“Vincente” e “perdente”, la faida per contagio della miseria umana, 5

E per coloro che sono sfuggiti a questa trappola c’è anche il secondo tranello pronto a catturarli: annegare nella personalità “perdente”. Il loro ruolo di perdenti diviene una missione alla quale si consacrano, e che essi siano tenuti a perdere mentre altri sono tenuti a vincere – opprimerli – diviene un articolo di ostinata fede cieca. Una forma di apatia questa, ed indipendentemente da quello che dicono, sono i loro atti ed i fatti a dimostrare che lo è: guai ai sacrileghi infedeli che osino insinuare che potrebbero e dovrebbero fare in proposito qualcosa di meglio che genuflettersi e subire passivamente.

“Vincente” o “perdente” che sia, quel che c’è dietro la comune etichetta “essere più realista del re” va ben al di là delle apparenze.

Un caso tipico ed un esempio impressionante di questo è quello degli artisti. È un caso orribile per le sue conseguenze per la società nel suo insieme, cioè tutti noi, a causa del loro ruolo di ispirazione: gli artisti affollano la sua prima linea, ma nelle retrovie si possono trovare anche quasi tutti gli altri. Gli artisti e l’arte si possono osservare spostarsi dal denunciare il male al diventare così abituati a qualsiasi tipo di comportamento autodistruttivo e socialmente distruttivo come la maniera in cui stanno le cose, che finiscono per santificare il male e ridicolizzare e combattere il fare qualcosa in proposito. È stato detto: “Vae Victis, guai ai vinti. Va benissimo combattere l’ingiustizia e ciascuno di noi dovrebbe farlo, ma guai a venire sconfitti e spinti nell’apatia inconsapevole o senza speranza, perché uno DIVENTA ciò che ha combattuto senza successo.” Se ne deduce quindi che la soluzione sta nel rimanere consapevoli, mai perdere la speranza, e vincere contro l’ingiustizia.

È stato detto qualcosa di fondamentale a proposito dell’arte e degli artisti, ed alla luce di questo acquista un significato ed un’importanza persino più profondi: il ruolo dell’artista è avanti. L’artista intrinsecamente esprime dove l’attuale stato di cose lascia a desiderare, e con la sua arte concepisce e comunica uno stato di cose migliorato; perciò il ruolo dell’artista è un ruolo chiave ma spinoso, dato che l’ideale è intrinsecamente in conflitto con l’esistente, i dormienti sono spesso ingrati con coloro che li aiutano, ed i soppressivi non dormono mai.