Crimine contro l’Umanità: il Sacro GAAP, 25

Abbiamo fatto un gran parlare di questi due tipi di denaro, la moneta “legale” emessa dalla banca centrale, e la moneta “bancaria”, “scritturale” emessa dalle banche commerciali; per i nostri scopi qui, abbiamo messo da parte le questioni relative alla moneta “legale” ed abbiamo presunto che quella fosse la moneta reale, emessa legittimamente dal detentore legittimo della sovranità monetaria, per poterci concentrare, ed indagare, sulla moneta delle banche commerciali. Ora penso che sia venuto il momento di rendere esplicita un’ambiguità la cui presenza è implicita nella moneta scritturale delle banche commerciali dalla prima papera che abbiamo messo in fila: denaro effettivo o promessa di denaro?

Iniziamo dallo IAS 32, Appendice, Guida Operativa, dal suo paragrafo AG3 citato prima.
Una prima osservazione è che esso dice che la ragione per cui le disponibilità liquide sono un’attività finanziaria è perché rappresentano il mezzo di scambio. Un mezzo di scambio non ha necessariamente valore intrinseco, e “rappresentare” non significa necessariamente “essere”, quindi qui ad entrare come attività finanziaria nel bilancio d’esercizio è qualcosa che potrebbe non essere nemmeno il mezzo di scambio, il quale a sua volta potrebbe non avere valore intrinseco. Un po’ confuso, ma forse propedeutico per qualcos’altro.
Una seconda osservazione è che esso dice che la ragione per cui un deposito di disponibilità liquide è un’attività finanziaria è perché rappresenta il diritto del depositante alle disponibilità liquide od a trasferire quel diritto ad altri. E qui il punto è questo: quando il denaro non è fisicamente nelle nostre mani ma “depositato”, è ancora denaro, o è una promessa di denaro? Dopo tutto, lo IAS 7 nelle definizioni, paragrafo 6, ci dice che sia la cassa che i depositi a vista sono disponibilità liquide, e questo non ci aiuta a riordinare le idee circa denaro e disponibilità liquide.

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