Crimine contro l’Umanità: Banche “Nazionali”, “Federali”, “Centrali”

La moneta a debito non è una novità nella storia; ma dal momento che, come vedremo, fatti e logica ci portano a desumere che i banchieri cospirano con i re ed i politici e mirano a portarla ad un livello del tutto nuovo, e forse nel frattempo la gente sta diventando un pochino meno primitiva ed ingenua, potrebbe essere necessario un modo adeguato di nascondere l’intera operazione.

L’abito non fa il monaco, ci avevano avvertiti, vero? Ma ahimè tendiamo ad essere dimentichi della saggezza di base, quindi non dobbiamo sorprenderci quando dei soppressivi sfruttano la nostra negligenza e ce la rivoltano contro.

Ho menzionato in precedenza come le guerre e la competizione fra bande−banche per spremere tutto il possibile dalla gente possa sfociare solo in due possibili esiti. Ebbene anarchia bancaria o banca centrale erano questi due possibili esiti, a seconda di quale tipo di criminale avesse la meglio nelle guerre bancarie. Attualmente è disponibile molta informazione sulla storia losca, sgradevole e celata, se mai ce ne n’è stata una, delle guerre bancarie e delle banche centrali, e ti raccomando vivamente di documentarti su quelli che considererei i fondamenti del loro sviluppo, funzionamento, ed effettivo esito: le genesi della Banca d’Inghilterra, poi del Sistema della Riserva Federale degli Stati Uniti, e poi la comparsa a macchia d’olio di qualcosa come ventisei altre banche centrali. Qualche esempio di punti di partenza per la tua indagine sono nelle mie letture caldamente consigliate.

Frattanto, un punto di inizio stimolante qui è setacciare e riassumere le definizioni di “consolidare” in questo concetto: entità multiple si raggruppano, combinano, fondono in una singola entità che si rivela più solida, forte, indurita. Parlando di consolidamento criminale, e di pesci grossi e piccoli, dato che potremmo aspettarci che quelli grossi dicano a quelli piccoli: “vi lasceremo vivere, se vi sottomettete”, e quelli piccoli a quelli grossi: “non vi renderemo la vita impossibile, se avremo la nostra parte”, potremmo aspettarci che l’esito di quel consolidamento rifletta l’equilibrio di potere fra grossi e piccoli, e possiamo certamente aspettarci che entrambi abbiano la propria parte.

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E questo è stato senz’altro l’esito delle guerre bancarie: le banche centrali sono state imposte grazie al potere risultante dal consolidamento criminale, con il preciso scopo di produrre ulteriore consolidamento criminale a spese dei criminali “inferiori”, ed in primo luogo di tutti noi. Uno sprofondamento significativo, che getta le fondamenta per ulteriori sprofondamenti significativi, verso quale bottino? Rimuovere ogni possibile restrizione allo scatenare il privilegio di emettere dal nulla moneta a debito attraverso l’imbroglio della riserva frazionaria, e la sua progressiva monopolizzazione a lungo termine: l’oligo−monopolio assoluto sulla trappola del debito infinito.

Ed effettivamente un caso nel mondo reale di queste guerre fra banche ebbe luogo negli Stati Uniti intorno al diciottesimo secolo, e venne soprannominato “wildcat banking”, le banche dei gatti selvatici.
La frontiera creava una generale espansione socioeconomica, ossia un’espansione dei prodotti scambiabili, che a sua volta richiedeva un’espansione commensurabile dei mezzi di scambio e pagamento. Inizialmente, le banconote non erano denaro in regime di monopolio, ma una sorta di titoli negoziabili che qualsiasi impresa e governo poteva emettere, ed alle banche non veniva richiesto alcun particolare statuto e non erano poi così diverse da qualsiasi altra impresa; che l’emettitore sostenesse i suoi titoli negoziabili con valore reale era una questione ordinaria di concorrenza e rispetto della legge: se una banca si spingeva troppo oltre nel vendere bottiglie vuote come una cura miracolosa, o i correntisti abbandonavano la nave per un concorrente o gli ufficiali giudiziari l’arrembavano.
In risposta a questa esigenza di espansione della base monetaria, tuttavia, si sviluppò un atteggiamento governativo permissivo – indovina un po’! – verso l’incremento della tendenza speculativa intrinseca delle banche ad eludere il sostegno delle loro banconote con valore reale; con il termine “wildcat banking”, banche dei gatti selvatici, a significare che alcune banche si installavano in posti talmente inospitali che solo i gatti selvatici ci si sarebbero recati per riscattare le loro banconote in oro. Nello stesso tempo, la Costituzione Federale proibì agli Stati di emettere denaro, il chè raddoppiò gli incentivi all’attività bancaria, tanto che anche gli Stati ricorsero alle banche, private o di loro proprietà che fossero.

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Una tale presa di potere federale nel bel mezzo di una tale pressione potrebbe essere vista con sospetto, particolarmente in vista dell’esito risultante: mentre le banche piccole, quelle dei gatti selvatici, stavano tirando troppo la corda, quelle più grosse e ben introdotte erano indaffarate ad infiltrarsi nelle istituzioni, ed i guai e le agitazioni causati dalle piccole fornivano il pretesto ideale alle grandi che facevano pressione per il consolidamento in direzione della meta del primo stadio dell’oligo−monopolio del potere di emissione: le banche centrali. La solita strategia più tardi etichettata come strategia della tensione, dottrina dello shock, e simili: fomentare “disordine” per spianare la strada al tuo “ordine” come un salvataggio; da manuale. Ed in un libro nero del genere dei trucchi sporchi della propaganda ce n’è senz’altro uno che dice: incolpa il tuo nemico dei tuoi crimini. Questo fu ciò che avvenne nel caso delle banche dei gatti selvatici. Sia esso per intero o frazionario, con valore reale o no, vale a dire in modo onesto o criminale, che la singola banca sia unica responsabile del sostenere le proprie banconote è chiamato “free banking”, sistema di banche libere; ebbene fu il sistema di banche libere, in contrapposizione alle banche centrali, a venire incolpato per le banche dei gatti selvatici, invece di incolparne la vera fonte, il suo esatto opposto: quale che sia il tipo di banca che la perpetra, consentire un’attività bancaria criminale consistente nel creare potere d’acquisto dal nulla ed appropriarsene per mezzo dell’emissione di banconote falsamente coperte da un’illusoria fonte illimitata di valore reale ed in realtà non coperte da nulla.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere… quantomeno per i banchieri dei gatti selvatici e le banche minori, seppure certamente non per noi. Arrendersi ad un tale processo di consolidamento criminale verso una banca centrale, ed entrare in un cartello più grande e più monopolista, non significa per loro essere soltanto condannati. Dopo tutto, in qualunque dato momento nel corso di un processo di consolidamento criminale, i criminali minori hanno una certa “quota di mercato” che possono usare per intralciare i criminali più grossi, e così questi faranno meglio ad allungargli una fetta proporzionale di bottino. E particolarmente quando mantenere il clamore al minimo è nell’interesse di tutti loro come in questo caso, capisci… E più che mai in questo caso – il consolidamento del cartello bancario tramite una banca “centrale” – l’interesse comune per tutti i criminali coinvolti è enorme, nascosto e condiviso.

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Indizio tangibile è il sostegno universale, permanente, pieno ed incondizionato, ad oltranza dell’assoluta indipendenza, impunità e segretezza della banca centrale al di sopra di qualunque controllo democratico e sovranità popolare da parte di politici, esperti, media e banche, unanimemente ed all’unisono. Mettendo da parte il bene comune, in termini di guerre fra bande, una pressione da parte del vertice della banca centrale per preservare ed espandere il proprio illimitato potere è comprensibile; molto meno comprensibile è la mancanza di pressione nella direzione opposta, la congiura del silenzio, e persino la pressione nella stessa direzione, da parte di tutti gli altri. Sarebbe comprensibile la pressione permanente dei politici per impossessarsi di un po’ del potere del vertice della banca centrale; sarebbe comprensibile un certo livello di disaccordo permanente sul merito della questione da parte di esperti e media; e sarebbe comprensibile una pressione permanente delle banche per controllare e sfuggire al potere della banca centrale in quanto loro autorità “di controllo”. Nessuno fa niente per niente, no? Non saremmo sospettosi di tutto questo sostegno e silenzio unanimi in qualunque altro settore?

Ho trattato prima la sfaccettarura del privilegio bancario della riserva frazionaria, qui tratto la sfaccettatura della rimozione di qualunque limite ad essa.

Facciamo dunque il punto della situazione. L’induzione del valore intrinseco è perduta in un passato dimenticato, ed ora l’aggettivo “prezioso” viene dato per scontato accanto a certi metalli, mentre la valuta è solo ora sull’orlo della sua ambiguità, nel senso che allo stato attuale il denaro è considerato garantito dall’oro, e l’allontanamento fra il suo valore nominale ed il suo valore intrinseco, della quantità di carta rimborsabile in oro in circolazione a fronte della quantità di oro reale con cui rimborsarla, è ancora lontano dalla portata pianificata dall’associazione a delinquere.

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Ed ora diamo un’occhiata alla scena dal punto di vista del cittadino, da cui è probabile si veda solo quel che viene messo in scena perché sia visto, e senz’altro non quello che accade veramente dietro le quinte – lo stesso rapporto che c’è fra una favola della buona notte ed un’autopsia –: il governo conferisce alle banche private il diritto di emettere banconote perché sono garantite dall’oro; le banche possiedono abbastanza oro per garantire l’ammontare di banconote emesse; le banche si sono guadagnate quell’oro altrettanto onestamente quanto qualsiasi altra impresa; le banche rimborseranno quelle banconote in oro in qualsiasi momento su richiesta. Inoltre, proprio come lo possono le banche, anche il governo stesso può emettere banconote garantite dall’oro che si è guadagnato, e rimborsabili con esso su richiesta, dunque la carta circola al posto dell’oro solamente per la tua comodità. Tutto quadra.

Ma qui il ragionamento inizia a diventare ottuso: si presumono delle somiglianze dove ci sono differenze, cose distinte vengono identificate come se fossero la stessa cosa. Autorità, legge, governo, banche, denaro, coniazione del denaro, emissione del denaro, prestito del denaro, tutto avvolto in un’unica nuvola, dolosamente offuscata sopra la testa del cittadino.

È da questo punto di vista intorpidito che l’assurdo sembra logico, che le mostruosità passano inosservate. Bisogna imparare a pensare come uno stupido e poi a saltar fuori da quella stupidità per arrivarci. Manteniamola semplice e limitata al nocciolo, e si parte: Il denaro è emesso dalle banche, quindi è “logico” che se anche il governo deve emettere denaro deve avere una banca per farlo. Le banche prestano il denaro, quindi è “logico” che anche la banca del governo debba prestare il denaro. Che cose senza senso.

Le zecche producono il denaro, non le banche. Se il governo deve emettere denaro, deve avere o ingaggiare una zecca, non una banca. E indovina a chi la banca del governo presta il denaro? Al governo. Cosa? Il governo presta il denaro a sé stesso? Contro garanzie ed interesse?

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Ma sanno che siamo inclini a giudicare il monaco dall’abito, e a dare sin troppo per scontato che l’etichetta sia veritiera circa il contenuto della confezione; perciò, anche se l’assurdità inizia a puzzare appena sotto la superficie, questo non è loro d’ostacolo perché ci accontentiamo della superficie senza scavare sotto di essa.

Come risultato inizia l’era della banca centrale. Un inganno dove come al solito la mancanza d’informazione sembra temporanea e casuale mentre al contrario è accuratamente pianificata e permanente. Le banche centrali sono società private volutamente travestite da istituzioni pubbliche; questo è il motivo per cui sono chiamate “Nazionali”, “Federali”, “Centrali” o con qualsivoglia aggettivo meglio serva a questo scopo dal distratto e fiducioso punto di vista del pubblico. Le loro quote appartengono a privati, e persino laddove appartengano ad enti pubblici, rendono guadagni ai loro proprietari, e questi guadagni provengono da una frode. Perché esistono in primo luogo? Perché mai una nazione dovrebbe prendere in prestito al valore nominale la carta che dovrebbe emettere lei a prezzo di costo? Di chi sono le banche centrali? E a prescindere da di chi siano, chi intasca i loro utili? Perché esse producono utili, eccome.

Dato che siamo qui per chiamare le cose con il loro nome, sarebbe un eufemismo chiamare questa rendita un “profitto” senza qualificarla ulteriormente: la sgradevole verità è che quello che stiamo analizzando qui è un trasferimento di potere d’acquisto, rubato e drenato dalla società, e trasferito nelle tasche di coloro che controllano la banca centrale. E tutto questo – non solo questo, in realtà, ma anche tutti gli “strumenti” ed “evoluzioni” seguenti – altro non sono che estorsione parassita. Non esiste ragione perché tutto questo debba esistere. Nessuna ragione tranne l’associazione a delinquere.

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Ritorniamo all’Isola d’Esempio per i fondamenti di come funziona e dell’ordine di grandezza della sua “resa” – ossia, dell’ammontare e della velocità di trasferimento del potere d’acquisto rubato –. E durante il viaggio facciamo mente locale a due meccanismi: la trappola del debito infinito e la moneta ambigua. Ci vivono sempre 100 persone, e ciascuna in media possiede 100 unità di denaro; in tutto, esistono 10'000 unità di denaro cartaceo, in media l’1% ciascuno. Ma uno di loro è il banchiere ed uno di loro è il re o il politico, ed hanno istituito e possiedono la “banca centrale”; quando il sistema è a regime, la banca centrale ha speso un’inezia per produrre tutte le 10'000 unità di denaro cartaceo esistenti, poi le ha prestate tutte al governo, ed in cambio il governo ha dato alla banca come garanzia cambiali in qualsivoglia forma per, diciamo, 10'000 unità, che scadono dopo dieci anni, e si è impegnato a pagare alla banca centrale un interesse di, diciamo, l’1% annuo: 100 unità all’anno.

Per cominciare, c’è il furto iniziale di potere d’acquisto perpetrato ricevendo cambiali del governo per 10'000 unità in cambio di denaro cartaceo la cui produzione non è costata nulla. Il banchiere ha speso un’inezia ed ha ricevuto in cambio l’impegno del governo a restituirgli tutta intera la base monetaria esistente più gli interessi. Il governo si è impegnato a restituire al banchiere tutta la base monetaria più gli interessi, ed ha ricevuto in cambio carta senza valore che avrebbe potuto stamparsi da sé spendendo un’inezia. Quanto al fatto che la carta sia garantita dall’oro – quello che ha il cosiddetto valore intrinseco, da principio potrebbe sembrare che la carta non sia che un segnaposto dell’oro, e che chiunque possa andare dal banchiere a riscattarlo. Se questo fosse vero, il governo avrebbe scambiato il suo impegno con la garanzia del banchiere, costituita da quell’oro; se questo fosse vero, sarebbe solo una questione di perché il governo dovrebbe prendere in prestito l’oro del banchiere invece di usare il proprio; se il governo fosse a corto d’oro, sarebbe una questione di perché il governo dovrebbe usare un denaro sostenuto da qualcosa di scarso con il risultato soppressivo di una base monetaria scarsa. Ma più il denaro si sposta entro la sua gamma di ambiguità verso il non essere garantito da nulla, meno diventa possibile per la gente il riscattarlo effettivamente in oro a causa di leggi o di disposizioni, scritte o non scritte che siano, e più diretta si fa la domanda del perché il governo dovrebbe impegnarsi a dare tutto in cambio di niente.

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Poi, la trappola inizia a funzionare. Dopo un anno il governo deve alla banca centrale l’1% di tutto il denaro esistente, e quali sono le opzioni che restano alla vittima che “per qualche misteriosa ragione” non può rivoltarsi contro lo strozzino? Per pagare la banca fondamentalmente deve scegliere fra: restringere la base monetaria; prendere a prestito altro denaro dalla banca; intaccare il suo patrimonio; rubare a sua volta.

Ridurre: ridurre la quantità di sangue circolante in un organismo vivente al di sotto della quantità ottimale che gli serve non è che sopprimerlo verso la morte; questa è una delle strategie consuete dei banchieri e dei loro complici, ma per semplicità ora supponiamo che scartino questa opzione perché la loro intenzione per il momento è mantenere le cose in uno stato “costante” – tanto costante quanto può esserlo quello di uno che stia segando il ramo su cui è seduto, nota anche come la differenza fra visione a breve ed a lungo termine.

Prendere in prestito: abbiamo già visto prima cosa succede se il governo decide di prendere in prestito altro denaro per pagare gli interessi sul denaro preso a prestito – una strada a fondo cieco per il governo e le persone, che termina con il banchiere ed i suoi complici che possiedono tutto e tutti.

Intaccare: vendere i propri beni per onorare i propri impegni è una svendita in ogni caso: se è chi vende ad avere bisogno di vendere, sappiamo come va la cosa. Supponiamo che sull’isola vi siano beni reali – risorse e prodotti – corrispondenti a 10'000 unità, ed il governo possieda il 10% di essi, 1'000 unità. Adesso è facoltà del banchiere accettare il pagamento del suo 1% annuale di 100 unità di interessi in beni invece che in denaro. Se è “conciliante”, il 10% del patrimonio del governo, rappresentante l’1% di tutti i beni esistenti, viene trasferito direttamente a lui; se è “fermo nelle sue posizioni”, sarà persino peggio, dato che il governo sarà costretto ad una vendita di realizzo, e possiamo aspettarci che svenda diciamo 150 o 200 unità del suo patrimonio per mettere assieme quelle 100 unità; e possiamo aspettarci che i compratori di quei beni venduti sottoprezzo siano complici del banchiere, no?

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Rubare: una volta che le basi della trappola del debito infinito siano in funzione, la fame derivante può spingere il governo alla disperazione, e la disperazione può spingerlo a rubare per far fronte ai suoi impegni; supponendo ci fossero funzionari pubblici in buona fede inconsapevoli della vera causa – questi fondamenti e la complicità criminale che li impone – a questo stadio la pressione su di loro sarebbe dall’esterno, ed essi verrebbero irrimediabilmente stritolati fra le spire. Ma c’è uno stadio ben più losco: quest’associazione a delinquere può manipolare direttamente il governo affinché rubi, perché il re o il politico è il primo complice del banchiere, quindi controllare il governo non è un problema per loro. Quando si tratta di ottenere obbedienza dagli altri politici e funzionari lungo i livello inferiori della piramide, ci sono molti modi; li si possono riassumere nella minaccia (che sia tramite violenza, tramite ricatto o tramite indebitamento), o corruzione (dal semplice allettare con fondi al coinvolgimento), o inganno (che sia tramite bugie, tramite occultamento o tramite depistaggio con capri espiatorii o ideologie), e li si possono riassumere ulteriormente nell’avere abbastanza soldi per farlo. E si da il caso che quanto a questo, per i banchieri ed i loro complici la strada è spianata, perché si sono messi nella posizione di creare quello che persino i meno inclini all’enfasi chiamerebbero la più grande truffa per arricchirsi di sempre. A quel punto il peggio deve ancora arrivare, perché quando un governo prende la strada della rapina non ci sono limiti: tanto che come vedremo più avanti i governi usano le tasse sul reddito per strappare il pane di bocca ai propri cittadini e le guerre imperialiste per strapparlo ai cittadini degli altri stati. Quando inizi a tirare le somme delle vittime, siano esse domestiche o estere, esseri umani tuoi simili affamati, schiavizzati o maciullati, il totale progressivo suggerisce sempre più alla tua coscienza che il prodotto di questa macchina da rapina non è cosa da poco per l’umanità.

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Detto ciò, a cosa serve una cosiddetta banca “centrale”, “nazionale”, “federale”, in pratica? Ecco un caso tipico di cavallo di Troia: lo scopo spacciato alla gente è quello di proteggerla, lo scopo reale è quello di fregarla meglio, più completamente, più velocemente, più facilmente, e più impunemente. E quelli salutati dall’alto come coloro che dovrebbero proteggere la gente sono in realtà proprio quelli da cui la gente dovrebbe proteggere sé stessa. Si tratta di un esempio da manuale dello spacciare la causa fondamentale della malattia come la sua cura. E poi godersi il rendimento e lo spettacolo grottesco delle vittime inconsapevoli che implorano soccorso proprio dai loro boia.
Alla gente viene detto che una banca centrale serve a garantire che i loro soldi non perdano valore con il tempo per colpa dell’inflazione, mentre i veri colpevoli dell’inflazione sono proprio i banchieri stessi, come effetto secondario del creare dal nulla abbastanza denaro nelle proprie tasche da impossessarsi di tutti e di tutto, proprio grazie alla complicità della loro banca centrale che gli regge il sacco, come vedremo.
Alla gente viene detto che una banca centrale serve a garantire che i loro soldi non vadano in fumo se la loro banca dovesse fallire, mentre sono proprio i banchieri stessi che, nel distruggere i soldi della gente creando altri soldi dal nulla nelle proprie tasche che usano per impadronirsi di tutti e di tutto, giocano per di più anche sporco con le loro banche, spremendole e buttandole via in molti modi, proprio perché grazie alle banche centrali non dovranno mai rendere conto dei loro giochi sporchi. E quando alla fine sarà la banca centrale a ripianare, in realtà quella ridotta in schiavitù con il pretesto di pagare il conto, sia dei crimini commessi dai banchieri che del proprio stesso “salvataggio” attraverso l’indebitamento dello stato nei confronti proprio dei veri colpevoli dell’intera macchinazione, sarà la gente, che è il vero bersaglio ultimo.

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In altre parole, la banca centrale non è meramente fine a sé stessa; non è un fine, ma un mezzo. E possiamo considerare qualsiasi ambiguità circa la proprietà, controllo e profitti della banca centrale da un punto di vista più rivelatore, come una cortina fumogena pianificata di questioni secondarie per coprire quello che conta. Indipendentemente da quanto enorme ci appaia l’ordine di grandezza della truffa perpetrata all’interno di una banca centrale, nondimeno il suo scopo principale sta in un ordine di grandezza persino più grande: consentire a tutte le banche di massimizzare la loro frode a riserva frazionaria, mentre le si mette al riparo da qualsiasi responsabilità per essa. Qualunque questione inerente la proprietà ed i profitti di una banca centrale impallidisce in confronto a quella dell’entità esponenzialmente più grande della truffa della riserva frazionaria perpetrata dall’intero sistema bancario nel suo complesso. La banca centrale è il tassello mancante dell’arma finale con cui i banchieri, per la precisione i pezzi grossi fra di essi, quelli veramente grossi, si impadroniscono di tutti e di tutto. I veri scopi di una banca centrale sono:
Primo, permettere ai banchieri di creare dal nulla il potere d’acquisto con cui si impadroniscono di tutti e di tutto in modo più abbondante, più veloce, meno palese, e più impunito.
Secondo, permettere ai governi di indebitare gli stati più facilmente e svolgere così meglio la loro funzione di camerieri dei banchieri. I governi sono senz’altro i migliori clienti dei pesci grossi dei banchieri per una quantità di ragioni combinate:
perché l’ordine di grandezza dei debiti che contraggono è senza pari;
perché tendono intrinsecamente all’insolvenza, sia per propria natura umanoide alimentata dai difetti umanoidi – dove umanoide significa al di sotto dei requisiti minimi di intelligenza ed onestà – e quindi tendono a prendersi carico dei bisogni sociali, persino quando lo fanno effettivamente e decentemente, in modi che più o meno intenzionalmente producono debito monetario;
e tutto questo ancora di più perché controllati dai banchieri che li spingono più che possono ad indebitarsi con loro;
ed infine perché sono i cittadini ad essere chiamati a rispondere dei debiti contratti dai politici;
e quindi in ultima analisi i governi sono uno strumento chiave per i banchieri per impossessarsi di tutti e di tutto: prima delle proprietà della gente, e poi della gente in carne ed ossa, che riducono così in schiavitù con armi economiche, o meglio finanziarie. Ossia, in una gabbia le cui sbarre sono fatte di ombra invece che di ferro, ma che sono tanto efficaci quanto noi consideriamo l’ombra reale quanto il ferro, se non addirittura di più.

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Perciò adesso vediamo in termini pratici come il congegno chiamato banca “centrale” mette i banchieri in condizione sia di conseguire la loro meta che di evitare le “insidie” lungo il suo percorso, isolando ed osservando gli elementi significativi del meccanismo: le sue parti interessate, due concetti astratti, le sue regole operative, ed i suoi effetti per e sulle parti interessate.

Le parti interessate sono i capi, i subordinati, ed i bersagli:
I capi sono i banchieri che hanno vinto le guerre bancarie, quelli che controllano i principali interessi bancari al vertice del conseguente consolidamento criminale, quelli che hanno accumulato abbastanza potere da controllare la legge controllando i mezzi di comunicazione, l’“opinione pubblica” e gli accademici che la ispirano, plasmano, giustificano e fanno campagne per essa, i legislatori ed i politici che la redigono ed approvano, e le autorità preposte alla sua applicazione che la fanno rispettare e la proteggono.
I subordinati sono gli altri banchieri, quelli sopravvissuti alle guerre bancarie ma che non le hanno vinte, quelli che controllano gli interessi bancari minori al di sotto del vertice del conseguente consolidamento criminale, quelli che non hanno accumulato abbastanza potere da essere al controllo, ma abbastanza da venire risparmiati e cooptati.
I bersagli sono il resto di noi.

I due concetti astratti sono promessa e consegna, ed arriviamo ad essi astraendoli da un caso concreto: Quando la parte della banca centrale della truffa ebbe inizio, ai bersagli era ancora permesso maneggiare sia il valore intrinseco sotto forma di oro, argento e simili in lingotti, monete, ecc., che il valore nominale sotto forma di note di banco−banconote, e quindi erano abituati a convertire dall’una all’altra. A questo stadio iniziale, il valore intrinseco è la consegna ed il valore nominale è la promessa: quando cambia di mano una moneta d’oro, viene consegnato valore reale; quando cambia di mano una banconota, cambia di mano solo una promessa di consegnare valore reale, una promessa da mantenere quando quella banconota verrà riscattata con del valore reale come l’oro.

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Man mano che il denaro inesistente, il credito bancario, prendeva piede come mezzo di pagamento accettato, iniziò ad esistere una nuova coppia “promessa e consegna”: credito bancario e banconota; e questo esemplifica come i concetti di promessa e consegna possano esistere, e soprattutto operare, in astratto, laddove astratto significa indipendentemente dal fatto che la consegna in questione sia di valore intrinseco o no. L’utilità della coppia promessa e consegna come concetti astratti qui è che lo schema fraudolento della riserva frazionaria si applica a qualsiasi coppia promessa e consegna in quanto tale, indipendentemente dal loro valore intrinseco o nominale: in quest’ottica, tutto ciò in cui consiste è spacciare qualsivoglia promessa come la sua consegna corrispondente. Ed ovviamente il luogo del delitto è la mente del bersaglio che fraintende l’una per l’altra. Riassumendo la relazione della riserva frazionaria con i concetti di promessa e consegna, il movente criminale del banchiere per passare da consegnatario−100−percento a debitore−a−riserva−frazionaria diviene chiaro come il sole in termini di promessa e consegna: sfruttare le promesse come consegne è la base della truffa della riserva frazionaria – è cio in cui essa consiste. Ed è intrinsecamente contraffazione: niente circolazione di promesse, nessun motivo per contraffare promesse fasulle per consegne inesistenti.

Le regole operative basilari che contano nel sistema a banca centrale, dettate dal legislatore per conto dei capi, sono le seguenti:
La banca centrale ha il monopolio della creazione delle banconote.
La banca centrale e le altre banche condividono il monopolio della creazione del credito bancario.
La gente può esigere sia dalla banca centrale che dalle altre banche che riscattino il credito bancario in banconote, ma può esigere solo dalla banca centrale che riscatti le banconote in… cosa?
Concettualmente, inizialmente la banca centrale garantisce le banconote che emette per intero con oro, poi applica la riserva frazionaria e le garantisce con oro solo in parte, ed alla fine le garantisce con puro e semplice nulla. Questo è un caso di quello che chiamo il “ciclo della moneta ambigua”, che tratto più avanti; parallelamente ad esso ed in suo logico supporto, alla gente viene reso sempre più difficile ed alla fine impossibile esigere che la banca centrale garantisca quelle banconote riscattandole in oro o in alcunchè.

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La banca centrale garantisce il suo credito in modo identico alle sue banconote: alla fine del “ciclo della moneta ambigua”, quando le venga richiesto di riscattare del credito, per quel credito essa emette e scambia banconote; quando le venga richiesto di riscattare delle banconote, per quelle banconote essa emette e scambia altre banconote. In entrambi i casi, emette qualcosa di creato a volontà dal nulla a costo zero.
Le altre banche garantiscono il loro credito con le banconote: quando venga loro richiesto di riscattare il credito, per quel credito esse scambiano banconote che devono prendere in prestito dalla banca centrale; la banca centrale esige che espandano il loro credito entro il limite della riserva frazionaria, detta la percentuale di riserva corrente, ed esige che tengano le loro riserve depositate nella banca centrale stessa, e così le altre banche devono avere riserve non inferiori a quella percentuale per il credito che creano, e tenere quelle riserve nella banca centrale. Vale a dire, le altre banche emettono credito creato dal nulla a costo zero, in una quantità non eccedente quella dettata dalla banca centrale.
Dire che le riserve della banca centrale sono tanto infinite quanto il nulla da cui scaturiscono è incompleto: senz’altro alla gente viene detto che la banca centrale è lì per garantire tutto quanto, ma la cornucopia presentata come quella alla quale la banca centrale attinge per garantirlo è in ultima analisi lo Stato, non il nulla. Piccolo insignificante particolare che vedremo fra un minuto…
Le riserve delle altre banche possono anche essere costituite da capitale proprio e da depositi dei clienti indebitamente appropriati, ma dato che la fonte prima del credito e del denaro è la banca centrale, sono fondamentalmente e principalmente composti da prestiti della banca centrale. È abbastanza degno di nota che ciò di cui principalmente consistono queste riserve non sono banconote, ma credito bancario: vale a dire, sono promesse garantite da altre promesse, non da consegne.
Riassumendo, un’unità di credito bancario emessa dal nulla a costo zero è garantita solo da una sua frazione in credito bancario centrale emesso dal nulla a costo zero, che a sua volta è garantito solo da una sua frazione in… valore reale dapprima, che appena possibile viene sostituito dal nulla. Alcuni lo chiamano doppia piramide.

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Ciò significa che, una volta a regime, la banca centrale ha sovranità illimitata, e della quale non deve assolutamente rendere conto a chicchessia, sulla massa monetaria. Nessuna entità sociale, politica o fisica può sindacare od intaccare il suo potere assoluto di decidere quanto denaro, quando ed a chi.
A proposito, è stato detto che fra i basilari compiti vitali di un vero membro di qualunque gruppo c’è il non permettere mai a chicchessia di strumentalizzare gli errori ed i misfatti dei pochi per disciplinare e ridurre in schiavitù tutti; cosa nient’affatto sorprendente, una strategia soppressiva di routine è esattamente quella, ed un caso tipico è quello dei capi che sostengono premurosamente l’inclinazione dei politici a rubare ed a sprecare non solo per indebitare gli stati nei loro confronti, ma anche per far montare il pretesto ed il sostegno per l’idea che la sovranità monetaria non sia “al sicuro” nelle mani di politici e governi, e che quindi – indovina un po’ – sia “più al sicuro” nelle mani totalitarie dei banchieri centrali e dei loro burattinai. Alcuni potrebbero chiamarlo: dalla padella alla brace. Alcuni altri potrebbero chiamarlo affidare il gregge ai lupi per proteggerlo dagli sciacalli sguinzagliati dai lupi.

E così la banca centrale crea potere d’acquisto dal nulla sotto forma di credito o banconote, poi compra qualcosa con esso oppure lo presta alle altre banche accreditandolo nei suoi conti riserva intestati ad esse, e nel frattempo detta il rapporto di riserva frazionaria. Le altre banche creano molto più potere d’acquisto ulteriore dal nulla sotto forma credito entro il limite dettato dal rapporto di riserva frazionaria e dalle loro riserve presso la banca centrale, poi comprano qualcosa con esso o lo prestano alla gente. Quando la gente chiede il riscatto di quel credito in banconote, le altre banche prelevano dal credito nei loro conti riserva presso la banca centrale, e la banca centrale emette le banconote corrispondenti dal nulla e riduce in maniera corrispondente il loro credito nel loro conti riserva. In sintesi, il solo vincolo a determinare quanto credito e denaro vi siano in esistenza è una decisione arbitraria della banca centrale che non è tenuta a renderne conto a nessuno; ed il solo vincolo a determinare chi ne avrà quanto è decisione arbitraria di ciascuna banca che non è tenuta a renderne conto a nessuno.

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Vorrei invitarti a fare una pausa per un momento per riflettere su questo potere divino, ed a questo proposito vorrei aggiungere che le banche centrali, in aggiunta a, o meglio in combinazione con l’essere entità di proprietà od a controllo privato, godono di un altro privilegio divino: esse non sono soggette ad alcuna revisione da parte di nessuna entità esterna; non sono soggette a tali revisioni indipendenti perché non rendono conto a nessuna giurisdizione; non rendono conto a nessuna giurisdizione perché non sono soggette ad alcuna giurisdizione. Che questo significhi che a nessuno sia dato sapere quanto “denaro” ci sia in esistenza, né sia dato avere alcuna voce in capitolo in proposito, è solo una sfaccettatura di questo potere divino.

E adesso, quanto agli effetti per e sulle parti interessate, paragoniamo lo schema della banca centrale alla sua assenza, in vista dei suoi scopi reali di permettere ai capi di controllare uno schema che faccia indebitare i bersagli inconsapevoli nei confronti loro e dei loro subordinati appropriandosi della loro moneta e delle loro istituzioni. La meta è massimizzare lo sfruttamento impunito della truffa della riserva frazionaria; quindi, allo stesso tempo, minimizzare tanto la consapevolezza della truffa da parte dei bersagli quanto l’eventualità che essi superino l’orlo del palcoscenico e colgano sul fatto il banchiere mentre manomette il loro potere d’acquisto.

Con il sistema di banche libere, se i bersagli chiedono il riscatto in consegne−banconote delle promesse−crediti di qualsiasi banchiere, quel banchiere prontamente emette quelle consegne−banconote, ma esse a loro volta sono promesse, ed i bersagli hanno facoltà di – e lo faranno – esigere che quel banchiere riscatti anch’esse nella corrispondente consegna, sia essa oro, beni o quant’altro. Il sistema di banche libere è una sorta di complotto criminale limitato dove la concorrenza limita intrinsecamente l’espansione delle promesse spacciate fraudolentemente come consegne. Raggiro a parte, non è nulla di più del fondamento della competizione sana contrapposta al monopolio. Se un banchiere decide di tirare troppo la corda, perché i banchieri concorrenti dovrebbero stare a guardare mentre quel collega gli sottrae fette sempre più grandi del loro bottino?

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Va tenuto presente che qualunque forma di promessa−credito non può fare a meno di finire in un conto bancario, e con tutta probabilità in un’altra banca (a meno che non ci fosse solo una banca monopolista, il che è il sogno dei banchieri, e la banca centrale è un passo in quella direzione). Quindi gli altri banchieri esigeranno semplicemente il riscatto delle promesse−crediti in eccesso emesse da quel banchiere ed ora in loro possesso. E quanto ai bersagli, se iniziano a nutrire dei sospetti sulle promesse−crediti di quel banchiere in loro possesso, daranno semplicemente inizio ad un assalto a quella banca. In ambo i casi, se quel banchiere non è in grado di onorare tutte quelle promesse−obbligazioni, nessun altro verrà in soccorso, e quel banchiere non avrà alcun posto per ripararsi, nessun posto in cui nascondersi.

Con la banca centrale, nessuna banca può tirare troppo la corda da sola, per l’ottima ragione che tirano troppo la corda tutte assieme allo stesso ritmo, costantemente, incessantemente, e furtivamente. La banca centrale, tramite il requisito della riserva, assicura che nessun banchiere tiri troppo la corda solo soletto davanti al gruppo dei suoi colleghi, così che tutti i banchieri possano dedicarsi beatamente a sostenersi l’un l’altro, accettando e trattando le reciproche promesse come se fossero consegne, indefinitamente, indisturbati e non scoperti. Quanto ai bersagli, tanto per cominciare fanno la fine della rana bollita: se immergi le rane nell’acqua, e poi scaldi l’acqua abbastanza uniformemente ed abbastanza gradualmente, ogni giorno le rane non noteranno alcuna differenza fra qui e là e fra oggi e ieri, mentre ogni giorno la temperatura che sale toglierà loro sempre più le forze, e così si ritroveranno alla fine bollite a puntino senza neanche rendersene conto, schiacciate in un’apatia sufficiente da lasciarsi infilzare e spolpare dai banchieri senza la minima protesta. Più promesse vengono create e spacciate come consegne, più potere d’acquisto viene trasferito dai bersagli ai capi ed ai subordinati, quindi i bersagli sono soggetti ad una pressione permanente ed universalmente coerente a considerare le promesse come consegne, ed a costringerli a farlo alla minima opportunità.

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La frode è una funzione della fiducia: più coperta la frode, più fiducia sfruttabile. Quindi, i castelli di carte vengono promossi quando non addirittura imposti il più possibile. Il castello di carte della riserva frazionaria può funzionare nella misura in cui i bersagli non chiamano i truffatori a rendere conto, perciò prevenire questa eventualità in qualsiasi modo è una questione permanente chiave per i truffatori. Se i bersagli sono così cocciuti da volere proprio riscattare le promesse−crediti in consegne−banconote, abbiamo a portata di mano una banca centrale per stampare qualunque quantità di banconote dal nulla; se questo arriva al punto di esaurire le riserve di una banca, beh, quella banca può anche saltare senza che questo causi il crollo del sistema, indipendentemente dal fatto che i suoi bersagli vedano le loro promesse riscattate in banconote o no. E se i bersagli dovessero essere cocciuti al punto di pretendere il riscatto delle promesse−banconote in consegna−oro−o−qualsiasi−valore−reale, le nostre contromisure sono già schierate: i nostri media ed esperti diffondono il mantra che le promesse sono tutto e le consegne appartengono ormai alla storia… Consegne? Quali consegne? Oh, intendi quelle bizzarrie dell’età della pietra? Non pensi di essere un po’ fuori moda? Non vorrai davvero farti ridere dietro, no? Farmi ridere dietro… da chi? Dopo tutto, valuta legale significa che sei obbligato ad accettare le promesse come tutto, e dopo tutto la banca centrale è lo Stato, e tutto questo è la madre di tutti i monopoli, quindi potete tutti dormire sonni tranquilli mentre l’ipnotizzatore ed il legislatore uniscono le forze per dirvi di dormire, e dimenticare la consegna−valore reale, no? Dopo tutto, è solamente questione di plasmare le abitudini della gente, dall’essere abituata a maneggiare sia promesse che consegne, all’essere abituata a maneggiare solo promesse come consegne e basta: è solo questione di avere abbastanza tempo e potere per portarlo a termine, ed i banchieri hanno entrambi. Vedi in giro qualcuno di questi tempi che si sogni di esigere che una qualunque banca centrale riscatti la sua carta in alcunchè di valore? Vedi in giro qualcuno di questi tempi consapevole che la “tradizione” dell’attività della banca centrale e del suo ruolo di “prestatore di ultima istanza per conto dello Stato” non furono affatto dettate dall’alto come parte dei comandamenti, ma sono state create ad arte dal nulla proprio come lo è il denaro−promessa? C’è una certa differenza con un tempo in cui ciascun banchiere doveva stare in piedi da solo, e quando scoperto a fare il furbo, se tutto andava per il verso giusto nel trambusto dell’assalto alla banca finiva impiccato a dovere.

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La messinscena della banca centrale era – ed è – determinante nel sostenere artificialmente la fede del pubblico nel sistema bancario, così che i banchieri, capi e subordinati, in quella misura possano espandere indefinitamente la creazione di potere d’acquisto dal nulla nelle loro tasche attraverso promesse a riserva frazionaria di consegne inesistenti, impadronirsi con esso di tutte le proprietà, vite, corpi ed anime dei bersagli, e scaricare tutti i costi ed i rischi sui bersagli stessi via lo Stato e la connivenza del governo.

Per evitare di lasciare zone d’ombra, infine, vorrei evidenziare un aspetto specifico di come lo schema fraudolento delle banche “centrali” sostiene l’altro schema fraudolento della riserva frazionaria: perché i capi hanno riservato alla banca centrale il monopolio del privilegio di emettere denaro fisico dal nulla, mentre hanno concesso alle altre banche il privilegio di emettere credito dal medesimo nulla?

Lo scopo dei capi è assicurare il proprio controllo. Controllo in modo da evitare assalti a singole banche, controllo in modo da evitare assalti al sistema, controllo in modo da tenere lo schema in funzione, controllo in modo da massimizzare ed assicurarsi il massimo possibile dei suoi profitti fraudolenti e totalitari, controllo in modo da mantenere il loro controllo. Ed a questo fine i capi hanno imposto tanto consolidamento criminale del controllo quanto gli consentiva il potere che avevano accumulato: ce n’è per tutti, ma qui comando io.

Credito bancario e denaro fisico sono una coppia “promessa e consegna”, e la riserva frazionaria “funziona” spacciando promessa come consegna. Quindi le banche centrali si assicurano che le altre banche righino dritto quanto a promesse tramite il requisito della riserva, e che righino dritto anche quanto a consegne tramite il monopolio dell’emissione di denaro fisico. Per mezzo di queste regole e della loro imposizione tramite il controllo sulla legge, sulla contabilità e sul sistema giudiziario, hanno tutto sotto un controllo soddisfacente.

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E se, viceversa, le altre banche potessero emettere anche denaro fisico? Si porrebbero una serie di domande spinose:
Le banche emetterebbero tutte lo stesso tipo di moneta, oppure ciascuna emetterebbe la sua propria?
Quale sarebbe lo schema di promesse e consegne?
A chi verrebbe consentito oppure imposto di detenere riserve, per cosa, ed in che forma?
Chi verrebbe chiamato dalla gente a rispondere del riscatto di quale promessa in quale consegna?
La banca centrale sarebbe in grado di assicurarsi e di mantenere il controllo di tutte le promesse, consegne e riserve dello schema, e di assicurarsi che tutte le banche righino dritto? E come?

Che pasticcio sarebbe. Un pasticcio esplosivo. Non soltanto queste domande sarebbero un puzzle e le possibili risposte un rompicapo; qualsiasi risposta possibile sarebbe un rischio esplosivo, ed inoltre ostacolerebbe od impedirebbe il conseguimento dell’altro scopo stesso dello schema: tirar dentro lo Stato come fidejussore, il governo come complice, ed i cittadini come vittime da spennare.
La banca centrale finge di essere pubblica ed inventa ed assume il ruolo di “prestatore di ultima istanza” “per conto” dello Stato: “Caro cittadino, i nostri sono sempre pronti ad arrivare; diventa cliente delle banche con piena fiducia: qualunque cosa accada, Mamma Stato verrà in tuo soccorso e pagherà qualunque conto.”

Spacciare una frode è tanto facile o difficile quanto la sua finzione messa sulla scena appare plausibile alla vittima; e dal punto di vista del cittadino−bersaglio un palcoscenico dove c’è una moneta sola emessa da una banca centrale appare più affidabile di un palcoscenico dove ciascuna banca emette la propria moneta, semplicemente perché psicologicamente è più compatibile con l’ulteriore sfaccettatura fraudolenta della Mamma Stato dietro la banca centrale “prestatore di ultima istanza”. E che quelli che pagano il conto dei criminali siano le vittime stesse derubate una seconda volta dello stesso bottino è solo un trascurabile dettaglio sullo sfondo.

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Nel complesso, senza il monopolio del denaro fisico, da un lato sarebbe ancora possibile alle banche sfuggire al controllo della banca centrale sull’espansione della riserva frazionaria, e quindi scatenare assalti alle banche che pretendano da esse di riscattare le loro promesse in consegne; dall’altro sarebbe più probabile per la banca centrale essere chiamata a rispondere e meno facile operare il salvataggio rilevando tutto e scaricare il costo sulla gente tramite il governo, e tutto questo in una scena dove la circolazione di più tipi diversi di contante minerebbe seriamente l’autorità psicologica della banca centrale e la sua supposta identificazione con Mamma Stato.

Prenderò un prestito da una delle mie letture caldamente consigliate per immergerci un momento nei dettagli pratici di cosa sia una banca centrale, ed a cosa serva.
G. Edward Griffin ha intitolato la sua fondamentale opera “The Creature from Jekyll Island – La creatura venuta dall’isola Jekyll”. La creatura venuta dall’isola Jekyll è la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, ed entrambi i nomi “creatura” e “Jekyll” centrano bene il punto. Infatti, la manciata di pesci grossi di Wall Street che si riunì nella più assoluta segretezza sull’isola Jekyll nel 1910 era la quintessenza di un cartello, e la banca centrale che pianificarono e fecero approvare nel 1913 non è altro che la materializzazione di un cartello camuffato nel modo più tipico: come il suo contrario.
Quei pesci grossi erano gli emissari dei più grossi poteri bancari al mondo, ed al tempo la loro presa sull’economia stava declinando: sempre più la gente si finanziava senza fare ricorso a loro. Libera competizione e denaro garantito da valore vero stavano avendo la meglio su monopolio e denaro non garantito da nulla. Il numero di piccole banche indipendenti, casse di risparmio, cooperative edilizie, ecc. era in aumento costante. E le imprese erano sempre più in grado di finanziarsi con i propri profitti piuttosto che con denaro preso in prestito dalle loro banche. Le loro banche stavano perdendo terreno mentre il capitale creato e detenuto da privati, veri prodotti e servizi, vera ricchezza, stava crescendo.

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Avevano un problema comune: come invertire una tendenza sfavorevole. Una tendenza esprimibile in termini di perdita di quote di mercato, oppure in termini meno asettici di liberazione dalla schiavitù economica in via di realizzazione. Avevano una meta comune, una meta composta di cinque obiettivi.
Il primo, e basilare, obiettivo era fermare la crescente concorrenza da parte di banche indipendenti, casse di risparmio, cooperative edilizie, ecc., riprendere il sopravvento e mantenere ed aumentare il controllo sulle risorse finanziarie della nazione.
Per conseguire il primo, il secondo obiettivo era migliorare la competitività del loro denaro a debito e fermare la crescita del suo concorrente, la ricchezza reale.
Il terzo obiettivo era trasformare le piccole banche indipendenti loro concorrenti da un mucchio di spine nel fianco in un bacino di risorse sfruttabili.
Il quarto obiettivo era scaricare le inevitabili perdite di un sistema intrinsecamente fraudolento dai suoi responsabili alle sue vittime. E questo particolarmente in considerazione del fatto che la loro meta comprendeva il portare quel sistema fraudolento ad un livello senza precedenti, immenso e sistematico.
Il quinto, ovvio, obiettivo era che, nelle parole di Griffin, come per tutti i cartelli, doveva venire creato tramite legislazione e sostenuto dal potere del governo con l’inganno del proteggere il consumatore.

Sebbene la meta e tutti gli obiettivi qui sopra si rifacciano a ciò che abbiamo appena trattato, il secondo di essi potrebbe beneficiare da una spiegazione supplementare da Griffin:
Denaro sano, sostenuto da valore reale, vale a dire, un rapporto più onesto fra denaro e prodotto reale, a tenere fra le altre cose a freno il vizio bancario della riserva frazionaria, produceva una massa monetaria realistica ed un equilibrio realistico fra debito e risparmio. Vale a dire, il costo del denaro era abbastanza basso da attrarre i candidati al prestito seri, fiduciosi del successo delle loro iniziative e della loro capacità di ripagarlo, ed abbastanza alto da scoraggiare i candidati per iniziative che fossero castelli in aria o per cui ci fossero fonti di finanziamento alternative quali il capitale proprio.

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L’arma dei bankster per combattere questo nemico è ciò che viene etichettato eufemisticamente “elasticità della base monetaria”, ed è in realtà ancora una volta il fondamento dei fondamenti: denaro fiat non garantito gratuito. In altre parole, la facoltà di creare potere d’acquisto dal nulla nelle loro mani a costo zero praticamente a volontà.
Vediamo come: se il bankster può creare denaro dal nulla a volontà praticamente senza limiti, quel denaro non gli costa nulla mentre i suoi concorrenti nell’economia reale devono sopportare dei costi per guadagnare denaro limitato, perciò il bankster può prestare di più a tassi d’interesse più bassi dei suoi concorrenti, e questo ha due conseguenze.
La prima è gettare i suoi concorrenti fuori mercato ed in fallimento attraverso quello che in affari viene etichettato “dumping”.
La seconda è accendere la miccia del crollo inevitabile dello schema piramidale della riserva frazionaria globale sulle sue vittime designate, incentivando sempre più prestiti del suo denaro a debito per iniziative sempre più campate in aria e destinate al fallimento.
Nel frattempo le vittime designate, la gente e l’economia reale, diventano sempre più deboli e sempre più dipendenti dai bankster. Come se i pescatori usassero per i tonni esche che creano dipendenza e poi iniziassero a spolparli già mentre li spingono verso la camera della morte alla fine della tonnara.

Molti sono i commenti che potrebbero venire suggeriti dai dettagli qui sopra, dei quali solo uno è: ecco cos’è una banca centrale, il prodotto di un cartello. Ed un cartello. Ma come abbiamo visto in precedenza, che sia un cartello non ne è che una sfaccettatura.

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Un commento che vale la pena sottolineare è a proposito del loro quarto obiettivo, e penso che un modo efficace di sottolinearlo sia attraverso le parole di Griffin: “Il nome del gioco è salvataggio bancario”. Nel considerare l’intero argomento delle banche centrali mai dovremmo perdere di vista il fatto che è stato tutto progettato per fotterci in primo luogo e dall’inizio alla fine, fine decisamente compresa, e questo è il punto qui: i bankster creano “denaro” dal nulla nelle loro mani e, sia direttamente con esso che indirettamente tramite la conseguente inflazione, rapinano il nostro potere d’acquisto, rendono dipendenti, corrompono e minano sia l’economia che le loro stesse banche, e quando il castello di carte inevitabilmente crolla come pianificato, l’intero costo – vale a dire, il loro ulteriore profitto – viene scaricato attraverso governo, tasse ed inflazione sulle vittime già sfruttate e spolpate in precedenza durante l’intero processo: noi.
Un altro commento che vale la pena sottolineare è a proposito del loro quinto obiettivo: che quanto a tutti i loro obiettivi il loro piano sia stato un successo senza riserve è un dato di fatto; dal momento che tale quinto obiettivo era essenziale ed imprescincibile per conseguirli, allora tale successo senza riserve misura il grado in cui quel quinto obiettivo sia stato raggiunto. Ma questo è parte di ciò che ci aspetta più avanti.

I fatti reali documentati da Richard A. Werner nel suo New Paradigm in Economics, Nuovo paradigma in economia, e citati più avanti nella sezione a proposito di un altro crimine contro l’Umanità, il “Pensiero Unico in Economia”, provano che le banche centrali sono armi di distruzione di massa cariche in attesa di criminali soppressivi che ne prendano il controllo ed attraverso di esse perpetrino tali loro crimini, controllando e sopprimendo intere economie. Le banche centrali in quanto tali potrebbero pertanto venire considerate un mero crimine contro l’Umanità potenziale. Ma dal momento che sono state create da quegli stessi criminali per quel preciso scopo in primo luogo, e dal momento che quando sono in mani private tale potenziale diviene realtà con assoluta certezza, e quando sono in mani pubbliche la nostra sola difesa è quello che Thomas Paine ha chiamato il compito del patriota di difendere il proprio paese dal suo governo, ce n’è abbastanza per chiamare le cose con il loro nome.
Ultima, ma non meno importante fra le ragioni dei pesci grossi per usurpare il controllo ultimo della massa monetaria in sé tramite la banca centrale, c’è anche qualcosa di persino più significativo: conquistare una posizione strategica dalla quale l’attuazione delle ulteriori sfaccettature che seguono più avanti diventa più facile, quando non addirittura possibile in primo luogo.
E mentre le prossime sezioni della Pietra Filosofale qui trattano il vasto panorama generale dei crimini economici contro l’Umanità concettualmente, più avanti troverai un rapporto dettagliato sull’uso di quest’arma di distruzione di massa nota come banca centrale proprio nella citata sezione a proposito del “Pensiero Unico in Economia”.