Speculazione, vincitori, vinti e debiti odiosi: la finanza contro l’economia, 2

E, per di più, il gioco d’azzardo è anche truccato. Non solo ci sono gli speculatori che rubano semplicemente il denaro esistente con dei giochi di prestigio. Anche se possono spolparti come dei piranha, e lo fanno, se viene loro permesso di operare, quelli non sono che i pesci piccoli. Esistono altri speculatori, meno visibili e ben più pericolosi, che operano manipolando la base monetaria stessa, ed i veri pesci grossi sono quelli: gli usurpatori della sovranità monetaria.

Ho menzionato prima la stagflazione, di passaggio: il verificarsi di inflazione e stagnazione allo stesso tempo, contraddicendo i dogmi degli economisti dominanti. Da un lato, non ci sono soldi per la gente, le prede che fanno la fame nella stagnazione; dall’altro, il corno dell’abbondanza non smette mai di versare una cascata di denaro nelle mani dei manipolatori monetari, i predatori. Circa un secolo fa nei suoi disegni caricaturali, George Grosz disegnava a ragion veduta i plutocrati, coloro che dominano con il potere del denaro, come alquanto grotteschi ed anticipatori dei maiali della Fattoria degli animali di Orwell. Quella ragion veduta è assolutamente basilare ed è questa: quei plutocrati ghignanti hanno messo le mani sulla sovranità monetaria, il potere di decidere non solo quanto denaro, ma anche in mano a chi.

Possiamo menzionare rapidamente qui le varie ragioni trattate altrove per cui il gioco d’azzardo è totalmente fuori etica e non deve mai essere condonato: è un gioco in cui la maggioranza perde per definizione, con assoluta certezza; quel che qualcuno vince è quel che qualcun altro perde, se non addirittura una frazione di esso mentre il resto è spreco o danno; educa alla furbizia disonesta invece che all’intelligenza saggia, all’idea che i guadagni non vengano da onesta produzione e consegna, ma dallo strappare il pane di bocca a qualcun altro, vale a dire, educa ad essere PTS dell’idea che la vita consista nello sparare o farsi sparare, una distruttiva idea falsa diffusa dai soppressivi al fine di dividere la gente e metterla l’una contro l’altra invece che contro di loro; ed educa ad essere PTS dell’idea che dove la furbizia disonesta non arriva l’esito dipenda dal fato invece che dal buon lavoro, un’ulteriore idea falsa distruttiva diffusa dai soppressivi al fine di spingere tramite educazione alla malattia più letale, l’apatia, dato che l’idea che non ci si possa far nulla è il marchio di fabbrica stesso dell’apatia.