“Vincente” e “perdente”, la faida per contagio della miseria umana, 4

Sappiamo che l’efficacia della soppressione si basa sul rimanere nascosta così che tu non ti renda conto di che cosa si tratti – soppressione –, e da dove venga – il soppressivo –. Quindi, quando si rimane inconsapevoli della vera sorgente degli attacchi, si continua a perdere mentre si continua a prendere fischi per fiaschi, finché non si affoga nell’apatia: vittima. Quando si è sconfitti sino al punto di venire sopraffatti, si è a rischio di scartare la personalità “perdente” – sé stessi – in favore di quella “vincente” – il carnefice – con tutto l’immaginabile danno sociale che deriva dalla moltiplicazione dei carnefici nella società. Qui è dove si passa il confine fra l’essere parte della soluzione e l’essere parte del problema; laddove una persona sopraffatta fino a “perdente” è ancora un alleato per i suoi simili, anche se inaffidabile, una persona sopraffatta fino a “vincente” è un loro nemico malefico. Che i genitori ribaltino sui figli la violenza che a loro volta essi hanno ricevuto da bambini dai loro genitori non è che la punta dell’iceberg, la “sindrome di Stoccolma” del rapito schierato dalla parte del rapitore contro i soccorritori non ne è che un caso particolare; in realtà non c’è limite ai danni che le persone sotto l’influenza di questo spostamento di personalità possono causare, e sono sicuro hai idea di cosa significhi veramente “mai abbassarti al loro livello” nella misura in cui ti rendi conto dell’importante piuttosto che dell’appariscente.

Prima di quello spostamento, il loro punto di vista sarà ancora basato su una separazione di identità fra vittima e carnefice, e produrrà come minimo un atteggiamento di “lo so che mi stanno opprimendo, ma controllano tutto, quindi cosa posso fare?” Proprio come chi ha una dipendenza, consapevole di essere danneggiato e degradato dalla dipendenza e quindi conscio che farebbe meglio a smettere e riscattarsi. Al termine dello spostamento, il loro punto di vista si baserà invece sull’unificazione delle identità, in cui la vittima rifugge dall’essere vittima assumendo l’identità del carnefice sino al punto di diventare il carnefice, e quindi l’atteggiamento sarà quello di schierarsi dalla parte dei carnefici, tanto contro le altre vittime quanto contro coloro che cercano di fare qualcosa. Proprio come chi ha una dipendenza “senza speranza”, che glorifica la dipendenza e ridicolizza e combatte qualsiasi cosa e chiunque abbia a che fare con lo smettere e lo sconfiggerla.