Rapinatori per fame per guerre di rapina, 3

Napoli: il primo organismo bersaglio; il Regno delle Due Sicilie, il suo Re Ferdinando II di Borbone, ed il Banco delle Due Sicilie, poi scisso in Banco di Napoli e Banco di Sicilia.
Roma, Firenze, Parma e Modena: gli altri organismi bersaglio; Stato Pontificio, Granducato di Toscana, Ducato di Parma e Piacenza, Ducato di Modena e Reggio.
Patrioti: i sicari, gli uncini del parassita; Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, e tutti gli altri; fra i quali Ippolito Nievo, ed un meno famoso Filippo Curletti.

Diamo poi un’occhiata a questi pezzi sulla scacchiera prima e dopo la cura.

Prima della cura “Risorgimento”:
La banca napoletana emetteva soltanto denaro−merce e denaro−ricevuta: monete d’oro, monete d’argento, ricevute di deposito, e niente banconote cartacee. La banca torinese praticava la riserva frazionaria per la sua moneta cartacea sulla base delle sue riserve auree, ed all’unificazione Torino impose quella moneta cartacea come valuta legale per legge perché troppe guerre avevano reso insufficienti quelle riserve auree.
La politica economica di Napoli era protezionistica ed autarchica, orientata prima al soddisfacimento della domanda interna, e solo poi all’esportazione unicamente del surplus, e la sua politica estera era scevra da ambizioni espansionistiche. Viene osservato come questo producesse uno sviluppo lento ma sicuro, ed una borghesia dedita all’economia, che crea ricchezza per la comunità, invece che dedita alla finanza, che la ricchezza alla comunità la sottrae. Il “modello economico” di Torino era quello ora a noi così familiare della sovranità monetaria regalata ai bankster – in cambio di chissà cosa – e della conseguente trappola del debito infinito, spoliazione, e stadio di cancrena del parassitismo economico.