Speculazione, vincitori, vinti e debiti odiosi: la finanza contro l’economia, 9

E allora vediamo di chiamare le cose con il loro nome.
L’economia, in base alla sua definizione che include implicitamente l’etica del maggior bene per tutti, si riduce a produzione e scambio, ossia baratto; i mezzi di credito, pagamento e scambio si riducono al baratto spezzato. E questo è tutto, punto.
La finanza è al servizio dell’economia, non il contrario. La supremazia della finanza sull’economia è intrinsecamente, in sé e per sé, soppressiva e questo è tutto, punto e basta.
La finanza ha diritto di esistere fintantochè, e nella misura in cui, serve l’economia eticamente, e lo fa attuando la logistica del denaro in quanto sangue che trasporta l’ossigeno nel corpo dove e quando serve, dove e quando onestamente meritato.
Abbiamo imparato, a questo punto definitivamente, che il requisito per limitare la finanza entro la sua funzione etica e diritto di esistere – e di impedire flagelli soppressivi come il debito odioso ed affatto per sopravvivere, se è per quello – è che l’etica dev’essere in vigore al suo livello più fondamentale: la sovranità monetaria al suo legittimo proprietario, il singolo cittadino produttore, e scambi equi, punto.