Il ciclo di vita del sostituto e del suo potere d’acquisto, 6

Debito: Se ciò non fosse già abbastanza incredibile, le cose si fanno persino più paradossali quando entra in scena il debito. Se la moneta a debito venisse emessa e scambiata a fronte dell’impegno dell’emettitore di produzione e consegna futura, e quindi assimilata al debito/credito, allora proprio come con il debito/credito il creditore potrebbe richiedere che il debitore paghi un interesse per la durata del credito. Quindi la parte che accettasse il denaro fiat potrebbe esigere che l’emettitore paghi un interesse. E se la moneta fiat venisse emessa senz’alcun impegno di consegna futura, ed il potere d’acquisto scambiato con essa fosse un regalo, non un prestito, allora la parte che lo elargisse potrebbe esigere che il suo beneficiario, l’emettitore della moneta, paghi un interesse per il regalo, o qualcosa del genere. Ciò potrebbe essere giustificato, come minimo più giustificato di quanto segue… Perché la moneta a debito, debito aggiunto alla moneta fiat, significa che l’emettitore, dopo avere scambiato denaro fiat dal nulla con potere d’acquisto esistente, non contento di questo, addebita anche un interesse per quel denaro fiat dal nulla. Nota bene: quello che addebita l’interesse è il debitore, non il creditore; il beneficiario, non il datore. Qui siamo di fronte al paradosso dell’inversione dell’interesse: il beneficiario esige dal datore un interesse su ciò che viene dato!

Fiat più debito: Ora che entrambe le componenti sono sviscerate, le possiamo riassemblare ed apprezzare il loro effetto combinato. L’emettitore di denaro fiat lo crea dal nulla, vale a dire a costo zero, lo scambia con potere d’acquisto esistente, vale a dire ricevendo un “regalo” che a qualcuno potrebbe piacere chiamare frode, estorsione, rapina e simili, e da allora in avanti esige un interesse per il regalo ricevuto dalle parti che lo hanno elargito, per la durata del regalo, vale a dire una durata alquanto perpetua. Un crimine in un certo senso paradossale, esponenziale, no? Un’ottima ragione per chiamarlo esponenziale è l’interesse composto, o anatocismo: adesso tu mi devi 10 unità di potere d’acquisto e per tale debito ti addebiterò un interesse del 10 percento ad ogni unità di tempo; dopo la prossima unità di tempo mi dovrai 10 più 1 uguale ad 11 unità, su cui ti addebiterò lo stesso interesse, solo che questa volta sarà calcolato su 11 unità, non 10; dopo un’altra unità di tempo mi dovrai 11 più 1,1 uguale a 12,1 unità, su cui ti addebiterò lo stesso interesse, solo che questa volta sarà calcolato su 12,1 unità, non 11 ecc. ecc. Presto o tardi possiederò ed annienterò tutto e tutti, non è vero?