Crimine contro l’Umanità: corso “legale”, ovvero il monetopolio della manipolazione monetaria, 2

Siamo stati indotti a credere che sia necessario e nell’ordine delle cose obbligare la gente ad accettare il denaro emesso dal loro stesso paese. Ebbene, non lo è, punto.
La cruda verità è che il corso legale è un’imposizione monopolista e totalitaria da scardinare; se un mezzo di scambio e pagamento è buono, è voluto e quindi non c’è bisogno di imporlo con la forza; se c’è bisogno della forza per imporlo, non è voluto e quindi non è buono.
La regola generale è: decretare un denaro valuta legale decreta anche la sua natura fraudolenta, e questo è tutto.

Siamo qui di fronte a due questioni rilevanti: La questione ovvia è che la legge è a rischio di venire sfruttata a fini di sopruso ed ingiustizia. La questione meno ovvia si può individuare osservando il denaro cartaceo, metaforicamente parlando, con una lente d’ingrandimento sinchè non appaiono due sue qualità – moneta−gettone e corso legale –, e poi ispezionandole più da vicino e più attentamente, sinchè esse non si mostrano per come realmente sono: del tutto distinte e separate.

Quando le banche emettevano le proprie banconote in regime di sistema di banche libere, tu eri libero di accettarle in pagamento o rifiutarle, proprio come sei libero di accettare in pagamento o rifiutare la cambiale di qualcuno. Il punto è: eri libero.

Una cosa è la forma del denaro: di cosa sia fatto, e se abbia valore intrinseco o meno. Tutt’altra cosa è se tu sia libero di accettarlo o rifiutarlo come pagamento.

La verità è che, sino a questo momento, ho usato il termine “moneta fiat” scorrettamente. E con ogni probabilità non sono solo in questo. La scorrettezza consiste nel confondere le due qualità di moneta−gettone e di corso legale come se fossero un’unica qualità indistinta.