Coscienza ed obbedienza, responsabilità ed autorità: una misura degli orrori della fonte potenziale di guai umanoide, 2

Se l’opinione di qualcuno dovesse essere che il fardello umanoide su tutti noi non è poi così pesante, dopo tutto, la risposta è che c’è dell’evidenza oggettiva, ed essere incapaci di considerare la differenza fra opinioni e fatti è indiscutibilmente umanoide. L’esperimento Milgram è qualcosa che chiunque dovrebbe conoscere, e andrebbe senz’altro insegnato a scuola in educazione civica. A quanto pare ci vollero la seconda guerra mondiale ed i susseguenti processi ai nazisti per superare il nostro essere quantitativi, squilibrati, emotivi, e spingere alcuni di noi a chiedersi se milioni di persone andassero considerate complici o solo esecutori di ordini come sostenevano. Così, nel 1961, un professore dell’Università di Yale di nome Stanley Milgram condusse una serie di esperimenti filmati al preciso scopo di misurare la disponibilità, di mettere a confronto la tendenza ad obbedire all’autorità comunque sia con la coscienza personale, di fronte alla richiesta di commettere atti palesemente e sempre più immorali, non etici, criminali.

Puoi svolgere facilmente tu delle ricerche sull’esperimento di Milgram; qui è sufficiente dire che la circostanza inscenata era un esperimento “clinico” nel quale ad un volontario nel ruolo di insegnante veniva richiesto di infliggere scosse elettriche crescenti – fino a 450 Volt! – ad un volontario nel ruolo di studente quando quest’ultimo sbagliava certi esercizi, sotto la supervisione di un responsabile dell’esperimento, una figura accreditata come autorità dall’indossare un camice bianco in un ambiente “clinico”, che esigeva che l’insegnante impartisse le scosse qualora questi esitasse o si rifiutasse. Il vero oggetto dell’esperimento era l’insegnante, il quale ignorava che l’esperimento, lo studente e le scosse elettriche erano fasulli.

Sebbene gli “esperti” sondati avessero previsto che solo una percentuale dallo 0 al 3 percento avrebbe inflitto il massimo voltaggio, la cruda statistica risultante lascia a bocca aperta – o forse no: nella prima serie di esperimenti, il 65 percento non disobbedisce mai sino al voltaggio più alto, indipendentemente da quanto male e moralmente ed eticamente indifendibili le cose si mettano: certamente un sacco di disagio, esitazioni, proteste ma, venendo al sodo, acquiescenza invece di indignazione, obbedienza invece di rivolta. Il fatto non è una novità e non è quello il punto; il punto è la cifra, e la cifra raggela.