Soppressione, 7

Che cosa ti fa bramare una pillola come la moderna ostia consacrata, la stessa scomoda idea di cui sopra per cui tu sei qualcuno e come tale sei in grado di padroneggiare il tuo destino, o l’idea che tu sia qualcosa, non qualcuno, e che c’è qualcosa che non va in quel qualcosa chiamato tu che qualcos’altro può – si spera – aggiustare senza la tua partecipazione?
Che cosa ti fa esigere ed accogliere uniformi che ti “proteggeranno” sparandoti, se non la percezione di un ambiente pericoloso attentamente orchestrato?
Che cosa ti fa giurare fedeltà a qualsiasi forma di monopolio, sia esso spirituale, materiale o di qualsiasi genere, se non un’efficace campagna per isolarti da qualsiasi altra cosa?
Che cosa fa aumentare la tua domanda di medicine meglio dell’etichettare come disturbo quello che non lo è, non lo è mai stato, né mai lo sarà? Giusto di recente c’è stato un tipico caso da manuale, con una nuova campagna di marketing a prendere di mira l’igiene personale e ad etichettarla come un’ossessione. Chi si impadronirà del potere di decretare cosa è normale e cosa anormale se non li buttiamo giù a calci dai loro pulpiti fasulli?

Che i cartelli del tabacco e della droga crescano in proporzione diretta rispetto alla degradazione della tempra individuale e del tessuto sociale è un fatto talmente provato che la loro penetrazione nella società si può usare come indicatore diretto del suo stato.
Da ultimo, ma tutt’altro che il meno importante, c’è un altro indicatore del livello di degradazione personale e sociale della stessa specie, che è in qualche modo meno facilmente rilevato e riconosciuto come tale, che è pertanto il nostro principale argomento qui: il grado di crescita e penetrazione sociale dei bankster (banchieri−gangster, più avanti dirai se io abbia adottato questo ispirato neologismo a ragion veduta…), dei loro complici e soprattutto dei loro burattinai.