Crimine contro l’Umanità: il Sacro GAAP, 32

Si può mettere assieme qualche dato per confermare quello che tali premesse suggerirebbero: le operazioni fuori bilancio dei banchieri e dei loro amici sono una marea montante accanto, ed in aggiunta, al già di per sé incredibile privilegio concesso loro all’interno del bilancio dalla copertura legale esaminata qui. Vediamone qualcuno:
Nel periodo dal 1980 al primo trimestre del 1987, mentre gli impegni all’erogazione di prestiti delle banche degli Stati Uniti rimanevano piuttosto stabili appena al di sopra del 300 percento del loro capitale, le loro operazioni fuori bilancio sono passate dal 225 percento del loro capitale a più del 1100 percento di esso.
Nel 1987, il valore lordo delle attività fuori bilancio delle banche australiane è il triplo del totale dei loro bilanci.
Sino al 2003, il mercato per la cartolarizzazione dei prestiti negli Stati Uniti raramente sorpassava i 20 miliardi di dollari; nel 2007, ha superato i 180 miliardi di dollari.
E secondo lo Shared National Credit program, un programma condotto dalla Federal Deposit Insurance Corporation, dalla Federal Reserve, e dall’Office of the Comptroller of the Currency, come riferito da un funzionario del New York Federal Reserve Research and Statistics Group, “nel 1988, le banche principali – comprendendo banche commerciali, gruppi bancari, casse di risparmio e società di partecipazione finanziaria, cooperative di credito ed organizzazioni bancarie estere – ritenevano nell’aggregato il 18 percento delle linee di credito ed il 21 percento dei finanziamenti a termine originati in quell’anno. nel 2006, l’ultimo anno prima che i dati riflettessero gli effetti della crisi finanziaria più recente, le banche principali avevano abbassato la loro quota di mercato al 14 percento delle linee di credito da loro originate, e diminuito la loro quota di mercato dei finanziamenti a termine da loro originati al 9 percento. […]

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