Il simbolo umanoide perfetto, 4

L’esame comparato dei due andamenti sul grafico evidenzia alcuni fatti: Uno, lo stato della persona con una dipendenza è sempre peggiore di quello della persona senza dipendenza, in qualsiasi dato momento, peggiore di quello che era prima della dipendenza, peggiore di quello che potrebbe essere e sarebbe senza la dipendenza. Due, lo stato della persona con una dipendenza viene ulteriormente peggiorato dallo stress di non poter mai contare sulla stabilità, e dal subire inesorabilmente una successione incessante di alti e bassi, una pallina prigioniera in un flipper, totalmente effetto. E a lungo andare essere totalmente effetto non è privo di effetti… effetti avversi, anche se un po’ difficili da rilevare in quanto è l’osservatore stesso quello che peggiora. Tre, le cose peggiorano persino di più quando interviene lo stress esterno; stress esterno e stress causato dalla dipendenza in qualche modo si amplificano reciprocamente, di nuovo peggio di come sarebbe senza la dipendenza, in base alle sole circostanze esterne. Quarto, la persona con la dipendenza non se ne rende conto, a dispetto di tutte queste evidenze. Come mai?

Tutto il trucco su cui si basa la truffa criminale della dipendenza sta nel fatto che la persona con una dipendenza vede solo un lato di ciascun dente di sega dell’andamento; per quanto ciò possa sembrare incredibile, questi vede soltanto gli aumenti e distoglie lo sguardo dalle diminuzioni. Persino agli inizi la persona è sprofondata nella dipendenza distogliendo lo sguardo dal fatto che l’assunzione peggiorava il suo stato, finché non ci si è “assuefatta” – vale a dire, il fattore generatore della dipendenza ha iniziato ad avere il sopravvento sulla repulsione; invece, è quel fatto ad essere sprofondato nell’oblìo. La persona con una dipendenza è soggetta all’astinenza, che la induce ad un’abbietta brama di sollievo, e la pressione è tale che la persona si aggrappa all’aumento senza la lucidità ed il coraggio di affrontare il fatto che l’aumento è mero sollievo dalla diminuzione, è la diminuzione non è che diminuzione; il senso di smarrimento alla deriva negli alti e bassi la spinge a barricarsi dentro gli stretti confini dell’aumento attuale, quando il presente immediato sembra il solo intervallo di tempo sopportabile cui anelare, dimenticandosi del prima, dopo e di tutto il resto. Una gabbia le cui sbarre non possono che continuare a restringersi.