Il simbolo umanoide perfetto, 19

Ma mentre con le altre dipendenze quest’incapacità di affrontare rimane in qualche modo confinata entro una sfera privata e circoscritta, in quanto la persona con la dipendenza assume il veleno in qualche genere di nicchia appartata, e poi esce per cercare di affrontare la vita e il mondo, la particolarità del fumo quanto all’assunzione permette a quest’incapacità di contagiare ogni momento ed ogni questione anche di poco conto nella vita quotidiana del fumatore, così che questi finisce per essere incapace di affrontare qualsiasi cosa senza aggrapparsi al veleno, incessantemente – uno stadio di degradazione persino più abietto –. Solitamente l’”impazienza” non è soltanto l’incapacità di affrontare qualcosa di isolato, ma tende a spandersi ovunque nel proprio stato d’essere, ed all’opposto si potrebbe dire che la capacità fondamentale di affrontare è quella di essere lì a proprio agio ed osservare, decidere ed agire come causa invece che come effetto, punto – laddove “punto” significa non solo verso qualsiasi elemento o questione specifici, ma come un’abilità ed atteggiamento generale e permanente di base –. E nessun’altra irrazionalità umanoide più del fumo e della parte di vita invasa dalla sua assunzione è l’opposto diretto di questo requisito basilare della vita, e ne dimostra l’assenza nella persona con questa dipendenza. Come ho detto prima, tutte le dipendenze da veleni sono uguali, ma il fumo è più uguale delle altre.

Qualcosa di paragonabile al fumo in termini di diffusione lo si può trovare, sempre che ciò sia possibile, non certo fra le altre dipendenze ma piuttosto nella sfera dei Diluvi Universali, cataclismi, piaghe e flagelli; il fumo merita di essere considerato a tutti gli effetti come uno di essi, e senz’altro lo è, come testimoniato ad esempio dal fatto che una certa Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un rapporto intitolato: “WHO Report on the Global Tobacco Epidemic 2008 (Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’Epidemia Globale del Tabacco 2008)”. Chiunque può documentarsi facilmente in lungo e in largo sulla diffusione del consumo di tabacco; intendendo, con in lungo e in largo, nel tempo e nello spazio: le statistiche di questa diffusione attraverso momenti diversi nella storia e società diverse nella civiltà. Ahimè, le statistiche della diffusione del fumo sono ineguagliate, e, ahimè di nuovo, ineguagliate all’ordine di grandezza più terribilmente alto. Tanto che, indipendentemente che tu stia guardando le statistiche o sollevando lo sguardo per guardarti intorno, il pensiero sin troppo ricorrente e sconfortato rimane: “Ma da quest’incubo non si salva proprio nessuno…”