Denaro e Valuta a confronto

Il denaro quindi ha due distinti valori: valore intrinseco e valore nominale. Beh, in realtà tre valori distinti: il terzo è il suo costo di produzione.

Il valore intrinseco, quale che sia l’origine della nostra considerazione di tale valore intrinseco, è il valore del denaro in quanto oggetto, indipendentemente da quello che c’è scritto sopra. L’esempio è la moneta d’oro: il suo valore intrinseco è il valore della quantità di oro in essa.

Il valore nominale è il valore scritto su di essa, indipendentemente dal suo valore intrinseco. L’esempio è la banconota: il suo valore nominale è il numero di unità scritte su di essa, mentre il suo valore intrinseco è grosso modo zero.

Il costo di produzione del denaro, come quello di qualsiasi prodotto, dipende dai costi dei suoi ingredienti, a tutti quei costi a loro volta sono influenzati dal valore di quelli ingredienti e così via.

Mettere a confronto il valore nominale con il valore intrinseco ed il costo di produzione sarà molto interessante nel prosieguo; per ora mettiamo in evidenza che quel paragone non produce due soli e semplici casi – moneta “aurea” con sia il valore intrinseco che quello nominale uguali ad x, e denaro “cartaceo” con valore nominale uguale ad x e valore intrinseco uguale a zero – oh, no: questi due sono gli estremi di un grafico che elenca molte gradazioni del rapporto fra questi valori, dove il valore intrinseco è progressivamente sempre meno del valore nominale sino a praticamente zero.

Sono anche chiamati in vari modi, così per ora diciamo solo che il denaro “aureo” con valore intrinseco è spesso chiamato “denaro”, mentre il denaro “cartaceo” senza valore intrinseco è spesso chiamato “valuta”.

E, a proposito, vediamo di sottolineare che il furto commesso inducendo e sfruttando la crescita del valore intrinseco, quando commesso sul denaro, non è limitato dal tipo di denaro; dopo tutto, il valore è una considerazione, l’operazione consiste nell’indurre questa considerazione, quindi questo valore “intrinseco” può essere indotto in qualsiasi cosa, indipendentemente da cosa essa sia – oro, carta, qualsiasi cosa.