Monopolio tramite corso legale e tasse

Il monopolio tramite corso legale e tasse gioca un ruolo che è il caso di introdurre adesso, a questo punto del filo logico; perciò è meglio tenerlo a mente sin d’ora, anche se tratterò entrambi ripetutamente più avanti.

Ora che la sterilità del mezzo di pagamento genera la ricerca del potere di emetterlo, entrano in gioco i poteri costituiti: a questo stadio, quando un governo viene ad esistere, in base ad un libero accordo o imposto che sia, solitamente ci si aspetta che come parte del suo esercizio del potere istituisca il suo proprio monopolio sui mezzi di pagamento emettendo ed imponendo l’uso del suo proprio mezzo di pagamento sterile – la sua moneta. Quindi come fa un potere costituito ad imporre l’uso del suo denaro? Una maniera ovvia è quella chiamata corso legale: ai sudditi viene ordinato per legge di usare quella moneta per i loro scambi, altrimenti guai a loro. Ma c’è anche un’altra maniera, che torna comoda sia nei paesi sovrani che in quelli coloniali: le tasse. Il potere costituito non solo esige le sue tasse, ma esige che siano pagate con la sua moneta. In questo modo viene imposto il bisogno di quella moneta.

Quest’imposizione; ovunque il potere costituito ed il suo monopolio di emissione siano imposti e non in base ad un libero accordo, è solo pura e semplice rapina, indipendentemente dal fatto che il paese sia sovrano o schiavo. In ultima analisi, il monopolio tramite corso legale e tasse è una rapina proprio come qualsiasi monopolio, dato che il risultato finale è l’imporre una rapina per mezzo di forza bruta più o meno legalmente dissimulata, e potrebbe essere accettabile solo – forse – se fatta in favore di tutti e con il consenso di tutti – per davvero.