Tasse sul reddito, 2

Ci fu una seconda guerra, non dichiarata, fra i banchieri e la nazione, intorno alla creazione di una banca centrale. Ma a dispetto ad esempio del fatto che molti padri fondatori ammonissero contro la truffa della moneta a debito più banca centrale, e le conseguenze palesi e indifendibili sin dalla sua entrata in scena, i banchieri con i loro soldi ed i loro complici alla fine ci riuscirono e nacque la Federal Reserve.

E tornando alla tassa sul reddito, morale della storia? Indovina quanto tempo trascorse fra l’istituzione della banca centrale e l’istituzione della tassa sul reddito? Ore. Devo aggiungere altro?
Sì: a tutt’oggi la legittimità stessa della tassa sul reddito è messa in discussione, a fronte non solo delle leggi esistenti, ma persino a fronte della Costituzione stessa.

In principio era la tassa sul reddito? Beh, in un certo senso, effettivamente… tutti noi siamo cresciuti educati nell’idea che le tasse siano il contributo virtuoso che noi tutti dobbiamo a noi stessi in quanto comunità, poi scopriamo che viviamo circondati da cavalli di Troia e la verità esige da noi un coraggio illimitato di guardare con occhio critico ed affrontare l’inganno. Una cosa è pensare che una quota marginale del nostro contributo devierà verso mani disoneste, una cosa è pensare che quella quota non sia poi così marginale, tutt’altra cosa è scoprire che le tasse, ben lungi dal contribuire, sono state escogitate per tradirci e fregarci tutti in primo luogo.

Perché la nuda verità è che un paese la cui moneta fosse sana, vale a dire non dolosamente vincolata da debito, oligo−monopolio ed emissione fuori proporzione con i beni esistenti, non avrebbe bisogno di tasse.

Vale la pena ripeterlo, non si sa mai: le tasse sono state escogitate come parte di un’arma di distruzione di massa in primo luogo, perciò la loro stessa esistenza non è affatto scontata né necessaria, certo non nella misura alla quale siamo stati assuefatti: 3%? Magari. 50%? Neanche per sogno.