Soppressione, 9

Inoltre, c'è una ragione se dico "e/o", se equiparo intenzione ed effetti: mentre da un lato un crimine è un crimine indipendente dal suo essere un danno collaterale o lo scopo ultimo, dall'altro sapere e quindi essere in grado di riconoscere la differenza fra un farabutto ed un soppressivo aiuta tanto sè quanto chiunque a capire e quindi prevedere cosa aspettarsi, e perché, in maniera più accurata.

Infatti, qui sarebbe consequenziale chiedersi: perché? Perché uno è soppressivo o agisce soppressivamente? E questa domanda a sua volta solleverebbe un’altra domanda: in termini generali, dove c’è un’intenzione, c’è sempre un movente? E, in particolare, c’è un movente dietro l’intenzione di sopprimere? Domande del genere sono in stretta relazione con altre domande basilari riguardo a che cosa sia un essere umano e come funzioni – o venga fatto funzionare – e queste sono questioni di confine che lasciano spazio per tante opinioni arbitrarie e controverse quanto sono scarsi i fatti oggettivi incontrovertibili. Dato che siamo qui per arrivare da qualche parte, divagheremo in questo solo tanto quanto è di un qualche uso pratico: nella misura in cui un’ipotesi fornisce una logica nell’osservare e quindi prevedere.

Supponiamo quindi che gli individui agiscano logicamente, consequenzialmente, non casualmente. Questo significa che dato un effetto c’è una causa, e c’è un collegamento costante fra di loro, invece di pura casualità. Supponendo ci siano delle ragioni, solo allora ha senso domandarsi quali siano queste ragioni.

Su queste basi, l’ipotesi qui è che un soppressivo non vede la stessa realtà che vediamo noi, ma vive invece in una realtà alquanto alterata. E – ahimè molto sfortunatamente – si tratta di una realtà in cui il soppressivo è costantemente sotto la minaccia d’attacco: ogni secondo, ovunque, ogni altro individuo è un nemico, impegnato con tutte le sue forze a massacrare il soppressivo, senza eccezioni, mai. Mentre noi vediamo un mondo mite dove la gente è impegnata a guadagnarsi da vivere e ad andare d’accordo, il soppressivo vede un inferno dove tutti sono sul punto di massacrarlo. Sicuro, è folle. Matto da legare. E falso, completamente fuori strada. Ma noi sappiamo che nè la follia nè la falsità impediscono di agire effettivamente su quelle premesse sbagliate.