Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 31

Siamo pecoroni:

Pensiero di gruppo, senso di appartenenza, conformismo, istinto di branco, e chi più ne ha più ne metta… il nostro giudizio e le nostre opinioni sono quelle di un pesce gregario: inchiodati al centro del banco di pesce, comunque e a prescindere. Ciò che determina le nostre valutazioni non è il baricentro della verità, ma il baricentro del banco; privilegiamo il centro del banco sul centro della verità come se temessimo i pesci predatori che si aggirano intorno al banco.

Per considerarlo nella giusta prospettiva, forse si dovrebbe esaminare non solo il termine “pensiero di gruppo”, ma anche il termine “paradosso di Abilene”…
Significativamente, prima Orwell ci ha avvisato degli orrori del “pensiero di gruppo” nel suo 1984, e quindi in seguito i ricercatori li hanno dettagliati: la pulsione al conformismo, non solo istintiva ma peggio ancora razionalizzata, produce decisioni ed azioni nocive, il sacrificio del pensiero critico, la soppressione attiva dei punti di vista alternativi e dissenzienti, l’idea di un “esterno” e l’isolamento da esso, la sovrastima delle decisioni del gruppo e la sottostima e disumanizzazione dell’”esterno”, con tutto ciò che questo può comportare.
Ma le cose possono diventare persino peggiori di così: in un aneddoto ambientato in quella città, il “paradosso di Abilene” descrive come un gruppo di persone concordi su decisioni ed azioni collettive contro sia le preferenze che gli interessi di tutti come conseguenza del fatto che, a causa di mancanza di comunicazione, tutti pensano che quelle decisioni ed azioni siano sbagliate ma sono convinti che tutti gli altri concordino con esse. A quel punto, il “pensiero di gruppo” fa il resto.

Perciò, proprio come i pesci gregari possono venire ingannati e spinti nelle reti in massa da un gioco di ombre, nello stesso modo siamo ingannati noi dai media dominanti che ci allestiscono intorno la parvenza di un banco di pesce inesistente, inventato per spingere le nostre opinioni dove vogliono loro. Infatti, i media dominanti sfruttano ciò presentando una falsa unanimità favorevole alle posizioni che vogliono farci accettare come “dominanti”.

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