Crimine contro l’Umanità: forme di signoraggio, 6

Da lì in poi è solo questione di tenere alta la domanda estera di dollari, ed al contrario di tenere basse le richieste estere di riscatto di dollari. Qualunque fallimento nel tenere il proverbiale dito nella diga provocherebbe le stesse immaginabili conseguenze se il resto del mondo iniziasse a richiedere qualcosa in cambio di quella massa di carta: oro, beni, pignoramenti…
Il dito nella piaga parzialmente funziona per inerzia, a partire dalla posizione di forza degli Stati Uniti alla fine della guerra, ma man mano che il bacino della fiducia straniera nell’affidabilità creditizia degli Stati Uniti inizia ad mostrare segni di perdite, ci si mette una pezza. Con le buone o con le cattive. Alcuni ritengono opportuno chiamare imperialismo il reinvestimento di una frazione del bottino del signoraggio internazionale in tali operazioni di manutenzione più o meno routinarie.
Ad esempio, sarebbe senz’altro istruttivo indagare sul perché i paesi produttori di petrolio abbiano fatto così inflessibilmente e così a lungo agli Stati Uniti il considerevole favore di accettare soltanto dollari in pagamento per il loro tanto desiderato “oro nero”, e sarebbe altrettanto istruttivo indagare su quali favori abbiano ricevuto in cambio, e su quali potrebbero essere state le loro ripercussioni sul resto di noi… Alcuni insinuano che tali favori potrebbero essere non solo paragonabili ma anche inconfessabili.

Fatto sta che il “paese più uguale degli altri” sfrutta il suo privilegio esorbitante e dal nulla crea, spende e presta all’estero quantità senza precedenti della sua moneta, con le quali sembrano non esserci più limiti, ed anche indefinitamente. Ironicamente, il signoraggio internazionale mette in grado di sedurre anche cuori, anime ed i sogni dei derubati. Una vecchia battuta dimenticata dice: “Se fai il bravo, ti porto al ristorante a vedere i sciùri (signori benestanti in milanese) che mangiano…” ed intuisci che deve trattarsi di un genitore affamato che cerca di consolare un figlio affamato, fra ironia ed ingenuità. Ci si imbatte piuttosto regolarmente in critici degli Stati Uniti che li chiamano “imperialisti”, e negli Stati Uniti che chiamano questi critici “rossi”; tali critiche si possono riassumere in un moccioso viziato che non solo ingrassa con il cibo rubato agli altri, ma ha anche tutta l’intenzione di continuare a vivere al di sopra dei suoi mezzi.