Etica contro Soppressione, 2

Tanto la persona etica quanto la soppressiva vogliono sopravvivere, personalmente; la differenza è nell’intenzione nei confronti del prossimo, verso gli altri: la persona etica vuole che anche chiunque altro sopravviva. Quella soppressiva vuole tutti gli altri morti. Come ho detto, il perché è che, mentre alla radice della persona etica c’è dell’amore per i propri simili e la consapevolezza che la vita è uno sforzo di gruppo, alla radice del soppressivo c’è il terrore nascosto degli altri: vive in un mondo parallelo, dove ogni altra persona è un nemico, un nemico da distruggere, apertamente o nascostamente. Ed il nemico tenta costantemente di ucciderla, quindi si sente in costante pericolo e costante bisogno di difesa in ogni modo possibile, a cominciare da ogni forma di attacco che una persona sola circondata da nemici possa mettere in atto. Sicuro, quel mondo parallelo non è reale. Sicuro, il soppressivo è matto da legare, non c’è bisogno di dirlo. Tuttavia in superficie può sembrare normalissimo, equilibrato, rispettabile, autorevole, e diventare molto influente e quindi potente. E più le cose vengono da lui influenzate, più degradate diventano, più la gente si abbatte, più la sua presenza si fa dissimulata e difficile da individuare. Il collasso umano e materiale causato dall’influenza del soppressivo è il suo nascondiglio migliore.

Ricorda che siamo qui per arrivare da qualche parte: non è questione di dissertare su questo, ma di “funziona?” Questo punto di vista ci mette in grado di capire e prevedere e risolvere?