Crimine contro l’Umanità: il Sacro GAAP, 21

E già che parliamo di affrontare il Sacro Gaap, non dimentichiamo di affrontare anche la sua capacità di proiettarsi nell’eternità, fondata sulle camere di compensazione ed il reflusso bancario che abbiamo visto prima. Nel farlo, aiutiamoci mettendo qualche altra papera in fila; per quanto ovvie possano essere, è la loro esistenza ad essere rilevante.
Queste papere sono alcune definizioni nello IAS 7, che una volta messe in fila ci dicono alcune cose: Per un’istituzione finanziaria, i flussi finanziari derivanti da incassi e pagamenti per l’accettazione e il rimborso di depositi potrebbero venire presentati in un certo modo, e non è tanto il come siano presentati che ci interessa, quanto piuttosto ci interessa l’affermazione implicita che incassi e pagamenti per l’accettazione e il rimborso di depositi SONO flussi finanziari. Ed i flussi finanziari sono le entrate e le uscite di disponibilità liquide e mezzi equivalenti, dove con mezzi equivalenti si intendono quei modi di investire le disponibilità liquide dai quali le disponibilità liquide sono recuperabili immediatamente ed interamente, e dove – cosa questa più importante – con entrate ed uscite si intendono quei flussi finanziari che entrano come tali nel bilancio d’esercizio.
E quindi? Se uniamo ancora una volta il primo e l’ultimo puntino, abbiamo che le disponibilità liquide dai rimborsi sono flussi finanziari che entrano nel bilancio d’esercizio. Per quanto ovvio possa essere, stiamo qui guardando al reflusso bancario: il denaro scritturale delle banche commerciali, la promessa della cosa che finge di essere la cosa promessa, non cessa affatto di esistere quando rimborsata dal primo mutuatario, ma decisamente all’opposto continua ad esistere indefinitamente, come provato dal suo viaggio infinito attraverso i bilanci d’esercizio.
Funziona così: il banchiere ha prestato dei quattrini, ed il relativo credito è stato iscritto negli attivi del suo bilancio alla voce crediti; quando il mutuatario restituisce dei quattrini, quel credito nel bilancio è ovviamente decurtato di quei quattrini, e se quel denaro scritturale venisse distrutto questo sarebbe tutto; invece, ed alquanto diversamente, ha luogo anche UN’ALTRA scrittura contabile: in parallelo al decurtare quel credito di quei quattrini, il banchiere incrementa gli attivi del suo bilancio di quegli stessi quattrini alla voce cassa. In breve: quei quattrini restituiti tolti dai crediti non vengono distrutti, ma trasferiti alla cassa. Reflusso bancario.

Crimine contro l’Umanità: il Sacro GAAP