Dai difetti umanoidi al consenso manipolato, 9

Qui l’esempio dell’auto sportiva torna comodo anche per aggiungere che questa è un’abilità e come tale va sviluppata ed imparata ed addestrata e praticata: sviluppare un’auto sportiva richiede applicazione sia di pensiero che di azione – ci vuole ingegneria, lavoro d’officina, prove in pista, e molta pratica sino a farne un’arte. Potresti avere sentito chiamare l’arte più basilare della guida “dérapage”, “controsterzo”, “guida di traverso”, “drifting”… quest’arte scaturisce dalla propria abilità di affrontare e quindi padroneggiare impeccabilmente acceleratore e sterzo, contrapposta all’inclinazione a lasciarsi andare al reagire e quindi finire in testacoda.

In altre parole, ancora una volta, tutto ciò che si sviluppa e si addestra è verso cosa? Uno spostamento da effetto a causa, dalla reazione cosiddetta “istintiva”, “naturale” all’azione lucida ed intenzionale. Re−agire è essere effetto: qualcosa è causa su di noi, nel senso che preme un bottone in noi – causa – e noi saltiamo su a comando – effetto – una volta o un milione di volte, non fa alcuna differenza. Agire è invece essere causa: siamo noi che osserviamo, decidiamo, agiamo – causa – ed ogni singola volta c’è un fattore interposto fra l’ingresso, l’informazione che osserviamo, e l’uscita, l’azione che intraprendiamo, e quel fattore è un fattore attivo: noi.
E quel “ogni singola volta” non dev’essere preso alla leggera. A causa del nostro essere quantitativi e in più impazienti, la ripetizione ha un lato oscuro per noi, dato che può venire usata per vincere la nostra vigilanza. Un pilota di un’auto sportiva deve rimanere pienamente vigile sempre – ogni giro, ogni curva, ogni secondo: ogni volta che abborda la stessa curva, la abborda come se fosse la prima volta, la prima curva nell’intero universo e nella storia, in un certo senso, mentre fa tesoro di ogni esperienza precedente; niente di meccanico, niente dato per scontato.

Questa ferma vigilanza è l’esatto opposto dell’obiettivo che ogni manipolatore ha in mente per noi: noi siamo una risorsa di cui vogliono servirsi, quindi il loro primo obiettivo è disinnestare il nostro autocontrollo, ed il loro secondo obiettivo è renderci controllabili da chiunque abbia il telecomando, perché il loro terzo obiettivo è usarci, il che significa farci eseguire a comando qualsiasi re−azione che possano ritenere utile ad incrementare il loro potere e peggiorare la nostra condizione.

Dai difetti umanoidi al consenso manipolato