Il simbolo umanoide perfetto, 17

Una cosa chiamata fumo passivo esiste, ma una cosa chiamata bere, sniffare, bucarsi passivo non esiste, no? Il 100 percento di qualsiasi altro veleno finisce nel corpo di chi ne è dipendente; al contrario il fumo lo fa solo in minima parte, mentre il 100 percento di esso colpisce gli altri. Dopodiché il 100 percento del fumo rimane indefinitamente nel mondo che ha appestato, ancora una volta direttamente, mentre questo non è praticamente mai il caso con gli altri veleni. Mai visto effetti personali quali abiti e spazi propri, ma anche quelli altrui e quelli di tutti quali spazi chiusi ed aperti non propri, impregnati di eroina, cocaina, alcool su scala globale, vale a dire con lo stesso grado di saturazione che è la norma in molti luoghi pubblici dove è consentito fumare? E la degradazione è tale che chi ne è dipendente fa assolutamente finta di non vedere sia il commettere questo che il rispettare debitamente gli altri.

Sin qui gli aspetti peculiari di natura qualitativa del fumo; se ancora dovesse sembrare un peccato veniale ingigantito, ora entrano nel conto i suoi ulteriori aspetti peculiari di natura quantitativa.

Se un qualsiasi eroinomane, cocainomane, alcolizzato o persona con una qualsiasi altra dipendenza dovesse assumere il suo veleno con la frequenza con cui lo fa il fumatore, finirebbe quasi istantaneamente in una camicia di forza. È talmente esagerato che nessuna società sana lo tollererebbe con qualsiasi altro veleno, ma piuttosto stranamente fanno finta di non vederlo quando si tratta del fumo. Nessun’altra dipendenza estorce un tributo così continuo; nessun’altra esistenza è tormentata più pesantemente dal fardello dell’assunzione del veleno di quella del fumatore e di quelli che hanno la sfortuna di stargli intorno. Basta contare quante volte il fumatore assume il veleno in un solo giorno e paragonarle a qualsiasi altro veleno; basta contare quanto tempo in 24 ore qualsiasi il fumatore dedica all’officiare l’avvelenamento proprio e degli altri, e paragonarle a qualsiasi altro veleno. Come risultato, i fumatori sono colpevoli non solo di avere trasformato sé stessi in mostri, che fossero o meno dei mostri simili in primo luogo, ma anche e conseguentemente di avere trasformato la vita, il mondo e l’esistenza in un incubo abietto, e di ignorare o far finta di non vedere o persino apprezzare cosa significhi viverci mentre commettono questo crimine.