Coscienza ed obbedienza, responsabilità ed autorità: una misura degli orrori della fonte potenziale di guai umanoide, 5

L’autorità non esiste in sè stessa: tutto non è che accordo, e tutta l’autorità che esiste non è che autorità riconosciuta. E che sia per libero arbitrio, con l’inganno o sotto costrizione, rimane comunque accordo sul riconoscimento: se alzi le mani davanti ad un’arma, il rapinatore sfrutta il tuo concordare e riconoscere che la tua vita ha valore. Più valore del tuo portafoglio o del tuo onore.

Sulla base di molti dei difetti umanoidi menzionati prima, possiamo facilmente vedere come la strada sia spianata per coloro che mirano a manipolarci e indurci alla soggezione all’autorità: il nostro lato umanoide non chiede di meglio. Possono infatti esserci una quantità di ragioni per le quali siamo portati a giudicare il monaco dall’abito e ad inchinarci davanti ad un camice bianco insanguinato, ma certamente non ultima è che più ci inchiniamo più sfuggiamo alla nostra propria responsabilità personale.

Da qui lo spaventoso successo dei manipolatori nell’inscenare quella che mira a divenire autorità “percepita” dal bersaglio finale: noi. E il giudicare il monaco dall’abito viene infatti chiamato con maggior precisione “Principio di Autorità”: le cose vengono considerate vere o false, buone o cattive, non in base al loro essere effettivamente tali, ma in base alle autorità percepite di coloro che dicono che sono vere o false, buone o cattive. Poi il coperchio della trappola viene sigillato dalla nostra inclinazione umanoide a far diventare verità le bugie, a furia di ripetercele l’un l’altro finché non diventano un “lo sanno tutti”. Verità, riposa in pace. O piuttosto, rivoltati nella tomba mentre noi facciamo orecchie da mercante con il rumore.

Sicuro, i manipolatori sono abili professionisti nel “confezionamento”: indaffarati a rivestire gente e cose in confezioni progettate per indurci a sentire un abisso gerarchico fra noi e loro. Sicuro, la ricerca del controllo dei media è parte di questa guerra in cui ogni testa di ponte conquistata rende un altro po’ di potere di bombardare noi con tali “confezioni”. Ma di sicuro diamo il benvenuto a braccia spalancate a queste bombe. Quello che chiamano “aggiustamento del pensiero” affonda le radici nella brama umanoide di sfuggire alla responsabilità personale individuale.