Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 27

Più in generale, tutte le cose hanno una causa ed i nostri barcollamenti sono causati dalla nostra debolezza più dei fattori esterni, ed il fatto è che cediamo sotto pressione esterna. E sotto pressione cediamo anche inconsapevolmente. Questo ci rende controllabili, e controllarci è solo questione di: quanta pressione quanto a lungo ed in quale direzione per ottenere da noi quanto spostamento quanto a lungo e in quale direzione?
Perché i nostri spostamenti potrebbero benissimo essere temporanei, ma fintantoché servono gli scopi di coloro che li sfruttano, per loro va benissimo così. Mai sentito la “Shock and Awe Doctrine” – la “Dottrina del traumatizzare e soggiogare”? significa proprio questo: applicare ad una popolazione una pressione sufficiente abbastanza a lungo da indurla ad approvare leggi totalitarie soppressive contro sé stessa, ed una volta che sono approvate, chi se ne importa se barcolla indietro verso un barlume di consapevolezza di che cosa hanno fatto? Usare contro di essa le nuove leggi soppressive appena approvate non sarà soltanto un piacere per i soppressivi, ma anche la ragione ed il bersaglio stessi per cui hanno fatto approvare quelle leggi in primo luogo. La pressione può essere impulsiva o continua, può esserci un casus belli o una strategia della tensione: possono traumatizzarci e soggiogarci con eventi spaventosi concentrati in poco tempo, buttando giù un paio di torri gemelle a portata di mano, giusto come esempio, o con una serie di atti terroristici per anni, per mezzo di un paio di gruppi sovversivi altrettanto a portata di mano, giusto come altro esempio, ma questi sono solo dettagli tecnici; l’intero punto è che siamo inconsapevolmente inclini a lasciare che le nostre posizioni vengano spinte qua e là da una pressione esterna soppressiva verso posizioni molto meno sensate – e nel farlo anche a rimangiarci la parola data come nulla fosse.

Siamo intimiditi e in soggezione, lenti e distratti:

È stato detto che la definizione di abilità è: osservare, decidere, agire. È mia opinione che una parte chiave di questa definizione è ciò che in essa non c’è. Cose come esitare, aspettare, rimandare, ecc. non sono nè incluse nè contemplate. Il tempo per entrare in azione è solamente il tempo “tecnico” per raccogliere l’informazione, verificarla e valutarla. Ma noi impieghiamo eoni per compiere passi logici elementari e raggiungere conclusioni ovvie, elementari. Più qualcosa è osservabile, chiaro, più in fretta lo si dovrebbe afferrare ma no, noi siamo misteriosamente lenti.

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