ogni erba un fascio, quella sorta di proprietà transitiva del nostro giudizio: che tu voglia demonizzare o santificare qualcuno o qualcosa ai nostri occhi, tutto quel che devi fare mostrarcelo associato a qualcun altro o qualcos’altro di già per noi demoniaco o santo, insistere abbastanza a lungo e forte, e la connotazione negativa o positiva trasmigrerà ineluttabilmente nel bersaglio, aprendo la strada all’insorgere dei pregiudizi, degli anatemi, ed alla fine del taglio della comunicazione che ci impedirà di ispezionare che cosa c’è realmente lì in primo luogo.

Dai difetti umanoidi al consenso manipolato