Crimine contro l’Umanità: Il ciclo della moneta ambigua – ciclo dello standard aureo

Di tanto in tanto i matematici ci ricordano che una linea retta non è che una curva di raggio infinito, e certamente più il volante è dritto più è difficile accorgerci che stiamo girando in tondo. Parte del valore della storia è fornirci abbastanza elementi confrontabili così che possiamo dire: “Ma… io da qui sono già passato… E più avanti c’è un burrone!” Inoltre, che gli elementi in comune possano essere episodi diversi della stessa cosa oppure cose diverse ma simili in qualche aspetto ci insegna l’importanza di pensare in termini di elementi comuni, di similitudini e differenze.

Ora che il banchiere si è impadronito del potere politico attraverso l’associazione a delinquere con il politico, la strada è spianata per lo stadio in cui la domanda non è più “se” ma “come”, “quanto”, “quanto velocemente” – vale a dire, come ottimizzare il flusso ad ordini di grandezza inimmaginabili? Come sfruttare pienamente il potenziale infinito di ladrocinio ora a portata di mano?

Perciò esaminiamo qui esplicitamente quello che cito qua e là, che chiamerei il “ciclo della moneta ambigua”. A mio parere, sebbene usato comunemente, “ciclo dello standard aureo” è in realtà un nome fuorviante, mentre ciclo della moneta ambigua è forse più calzante, un’etichetta maggiormente rivelatrice del reale contenuto della confezione. La sua funzione per i manipolatori monetari è simile a quella dei politici: per loro sono utili materiali di consumo usati in combinazione; solo che i politici durano molto meno e devono essere sostituiti più spesso. La funzione di entrambi è adescare la gente per farsi affidare tutta la sua attenzione, speranza e fiducia, così che i manipolatori monetari possano sfruttarle e spremerle tutte meticolosamente. Ho citato questo meccanismo in precedenza nel discutere le metamorfosi parellele degli orafi in banchieri e della moneta in valuta, così sappiamo già cosa sia una moneta ambigua; ora trattiamo essa ed il suo ciclo in quanto tali: un altro crimine contro l’umanità dei manipolatori monetari.

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Il ciclo della moneta ambigua è fondamentalmente un raggiro, in quanto raduna e sfrutta la fiducia della gente – solitamente una fiducia cieca in tutto o in parte. A proposito, esso replica su un piano superiore il ciclo precedente dell’indurre deliberatamente valore intrinseco in qualche bene che ne è originariamente privo, come l’oro; solo che lo replica in modo ancor più devastante su una scala persino più grande. Infatti, si potrebbe dire che sia uno dei più grossi casi di raggiro nella storia umana.

Tutto ciò in cui consiste questo raggiro è impedire alla gente di rendersi conto che “il Re è nudo” mentre lo si sveste progressivamente; più si riesce ad impedire alla gente di rendersene conto, e più e più velocemente si può svestire il “Re”. Matematicamente, più o meno, la moneta ambigua è una variabile spacciata per costante, e la resa della truffa è pari alla differenza fra la quantità di vestiti che la gente crede il Re indossi e la quantità indossata reale, moltiplicata per la durata nel tempo di questo abbaglio. Facciamo una capatina all’Isola d’Esempio: oggi, il manipolatore monetario che si è impadronito della sovranità monetaria ha in circolazione una moneta e fa ritenere alla gente che il suo valore intrinseco sia A mentre il suo reale valore intrinseco, e pertanto costo reale per il manipolatore, è B. Ad oggi, la fregatura ammonta ad A meno B. Durante la notte, il manipolatore monetario svaluta la moneta, vale a dire, riduce il suo valore intrinseco reale, da B a B1, e nello stesso tempo fa in modo di sostenere la convinzione della gente circa il suo valore intrinseco con qualche abracadabra. Domani, come risultato della combinazione della svalutazione e dell’abracadabra, adesso la gente ritiene che il valore intrinseco della moneta sia A1. Ora di domani, la fregatura ammonta ad A meno B per oggi, più A1meno B1per domani. Ed il tempo continua a trascorrere… Dunque, la meta del manipolatore monetario è tenere la differenza fra valore intrinseco creduto e reale il più alto possibile, il più a lungo possibile.

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Nel perseguire le loro mire criminali, i manipolatori monetari sfruttano, quindi hanno interesse ad alimentare, se addirittura non causano deliberatamente, quel ben noto atteggiamento umanoide verso il denaro che sembra discendere direttamente da quello che l’Uomo dell’età della pietra aveva verso il fuoco: la gente adora qualunque tipo di denaro, sia oro o carta, sia con valore intrinseco indotto o senza nemmeno quello, come se fosse ipnotizzata di fronte a qualche tipo di magnete soprannaturale carico di energia e poteri misteriosi. Ha molto a che fare con “guarda, non pensare, in altre parole, osserva quel che hai di fronte al tuo naso per favore”, e prova ne è un caso di un conferenziere che mostra una diapositiva che ritrae denaro del Monopoli, banconote della Federal Reserve, e monete American Eagle in oro massiccio, domanda quale non sia come le altre, gli viene risposto “il denaro del Monopoli” da un pubblico di professori universitari e “l’oro massiccio” da un pubblico di bambini di cinque anni, e si domanda chi sia più sveglio.
Il punto è: maggiore quel potere di suggestione, più lontano sono dal vedere sia il denaro sia i suoi manipolatori per quello che sono: uno strumento vitale per la comunità, ed i suoi dirottatori meramente criminali. Il punto per questi ultimi è che il piano intangibile dà i suoi risultati fraudolenti nel piano tangibile, con la gente che considera il sostituto, il denaro fiat, nel frattempo sempre più sostituto di puro e semplice niente, come un valore in sé accanto al valore che sostituisce o pretende di sostituire; come se lo strumento di misurazione fosse equivalente al prodotto misurato ed iniziasse ad esistere come un’unità supplementare di prodotto accanto a quella reale.

Più il denaro è un feticcio ipnotico, più gli usurpatori della tua sovranità monetaria, i ladri del tuo potere d’acquisto, ai tuoi occhi annebbiati hanno diritto al suo valore nominale come se contenesse valore reale e loro fossero incorsi in costi reali per acquisirlo – il che è tutto una lurida menzogna. Quanto a questo, è interessante notare anche come moneta a debito e ciclo della moneta ambigua siano sinergici: più la gente è condizionata a considerare la valuta come garantita da qualche valore intrinseco da qualche parte – il che è sempre più falso – più è disposta ad accettare che il detentore della sovranità monetaria emetta moneta fiat a debito e la presti al valore facciale, come se fosse costata qualcosa a quest’ultimo – il che è sempre più falso –.

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Tale atteggiamento umanoide verso il denaro è ulteriormente agevolato da una specie di inerzia mentale: così come influenza gli oggetti resistendo ai loro cambi di direzione nello spazio a causa della loro massa, così l’inerzia influenza le menti resistendo al loro aggiornamento nel tempo a causa del loro abbassare la guardia. In qualunque momento all’interno di un ciclo di moneta ambigua le sue vittime associano le moneta di ieri con la moneta di oggi. E tutto il punto, invece, è che non sono affatto la stessa moneta.

La dura verità è che non esiste una sola ragione nell’intero universo tranne la frode per cui uno stato o chiunque prenda in prestito al valore facciale valuta chiaramente senza valore creata dal nulla.
Il puro denaro fiat in sé non sarebbe un male sintantochè la sovranità monetaria appartenesse al suo legittimo proprietario – tu –, sintantochè fossimo tutti perfettamente consapevoli che è moneta fiat senza alcun valore intrinseco di sorta sin dalla sua introduzione, e sintantochè non è moneta a debito e non ha luogo nessun ciclo di moneta ambigua. Una caratteristica centrale del denaro è quella di essere riserva di valore nel tempo, ed una moneta è resa ambigua per lo scopo esattamente opposto: praticare un foro nascosto sul fondo della tua riserva d’acqua.

A fini di chiarezza, consideriamo un ciclo di moneta ambigua completo, completo nel senso che passi attraverso tutte le forme di denaro.

Esso inizia con una moneta avente pieno valore intrinseco: ciò che vedi è ciò che ricevi, e, diciamo, quella moneta è in oro puro ed il suo valore equivale esattamente al suo peso. La gente si abitua ad essa e va tutto bene, eccetto forse una possibile eccessiva scarsità del denaro che limita gli scambi e così lo sviluppo del potenziale sociale di benessere.

Poi i manipolatori iniziano a svalutare il denaro annacquando l’oro con percentuali crescenti di metalli comuni. È stato osservato come questi metalli comuni “sostitutivi” siano scelti in base alla loro attitudine ad imitare oro ed argento; quale che sia la causa di quest’inclinazione a dare valore a certi metalli, la sua inerzia inizia ora.

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In primo luogo, ci potrebbe volere un bel po’ di tempo prima che la gente si renda conto che le monete nelle loro mani oggi sono diverse da quelle presumibilmente equivalenti nelle loro mani ieri, che si renda conto che quelle di oggi sono di minor valore di quelle di ieri, che si renda conto che quelle di oggi sono molto più abbondanti ed abusate, e quindi ne inizi a pretenderne in cambio di più. In secondo luogo, tutto questo processo può essere ulteriormente rallentato dall’inerzia, che piuttosto automaticamente porta la gente a trattare il denaro di oggi come quello di ieri nonostante siano consapevoli che abbia avuto luogo una svalutazione, agendo proprio come se si trasferissero in una nazione dive si parla una lingua diversa e loro continuassero ad usare la loro lingua madre come riflesso condizionato nella misura in cui sono sovrappensiero. In terzo luogo, non dimentichiamo che tutto questo può aver luogo nella misura in cui la gente lo tollererà, e quindi quel grado di tolleranza è un fronte di guerra; abbiamo visto come Thomas Jefferson presumibilmente ha detto che quando il governo teme il popolo hai libertà, e quando il popolo teme il governo hai tirannia, e la volontà della gente di tollerarlo può venire incrementata con qualsiasi mezzo, palese o nascosto, fisico o psicologico: diritto, propaganda, abracadabra, violenza, qualunque cosa.

Lo stadio successivo è quando i manipolatori iniziano a gettare le fondamenta per un ordine di grandezza della svalutazione del tutto nuovo attraverso la moneta delegata. In controsenso studiato, nel momento in cui iniziano ad introdurre qualcos’altro, altro rispetto alla cosa reale, allo stesso tempo lo etichettano come la cosa reale: entra in scena il denaro di carta, e loro lo etichettano “Standard Aureo”. La moneta di carta ripropone pedissequamente il corso della moneta in oro: a pieno carico all’avvio, e da lì in avanti svuotata furtivamente ed incessantemente, sinchè il suo guscio vuoto non crolla addosso alle vittime. Adesso il trucco consiste nel presentare la moneta di carta come rappresentante dell’oro alla sua introduzione, e da lì in avanti renderla sempre meno così, mentre si sfrutta la differenza fra quanto la gente crede che lo sia e quanto lo è in realtà durante l’intero corso del ciclo.

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Al principio del loro cosiddetto standard aureo, il denaro di carta emesso dai detentori della sovranità monetaria riporta una dicitura intesa a definirlo come denaro−ricevuta, come “pagabile in oro a vista al portatore”; come abbiamo detto in precedenza, fa finta di esistere al solo scopo di facilitare e quindi incoraggiare la circolazione del potere d’acquisto e quindi produzione, scambio e benessere. Questo è anche chiamato, o descritto come, piena convertibilità, intendendo con questo che il denaro−ricevuta è “interamente garantito” e chiunque è libero di riscattarlo in oro a volontà senza alcuna restrizione, ma nella pratica effettiva la facilità d’uso prende il sopravvento e la gente si abitua ad usare la carta, e così psicologicamente la considerazione del valore inizia a filtrare dall’oro nella carta; questo è il vero scopo dell’intera manovra, e la sua velocità è tarata sulla velocità alla quale questo filtraggio ha luogo nelle menti della gente. A quella stessa velocità inizia quel prossimo stadio della stessa evoluzione verso tutti i vantaggi per i criminali e tutti i danni per le vittime, mentre il bisogno della società di un mezzo di scambio più abbondante viene pervertito in un cavallo di Troia che pone tutto il relativo potere d’acquisto nelle mani degli usurpatori della sovranità monetaria.

Sai come vanno queste cose: poco alla volta, passo dopo passo, le cose divengono allentate, sfocate, confuse… “attenuate” è il termine, in realtà. Lo “Standard Aureo” diventa “Standard Aureo Classico”, come un qualcosa d’altro rispetto a quello che viene attualmente etichettato “Standard Aureo”, “Standard di Cambio Aureo”, e simili. Il valore reale per cui il denaro delegato dovrebbe essere una ricevuta viene posto sempre più fuori della portata della gente: il diritto di riscatto viene reso sempre più difficile, remoto, obsoleto, sinchè alla fine non viene messo fuori legge, implicitamente nella pratica “comunemente accettata” – accettata da chi, verrebbe da chiedere – o esplicitamente nella legge; sia il possesso che la proprietà dell’oro – o di qualsiasi cosa sia il valore a garanzia – seguono a ruota, ed un bel giorno sul denaro di carta non c’è più traccia della dicitura “pagabile in oro a vista al portatore”. Nel frattempo, la stessa pratica accettata o legge esplicita riserva il proprio lato più amichevole per i manipolatori monetari, concedendo loro il privilegio di emettere un ammontare crescente di ricevute per lo stesso ammontare di valore reale: sempre più denaro di carta per lo stesso oro.

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Sempre nel frattempo, viene allestita ovunque – media, mondo accademico, ovunque si posi il tuo sguardo – una macchina propagandistica per spianare la strada ai manipolatori monetari ed alla loro moneta ambigua senza farsene accorgere. È stato osservato come la sopravvivenza della conoscenza non sia affatto scontata, e che essa può venire dimenticata semplicemente distogliendo l’attenzione da essa. La “pulizia etnica” inosservata perpetrata dalla macchina della propaganda dimostra per chi essa lavori: hanno accuratamente rimosso l’oro ed il valore reale dai curricula degli addetti ai lavori e dalla cultura popolare, al punto che a tutt’oggi già due generazioni sia di studiosi che di gente nemmeno comprendono il loro ruolo, ed hanno accuratamente fatto il lavaggio del cervello alla gente contro di essi ed acriticamente in favore della proliferazione indiscriminata di denaro in carta non garantito. Un favore acritico accuratamente distolto dal rovescio della medaglia: la confisca di potere d’acquisto tramite l’inflazione, e tramite la creazione di denaro dal nulla, guarda caso nelle mani dei manipolatori monetari, un piccolo dettaglio del quale nessuno sembra accorgersi o preoccuparsi. Insieme con l’altro dettaglio singolare che, mentre la propaganda è indaffarata a cancellare la nozione stessa di valore intrinseco a tutto vantaggio del valore fasullo, la quotazione sul mercato del primo continua ad essere migliore di quella del secondo. Ci si domanda perché…

Poi i manipolatori monetari portano l’intera trama ad un livello persino più grosso e trasformano il denaro delegato in denaro fiat in piena regola. Non c’è bisogno di nessuna strategia nuova, supplementare o modificata; parafrasando il detto, “strategia che vince non si cambia”, basta che sali di marcia e continui ad accelerare. Il cambio marcia consiste nel liberarsi del concetto stesso di valore reale a garanzia del denaro emesso dai manipolatori. Nella misura in cui la gente è stata ridotta ad identificare il delegato con la cosa autentica, ed indotta all’allucinazione del ritenere che il delegato contenga il valore della cosa autentica, alla cosa autentica si può praticare l’eutanasia senza sollevare troppa polvere. Adesso, non ci sono limiti.

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E certo a questo stadio l’ordine di grandezza dell’imbroglio sta andando alle stelle, un livello giusto un filo difficile da capire per l’uomo della strada a pianterreno – il quale per inciso è il bersaglio fondamentale di una tempesta perfetta montante: da tempo sono svaniti non solo qualsivoglia controllo del popolo sulla moneta, ma persino la sua consapevolezza dei suoi funzionamenti interni, mentre per i manipolatori monetari ogni freno è stato rimosso, sia legale che fisico, alle sue infinite proliferazione e ramificazioni. Infatti, man mano che loro creano sempre più denaro, è consequenziale che le sue forme si moltiplchino; carte di credito, carte di debito, denaro scritturale, denaro dematerializzato, qualunque forma, il punto ed il comun denominatore è che sono tutte create in mano loro, e tutte puntano ad una forma “ideale”: totalmente sotto il loro controllo a costo zero. Ma il fronte di questa tempesta perfetta montante è la finanza: “rubare potere d’acquisto per mezzo di giochi di prestigio con il denaro”. E la salita della marea si misura dal rapporto fra finanza ed economia: quante unità di denaro “esistenti” per un’unità di prodotto, di valore reale.

La salita della marea è descritta al meglio nelle parole di Thomas Jefferson: “prima con l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà”. Queste parole possono solo essere sottostimate, ed una delle ragioni è un approccio sbagliato alla storia. La storia ci insegna se l’analizziamo in termini di costanti e variabili: quali sono i denominatori comuni? Quali sono gli schemi ricorrenti, o addirittura ciclici? Quali cause produrranno quali effetti indipendentemente dalle circostanze specifiche caso per caso? Abbiamo visto più volte come una fonte di potere d’acquisto a costo zero sia un vantaggio competitivo incolmabile che prima o poi mette in grado di impadronirsi di tutto e tutti con mezzi economici, ed una volta chiaro il concetto, come esso venga eseguito lo si deduce facilmente: i manipolatori in possesso della sovranità monetaria battono qualsiasi concorrenza nell’acquisire attività e proprietà, poi estendono il loro vantaggio competitivo incolmabile alle attività da loro controllate che lo usano per battere la concorrenza a loro volta, quindi continuano a conquistare quote di mercato, e gli oligo−monopoli continuano a consolidarsi nelle mani dei manipolatori monetari.

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È interessante notare qui come perpetrino questo in due cicli distinti; quello citato esplicitamente da Jefferson è quello più circoscritto: i bankster aprono i rubinetti del denaro per indurre la gente ad indebitarsi, e poi chiudono i rubinetti per espropriarla una volta indebitata; quello che stiamo trattando qui è l’altro ciclo: quello più vasto, quando non globale. Per sommi capi, queste sono le loro differenze: il ciclo “piccolo” viene perpetrato dai banchieri contro i loro clienti nel medio termine senza alterare la natura del denaro; il ciclo “grosso” viene perpetrato dai detentori ultimi della sovranità monetaria contro un intero popolo nel lungo termine attraverso l’alterazione della natura del denaro.

È stato detto che il ciclo “grosso”, dello “standard aureo”, della moneta ambigua attraversa questi sette stadi:

Nel primo stadio il denaro ha valore intrinseco pieno, che sia incorporato o come delegato garantito da esso, e questo, insieme alla spinta etica intrinseca della gente, produce del benessere.

Nel secondo stadio qualcuno inizia a fare il passo più lungo della gamba, se non francamente a montarsi la testa: il benessere alimenta la tentazione sia dei semplici ladri che dei condottieri pazzi di sfruttare le cariche pubbliche come il cavallo di Troia per mettere le mani su un po’ di quattrini extra o di potere extra, gratis o a spese altrui, perciò avviano nelle istituzioni una tendenza ad ambizioni, potere, intrusione e conseguente insolvenza crescenti. A proposito, sappiamo come funziona con quella specie di autocombustione umanoide per la quale uno “non può sbagliare” e “la sa più lunga”, no? Più uno cede a questo, più esso cresce e gli costruisce muri intorno, figurarsi quando poi è ulteriormente alimentato dalla disonestà… ecco quindi un altro caso della combinazione letale di burattini fonti potenziali di guai e burattinai soppressivi: da qui in avanti è tutta discesa sino alla distruzione della società.

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Nel terzo stadio, siccome l’appetito vien mangiando, semplici ladri e condottieri pazzi iniziano a prenderci la mano a promettere la luna alla gente strappando più di quel che danno in cambio, perciò qui il salto di qualità è l’ambizione di fare i prepotenti con il vicinato e strappare con le cattive quel che non riescono a prendersi con le buone; perciò avviano nelle istituzioni un’altra tendenza, quella di farsi i muscoli: un apparato militare sempre più grande e la conseguente accelerazione dei costi e dell’insolvenza.

Nel quarto stadio, siccome a furia di trastullarsi con i propri giocattoli e con l’idea di saccheggiare i vicini prima o poi si passa dalle parole ai fatti, ecco che le guerre scoppiano; ed ecco che le guerre continuano, anche, in un’ulteriore tendenza verso uno stato di guerra permanente – e conseguente drastica impennata dei costi e dell’insolvenza; dopo tutto, la guerra è l’idiozia più costosa sulla faccia della terra, e quel che qualcuno spende qualcun altro guadagna…

Nel quinto stadio, il grosso dei nodi inizia a venire al pettine – più o meno spontaneamente, dato che come abbiamo visto questo è il tempo del raccolto per quelli che hanno seminato l’intero ciclo in primo luogo… Come abbiamo notato ci sono due modi di fottere la gente, apertamente o nascostamente, ed il secondo è più facile; il peso dell’insolvenza indotta delle istituzioni può venire scaricato sulla gente apertamente nella misura in cui essa lo subisce apaticamente, ed ora quel peso è salito ben oltre quel grado, quindi è il momento di procedere di nascosto. Che questo stadio inizi ora per finanziare la guerra o che fosse già in corso ed ora acceleri soltanto, questo è lo stadio della svalutazione della moneta che si fa sfrenata: ladri e condottieri iniziano a sfruttare pesantemente la sovranità monetaria per creare potere d’acquisto dal nulla, riducendo la quantità di metalli preziosi nelle monete, sostituendo le monete con la carta, o con qualsiasi trucco.

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A proposito, quando questa trama viene perpetrata attraverso le banche centrali, ci sono dei sempliciotti che invocano i cosiddetti “soldi dall’elicottero”; il loro ragionamento non fa una grinza: dato che noi gente comune stiamo sprofondando tutti nelle stesse sabbie mobili monetarie, vorrebbero per cortesia i banchieri centrali essere così gentili da distribuire il nuovo denaro direttamente a chiunque come se venisse gettato sulla folla da un elicottero, invece di riservarlo tutto ai loro colleghi banchieri i quali non solo poi lucrano dal prestarlo a noi, ma lo usano anche per pagarsi premi e bonus stellari come ricompensa per lo schiantare l’economia mondiale? Qualcuno vorrebbe per cortesia ricordare a questi sempliciotti che i rapinatori solitamente hanno una spiccata tendenza a tenere per sé sia il bottino che l’arma del delitto, piuttosto che spartirle con le vittime delle loro rapine?

I trucchi hanno bisogno della fiducia, quindi qualsiasi forma di propaganda qui gioca un ruolo nello spacciare alla gente il tradimento come aiuto. Un esempio carino è un vecchio cinegiornale in bianco e nero intitolato “The War Finance Division, United States Treasury Department presents: The Double Duty Dollar” (La Divisione Finanza Bellica del Dipartimento di Tesoreria degli Stati Uniti presenta: Il Dollaro a doppia mansione). Il suo messaggio è espresso chiaramente nel suo motivetto: “Siamo i dollari della nazione in parata… Siamo la più grossa serie di dollari mai prodotta… Oh, marciavamo a milioni… ma ora marciamo a miliardi… e forse saremo trilioni prima che tu sia morto!” Lasciando da parte la battuta finale, di cattivo gusto ma meno infondata di quanto sembri a prima vista, quello che è interessante osservare è il modo in cui esso punta a far accettare il suo messaggio. Da un lato, titilla le emozioni rudimentali dello spettatore con i cliché del suo periodo: il messaggio è cantato da un coro brillante mentre sorridenti ballerine indossano come tutù delle monete giganti; dall’altro, non viene fornita nessuna ragione critica per la quale lo spettatore dovrebbe accettare il messaggio come positivo; quindi lo spettatore viene condotto subconsciamente ad identificare il denaro con il benessere. Peccato solo si tratti del benessere di qualcun altro a spese dello spettatore… Come adesso sappiamo, l’inflazione è confisca: il potere d’acquisto creato dal nulla in realtà non viene creato, ma rubato dal potere d’acquisto già esistente nelle mani della gente.

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Inoltre, adesso sappiamo che solitamente sono i bankster, non i ladri ed i leader nelle istituzioni, ad usurpare la sovranità monetaria, quindi sappiamo anche che solitamente queste strategie inflazionarie sono intese ad accelerare lo sprofondamento nel debito odioso ed attraverso di esso in una trappola del debito infinito.

Nel sesto stadio inizi a raccogliere ciò che loro hanno seminato, ed a furia del loro gridare al lupo, nessuno crede più a te quando il lupo ti azzanna. Senz’altro nessuno di noi può contare fisicamente tutti i pezzi di denaro esistenti ogni giorno, e c’è anche un mucchio intero di trucchi per nascondere il reale ammontare di denaro in esistenza, quindi ahimè c’è un ritardo “fraudologico” fra la creazione di una nuova unità di denaro dal nulla e la gente che percepisce la sua messa in circolazione e che di conseguenza diluisce la propria considerazione del valore di ciascuna unità. Ma questo ritardo fraudologico non è infinito, e prima o poi, dopo che il gioco del quinto stadio è stato retto il più a lungo possibile, vale a dire che la fiducia della gente ignara è stata sfruttata il più a lungo possibile, la perdita di potere d’acquisto diventa così veloce e così pesante che persino la rana inizia a rendersi conto che l’acqua sta diventando bollente, la gente inizia a perdere la fede in quella moneta, e chissà quanto velocemente quella moneta diverrà carta straccia.

Nel settimo stadio la miccia finisce e la bomba esplode. Il momento in cui la moneta ambigua diventa carta straccia alla fine è arrivato: la fiducia della gente in essa è finita, nessuno le dà più valore e quindi l’accetta più. Quando esplode una bomba molti innocenti si fanno male, quindi penso sia giusto ed opportuno qui soffermarsi e considerare le dimensioni, gli effetti, le conseguenze della crisi causata dal crollo monetario finale alla fine di un ciclo di moneta ambigua.

Di nuovo, penso che venga comodo un paragone con un organismo vivente, perciò immagina soltanto cosa accade ad un corpo vivo quando viene improvvisamente privato di tutto il suo sangue come mezzo per convogliare tutti i flussi vitali dai quali tutte le sue cellule dipendono per sopravvivere.

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La sopravvivenza dipende dalla produzione e dallo scambio dei fattori di sopravvivenza, ed il mezzo di scambio è stato distrutto; il destino di qualsiasi produzione, di qualsiasi scambio, e di qualsiasi entità vivente sono improvvisamente segnati. I problemi si spostano dai piani per il futuro al cibo e riparo adesso. Cibo, salute, energia, lavoro, sicurezza, mobilità, comunicazione, tutto: qualunque fondamento di sopravvivenza, non ce n’è più.

Ma non è ancora tutto. Sfortunatamente, la pressione delle avversità, spingendo la gente giù, tira fuori il peggio da molti di loro: alcuni sono abbastanza saggi ed amorevoli da rafforzare il loro senso di fratellanza ed il loro impulso ad aiutare, ma ahimè molti sono a rischio di scivolare lungo gli stadi dell’egoismo dall’indifferenza alla bestialità. Quindi più la gente è alla fame, e più la fame è probabile venga aggravata ulteriormente da una quantità crescente di pensiero e comportamento degradati e di guerre fra poveri, di fratelli messi l’uno contro l’altro apparentemente dalla fame e dall’avversità, che si litigano un osso invece di rendersi conto che fame ed avversità non sono una causa ma un effetto voluto e causato da qualcuno. In altre parole, lo sciagurato meccanismo della spirale discendente, dove ciasun peggioramento rende ulteriori e più profondi peggioramenti più facili e più probabili, e qualsiasi miglioramento o recupero più difficile e meno probabile. E dato che questa spirale consuma il cuore stesso dell’impulso basilare a sopravvivere, che l’etica innata della gente ad un certo punto compia un miracolo, si alzi in piedi e spezzi questa spirale non è affatto scontato, come dimostrato dalla lunga lista di popoli e civiltà estinti.

Questo è quanto relativamente alla profondità di questo crimine contro l’umanità; l’altra dimensione che lo qualifica come tale è la sua ampiezza. Ci sono sempre quelli riluttanti ad affrontarlo; sostengono che non sia vero, od in subordine che questa volta sia diverso. Beh, il fatto è che c’è una lista di monete estinte che è forse persino più lunga di quella delle civiltà estinte. E che qualunque moneta ambigua entri in tale lista è solo questione di tempo.

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C’è chi si è preso la briga di accertare se mai nella storia qualche valuta fiat sia sfuggita a questo ciclo criminale e sia sopravvissuta, e la perentoria risposta è: NO. Nessuna, mai. Hanno detto che nonostante ce ne fossero seicento solo nella prima lettera e mezza dell’alfabeto, ciascuna di esse è andata a finire a zero. Questo da una certa credibilità alla conclusione che la storia monetaria si ripete e basta: stesso ciclo criminale, stessa usurpazione della sovranità monetaria, stesso ciclo di moneta ambigua, stesso saccheggio da parte degli usurpatori, stessa rovina per la gente. Non vero? Stavolta è diverso? Decisamente vitale essere consapevoli che qualcosa chiamato storia esiste. E decisamente utile essere consapevole di cosa sta succedendo ora in modo da paragonarlo al passato, particolarmente in caso si sia ancora dubbiosi. Quindi, dove ci troviamo ora?
Primo, virtualmente tutte le monete al mondo oggi sono valute fiat; dico, tutte. Secondo, ecco qualche cifra campione approssimativa degli aumenti esponenziali della loro massa monetaria:
Il dollaro statunitense è passato da 45 miliardi nel 1965 ad 850 nel 2008, a 2.740 nel 2012.
Il dollaro canadese è passato da 23.000 miliardi nel 1968 a 217.000 nel 1995, ad 890.000 nel 2013.
Il dollaro australiano è passato da 10 miliardi nel 1975 a 45 nel 1991, a 280 nel 2012.
Il rublo russo è passato da 375 miliardi nel 2001 a 6.000 nel 2012.
Il rand sudafricano è passato da 1 miliardo nel 1975 a 13 nel 1992, a 160 nel 2012.
Il dollaro singaporiano è passato da 15.000 miliardi nel 1991 a 48.000 nel 2006, a 130.000 nel 2012.
La rupia indiana è passata da 7.500 miliardi nel 2006 a 17.300 nel 2012.
Il renminbi cinese è passato da 1.130 miliardi nel 1999 a 6.000 nel 2012.

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Riallacciandoci per un momento alle banche centrali già che siamo sull’argomento di queste statistiche che misurano la velocità dei cicli di moneta ambigua, è appropriato menzionare qui il ruolo delle banche centrali in queste trame, e farlo in termini quantitativi: anche mettendo da parte la lunga, combattuta e losca guerra per l’esistenza stessa della Federal Reserve statunitense, è stato osservato come dalla sua creazione nel 1913 il dollaro abbia perduto il 95 percento del suo potere d’acquisto: una cifra inimmaginabile prima della sua istituzione. E nel frattempo da noi ci si aspetta che veneriamo questi proverbiali lupi travestiti da agnelli come gli argini quasi mistici che ci proteggono da quest’insondabile mare esterno d’inflazione…

Anche trascurando che tutto il denaro spunta magicamente nelle mani degli usurpatori della sovranità monetaria, comportando così intrinsecamente il trascurabile dettaglio che ora conosciamo come la trappola del debito infinito, pensi davvero che le economie reali dei paesi summenzionati siano cresciute agli stessi tassi negli stessi lassi di tempo, così da sostanziare tali incrementi di massa monetaria con incrementi reali di produzione di benessere? Come qualcuno ha detto: guarda, non pensare. La differenza fra i tassi di espansione della massa monetaria e dei prodotti e servizi reali non è che la velocità di svalutazione della moneta; quella che abbiamo di fronte è la velocità alla quale il cancro sta venendo deliberatamente fatto metastatizzare: la velocità alla quale il ciclo di moneta ambigua corrente sta venendo spinto dritto addosso a noi.

Come già detto, il valore “distrutto” viene in realtà sempre rubato: l’inflazione è confisca. Confisca nascosta: occhio non vede, cuore non duole… non solo fino a che le rane sono bollite, ma anche finchè il cielo non gli cade sulla testa. Riesci adesso a vedere fin dove arriva in profondità ed in ampiezza il cratere dell’impatto dell’Apocalisse finale? Voglio dire, prima osserva nella storia l’impatto sociale dell’esproprio finale alla fine di ogni ciclo “piccolo” perpetrato dai banchieri prima concedendo credito a buon mercato e poi ritirandolo. Fatto? Bene. Poi osserva nella storia l’impatto sociale del crollo monetario finale alla fine di ciascun ciclo “grosso” perpetrato dagli usurpatori ultimi della sovranità monetaria svuotando progressivamente la moneta. Fatto? Bene. Ora comprendi nel futuro l’impatto sociale del crollo monetario finale alla fine di un ciclo “grosso” diventato globale.

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I due casi precedenti non sono solo significativi di per sé; sono significativi anche come passi preparatori per elevare la propria abilità di affrontare al livello necessario, perché se ci vuole del coraggio per affrontare il loro impatto sociale, per affrontare un impatto sociale persino più grande ci vuole persino più coraggio. Inoltre, i due casi precedenti sono disponibili come storia, anche se un po’ soggetti ad occultamento e depistaggio, mentre il caso finale è alquanto senza precedenti, in aggiunta all’essere soggetto allo stesso occultamento e depistaggio, per cui ciò che ti sto chiedendo di affrontare adesso non è poi così banale.

Quando un cataclisma colpisce, la gente fugge; certo le possibilità di fuga dipendono dalla mobilità, ma persino prima che da quello dipendono da un primo requisito: un qualche posto dove scappare. C’è qualcosa di peggio di un diluvio? Temo di sì: un Diluvio Universale.

Le fondamenta del Diluvio Universale in vista sono state gettate in un altro crimine contro l’umanità che abbiamo visto prima: un considerevole – se non il principale – caso di signoraggio internazionale in tempi moderni: gli Stati Uniti dalle guerre mondiali in poi. Nel trattare il caso in termini di signoraggio internazionale in precedenza, una volta che il flusso di dollari dal nulla in cambio di prodotti reali era a pieno regime, ci siamo fermati sul limitare dei suoi effetti inflazionistici, e da lì adesso riprendiamo. Non prima di aver puntualizzato che se non fossero stati gli Stati Uniti sarebbe stato un altro paese, e per i veri burattinai questo avrebbe rappresentato un mero cambio di cavallo.

Ho detto che il paese che esercita signoraggio internazionale deve reinvestire un po’ del bottino in modi verosimilmente inconfessabili per tenere alta la richiesta del suo denaro e basse le richieste della sua conversione all’estero. Ma a dispetto di quei crimini supplementari, difficilmente l’imbroglio può durare in eterno.

Finchè dura, tuttavia, in aggiunta a tutti gli effetti negativi per il mondo trattati in precedenza, ci sono quelli di natura più inflazionistica: il mondo ha concordato di usare la moneta della nazione che esercita il signoraggio internazionale, e così miriadi di genti che hanno qualcosa da mettere da parte hanno immagazzinato i loro risparmi in quella moneta, mentre ulteriori miriadi di genti che non hanno proprio niente da mettere da parte lottano per racimolare un po di quella moneta semplicemente per sopravvivere.

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Immagina cosa succede a quelle genti man mano che i padroni di quella moneta procedono con il ciclo della sua ambiguità svuotandola sempre più. L’inflazione è confisca: ogni nuova unità di quel denaro nelle mani dei suoi padroni significa meno potere d’acquisto nelle mani di quelle genti. Quelli che avevano qualcosa da mettere da parte e lo avevano messo da parte, ora non ce l’hanno più. Quelli che non avevano niente da mettere da parte e lottavano per sopravvivere, adesso non riescono più a far quadrare i conti ed a mettere insieme il pranzo con la cena.
L’inganno è un fondamento della frode, giocare con le parole è un fondamento dell’inganno, ed un tipico esempio è l’etichetta ora di moda “quantitative easing”, ovvero “facilitazione quantitativa”, per quello che significherebbe letteralmente se mai avesse un qualche senso. Tanto per intenderci, quantitative easing non significa null’altro di più di ciò di cui stiamo parlando qui: gli usurpatori della sovranità monetaria che procedono a creare sempre più denaro dal nulla nelle proprie mani ed a rubare potere d’acquisto al mondo con esso, a parte tutti gli effetti negativi supplementari, e tale quantitative easing è parte dell’attuale ciclo globale di moneta ambigua in corso. Ebbene, è stato detto che durante la seconda tornata di quantitative easing i prezzi globali del cibo siano aumentati del 60 percento, e che questo abbia creato un disastro umanitario per i due miliardi di persone sulla terra che vivono con meno di due dollari al giorno.

A quel punto la fame inizia a causare un’intera categoria ulteriore di effetti negativi per la gente; e non si tratta delle conseguenze della fame, si tratta delle conseguenze di quello che ha causato la fame. Così come in un allagamento la distruzione va dove va l’acqua, così la fame produce tali effetti dove quell’inflazione va, dove fa pagare il suo prezzo più pesante: alle genti più povere.
Qual è quest’ulteriore categoria? La deflagrazione sociale. Statisticamente e storicamente, è stato osservato come, quando la percentuale delle loro entrate che va per il cibo raggiunge il 40 percento, la gente decide che la proporzione rischi benefici è tale che vale la pena di fare una rivoluzione. E le rivoluzioni tendono a portare la gente dalla padella bollente nella brace ancora più bollente.

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Coloro che già vivono le condizioni peggiori vengono spinti persino più in basso, e la fame in aumento li getta in un comprensibile delirio crescente man mano che i problemi si fanno sempre più tragici e le soluzioni sempre più impossibili, e noi sappiamo che combinazione esplosiva sia dover risolvere un problema di vita o di morte senza alcuna soluzione a portata di mano e senza alcuna speranza in vista: la sacrosanta rivolta delle vittime diventa sempre meno un’azione esatta, efficiente, efficace, decisiva puntata al bersaglio corretto e si trasforma sempre più in un’inconsulta, violenta, dannosa, distruttiva e non risolutiva guerra fra poveri – una guerra fra fonti potenziali di guai che per disperazione fanno inconsapevolmente il gioco dei loro soppressivi.

Quali criminali stiano cercando di cavalcare quali onde di violenza in quali direzioni promuovendo quali parti come buone o cattive non è il punto; il punto è: quando qualcosa esplode, molta gente si fa male. È stato detto che i leader dei tempi di guerra vengono santificati a prescindere da quanto sia il sangue versato di cui sono responsabili, ed i leader dei tempi di pace vengono dimenticati a prescindere da quanto sia il sangue versato che hanno evitato. E mentre uno riconsidera la storia da questo punto di vista, si domanda anche di quanto sangue versato, fra le altre cose indicibili, i manipolatori monetari dietro ai cicli di moneta ambigua nella storia siano i responsabili ultimi.

Ma non sono queste deflagrazioni sociali fra i popoli più poveri a segnare la fine del ciclo; per i manipolatori monetari esse non sono che fuochi d’artificio per animare la loro festa con un po’ di spargimento di sangue, non certo per porvi fine.
Davvero un peccato che la festa debba finire comunque, prima o poi. Come arriverà il giorno della resa dei conti? In che forma si manifesterà il redde rationem? E soprattutto, a chi? Chi ci rimetterà?

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Come ho detto, quando un criminale controlla le sue vittime con una pistola puntata, se le sue vittime sono più numerose, presto o tardi lui resterà senza munizioni, e l’alba della resa dei conti, in cui i nodi iniziano a venire al pettine, è quella.
Per un motivo o per l’altro, ad un certo punto qualche nazione arriva in una posizione in cui decide che non giocherà più questo gioco autolesionista, ed indipendentemente da quanto denunci l’imbroglio pubblicamente inizia a richiedere il riscatto di quella moneta cartacea fiat in valore reale.
Ciò che stiamo guardando qui lo si può vedere anche come una forma di assalto alle banche. Oppure, per meglio dire, sia i crolli dei cicli di moneta ambigua quali quelli di signoraggio internazionale e gli assalti alle banche sono casi diversi della stessa resa dei conti:
Quando la gente sa il fatto proprio e quindi “il governo teme il popolo”, un assalto alle banche si conclude con i bankster della riserva frazionaria impiccati per benino, mentre quando la gente non sa il fatto proprio e quindi “il popolo teme il governo”, è il contrario, con la gente impiccata per i crimini dei bankster con le corde chiamate salvataggi bancari.
Diversamente dai paesi indebitati che dichiarano bancarotta per un debito che è manifesto sin da principio, i crolli dei cicli di moneta ambigua che sorreggono signoraggi internazionali sono ordigni esplosivi molto più potenti che esplodono direttamente nelle mani di molta più gente ignara; quindi ci si aspetterebbe che la gente, almeno quando sa il fatto proprio, punisca questo crimine con la severità che merita. Ma sembra che difficilmente vedremo un lieto fine del genere, che la gente sappia il fatto proprio o meno, come testimoniato dal nostro caso d’esempio dei dollaro statunitense.
Dal momento che la nazione esercitante il signoraggio internazionale è andata sicuramente avanti a sfruttarlo in lungo e in largo alquanto a lungo prima che le venisse presentato il conto, di conseguenza l’ammontare di denaro fiat messo in circolazione per cui saranno chiamati a rispondere sarà piuttosto enorme.
Ciò significa che supera di gran lunga qualunque garanzia, qualunque riserva di valore reale come l’oro, come pure qualunque potenziale di consegna di prodotto reale che la nazione potrebbe mai avere. Dopo tutto, vivere al di sopra delle proprie possibilità non era forse lo scopo in primo luogo?

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Inoltre, in aggiunta al non avere niente da dare in cambio per riscattare quell’alluvione di carta, tutta quella carta ripudiata all’estero che ritorna a casa minaccia di inondare il paese: la nazione è andata avanti ad “esportare la sua inflazione”, come dicono, e adesso anche quell’inflazione sta venendo al pettine. E dato che ciò che veniva “esportato” in tutto il mondo sta ritornando tutto in un singolo paese, l’ordine di grandezza di quest’inflazione d’accompagnamento è quella di un diluvio – un Diluvio Universale. Non se ne parla nemmeno!

Tornando al nostro caso d’esempio, gli Stati Uniti hanno praticato così tanto il raggiro della riserva frazionaria che ad un certo punto nemmeno due terzi dell’oro del mondo accumulato grazie alle guerre mondiali era più sufficiente a garantirlo. Un enorme Diluvio Universale in stile assalto alle banche si stagliava minaccioso all’orizzonte, in avvicinamento veloce. Il fromte dello tsunami era così largo che il chiamarli tutti sovversivi sarebbe caduto nel vuoto, dato che difficilmente sarebbe rimasto qualcuno che non fosse degno di quest’etichetta.

La soluzione a questo cul de sac fu la svolta storica di mezza estate 1971: il Presidente degli Stati Uniti Nixon dice al mondo, “Sapete che c’è? non riscatteremo più in oro i nostri dollari nelle vostre mani. Attaccatevi al tram. È tutto, gente.”
Al di là dell’essere un tantino eufemistica, potrebbe non essere immediatamente evidente che tale dichiarazione si potrebbe riformulare altrimenti.
Se non fosse stata la superpotenza degli Stati Uniti a parlare, ma un qualsiasi paese in bancarotta del terzo mondo, potrebbe suonare così:
“Spettabili creditori, siamo troppo deboli ed indifesi per osare dire se l’insolvenza ed il debito in cui siamo sprofondati siano legittimi od odiosi, ma nell’uno o nell’altro caso siamo qui, col cappello in mano, ad implorarvi di non farci troppo male nel pignorarci i gioielli di famiglia che ci restano.”
E se la smettessero con i giochetti e gli eufemismi, nei termini aperti ed astratti del fuori scambio potrebbe suonare così:
“Sapete che c’è? Non intendiamo più onorare gli obblighi che abbiamo finto di assumere con voi in cambio dei prodotti reali che ci avete dato. Non intendiamo fare più nemmeno finta di essere in debito con voi: abbiamo ottenuto tutti i vostri prodotti in cambio di nulla, per di più intendiamo continuare a farlo indefinitamente, e questo è quanto; e allora?”

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“E allora?” La risposta a questa domanda è un altro punto interessante. Alcuni hanno risposto ad essa con un’altra domanda: “Perché il resto del mondo non si è precipitato ad impiccarlo?”
Perché questo è ciò che accadde: nulla. Il resto del mondo, di fatto, ha acconsentito; una specie di tacito consenso. Perché? Beh, a mio parere potrebbe esserci una combinazione di tre motivi.
La possibile ragione numero uno è ovvia: hanno scelto il male minore. È comprensibile: una parte enorme dei mezzi di scambio circolanti nel flusso sanguigno del mondo sono Dollari, ed una parte enorme della ricchezza di paesi e persone è immagazzinata in essi, quindi denunciare il dollaro come carta straccia praticamente dalla sera alla mattina sarebbe un incubo. Poi il mondo dovrebbe pignorare gli Stati Uniti: quello sarebbe un secondo incubo, e non solo perché ci sarebbe un po’ di resistenza da parte loro, con le buone o con le cattive.
Una volta ho sentito questa storia: ad un tizio spettava un risarcimento da un’assicurazione in quanto parte lesa; venne convocato dall’assicurazione ed un funzionario gli disse: “Il rimborso le spetta, questo non lo contestiamo. Ma non intendiamo risarcirla. Ci faccia causa, se vuole.” Non aggiunse “Vaff******”, ma era implicito. Un’altra volta ho sentito che, una volta che hai vinto la causa e la controparte è condannata a pagarti un risarcimento, se non lo fa ti tocca fargli causa una seconda volta per ottenere il pagamento. Questo dimostra che la legge non è uguale per tutti: la giustizia ha un costo, ed i più deboli non se lo possono permettere.
La possibile ragione numero due è che potrebbero avere avuto paura di una reazione a catena: se il mondo dovesse rendersi conto che le manipolazioni monetarie quali moneta a debito, cicli di moneta ambigua e trappole del debito infinito sono pesti bubboniche universali, tutti gli elettori e contribuenti potrebbero volgere un sguardo indagatore verso i propri governanti.
La possibile ragione numero tre è che praticamente tutti i governanti del mondo non siano che i burattini dei medesimi burattinai, ed il mandato di tutti loro sia mantenere l’imbroglio in funzione.

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Comunque, tornando al punto di vista del ciclo di moneta ambigua stavolta divenuto globale, l’annuncio di mezza estate del 1971 della fine della convertibilità del Dollaro in oro è un punto di svolta storico anche perché è il momento in cui praticamente tutte le valute del mondo sono diventate valute fiat. Sino ad allora le altre valute erano garantite dai Dollari ed i Dollari erano garantiti dall’oro. Almeno formalmente; nei fatti un po’ meno, come abbiamo visto, ma non sottilizziamo. Da quel momento in poi i Dollari, e quindi anche tutte le altre valute, erano garantiti esattamente da nulla. Un grande passo per i manipolatori monetari, un po’ meno per l’umanità.

Sì, perché ora che abbiamo visto sia la profondità dell’impatto del crollo finale di un ciclo di moneta ambigua che trascina la gente giù con se, sia come la sua ampiezza corrisponda all’area permeata da quella moneta ambigua, è ora di stimare e poi affrontare cosa succederà quando stavolta quell’area e quella gente sono il mondo intero; quando il diluvio è un Diluvio Universale.

E nel farlo non dovremmo dimenticare di inserire nel calcolo che qualunque danno andrebbe conteggiato due volte, per la buona ragione che qualsiasi danno si trova lì al posto del beneficio corrispondente mancante: uno per il danno, uno per il beneficio che ci sarebbe potuto essere invece del danno. La miseria provocata da una moneta ambigua più, in aggiunta, la mancata prosperità che una moneta libera, sana ed onesta avrebbe dato.

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Ora, ti invito a considerare alla luce di tutto quanto sopra quello che è stato portato alla luce e dimostrato circa il nostro attuale stato di cose da Daniele Pace nel suo Il complotto del fruttivendolo che cito nelle letture caldamente consigliate:
I banchieri, allo scopo di legittimare la loro usurpazione della sovranità monetaria, usano il loro potere e le loro quinte colonne varie in politica, nel mondo accademico, nei media, ecc. per imporre questo dogma in forma di teoria economica dominante, la cui falsità è messa in ombra dalla loro pura potenza di fuoco: 1) Falso problema: ingigantiscono e demonizzano l’inflazione trasformandola in uno spauracchio. 2) Falsa causa: ne attribuiscono la colpa all’eccesso di denaro creato dai governi. 3) Falsa soluzione: spacciano come baluardo fidato i banchieri centrali, la cui libertà ed indipendenza dai governi consentirebbe loro di arginare l’eccessiva creazione di denaro, e di riflesso l’intero sistema bancario in generale.
Abbiamo qui un caso da manuale del principio secondo il quale “il criminale accusa gli altri dei suoi stessi crimini” – un caso nel quale il criminale addirittura sfrutta tali accuse false e nascostamente autobiografiche per ingannare, sconfiggere, impadronirsi di e sopprimere le sue vittime: il resto di noi. La verità è alquanto differente: la causa dell’inflazione non è l’eccesso di denaro in sé, ma l’eventuale eccesso di denaro in relazione ai prodotti e servizi esistenti e scambiabili; i banchieri centrali sono i burattini dei banchieri, non possono né vogliono arginare l’inflazione, ma al contrario sono lì per coprirne la vera causa, i loro banchieri burattinai i quali usano la sovranità monetaria usurpata per creare sistematicamente denaro in eccesso con il quale si stanno impadronendo di tutto e di tutti.