Il simbolo umanoide perfetto, 22

Con la preziosa e splendida capacità degli artisti di fare centro e far arrivare un messaggio d’impatto, una recente campagna pubblicitaria televisiva di pubblica utilità ha riassunto così: “Chi fuma è scemo.” Magari fosse solo questo; chi fuma non è solo uno scemo, ma è anche uno stronzo: uno che si permette di cagare in faccia agli altri, che lo fa come diritto divino e come nulla fosse. C’è chi dice che si dovrebbe essere comprensivi con chi ha una dipendenza perché potrebbe trovarsi in quello stato a causa dei suoi guai. Neanche per idea. Perché chi non ha quella dipendenza sopporta gli stessi identici guai senza usurpare l’aria respirata dagli altri e cagarci dentro. Fumare è un atto disumano basato su uno stato subumano. Il fumatore è un poveretto la cui miseria tuttavia non merita alcuna compassione, dato che comporta tormentare gli altri, oltre che sè, in misura di tale miseria. Perciò, in termini personali, chi fuma non merita nessuna pietà, perché ciò di cui è capace lo pone al di sotto di qualsiasi requisito minimo per meritarla. L’unica possibilità da dargli non la merita personalmente ed è quell’ultimo spiraglio che non si può negare a nessuno unicamente nell’interesse della società, per evitare che quest’ultima vada incontro alle conseguenze fatali della perdita totale e definitiva della speranza. Ma ciò non implica in alcun modo che la società debba limitarsi ad un atteggiamento passivo.

Il fumatore, che soffra di "personalità vincente" o meno, si comporta comunque come tale: da untore appestato, dove passa, defeca, contamina, e poi che siano gli altri a sopportare, a pulire se vogliono, e comunque sono fottuti affaracci loro. Quindi tutti questi altri dovrebbero imporgli la disciplina che gli spetta: primo, tocca a chi sporca pulire dove ha sporcato, e secondo, ancor prima, tocca a chi sporca smettere di sporcare; quindi, primo, dovrebbe essere il fumatore a preoccuparsi di evitare di contaminare ed insozzare, ed invece si comporta da miserabile personalità “vincente”; secondo, dovrebbe smettere e riscattarsi immediatamente da questa degradazione, ed invece il fumatore la protegge a prezzo della vita e dell'onore, suoi e degli altri.