“Vincente” e “perdente”, la faida per contagio della miseria umana, 2

La personalità “vincente” guarda chiunque dall’alto in basso, la personalità “perdente” guarda chiunque dal basso in alto. Quando la personalità “vincente” guarda in faccia chiunque altro, essa “sa” che è quel chiunque altro quello nel torto, tenuto a balbettare e vacillare e commettere errori e scusarsi ed a rendere conto a lei. Quando la personalità “perdente” guarda in faccia chiunque altro, essa “sa” di essere lei quella nel torto, tenuta a balbettare e vacillare e commettere errori e scusarsi ed a rendere conto a chiunque altro. Potresti aspettarti che il primo comandamento della “vincente” sia “Io sono perfetta, tu sei in difetto, a prescindere”, e che il primo comandamento della “perdente” sia “Io sono in difetto, tu sei perfetta, a prescindere”, ma è persino peggio di così. “Io ho ragione, tu hai torto, a prescindere”, è il primo comandamento della “vincente”; “Io ho torto, tu hai ragione, a prescindere”, è il primo comandamento della “perdente”; e “la personalità vincente la sa più lunga, a prescindere” è il secondo comandamento di entrambe.

L’attenzione fra i due potrebbe aiutare come un indicatore di quale sia l’uno e quale sia l’altro – attenzione in termini della dicotomia “interessato e interessante” –: dov’è l’attenzione di ciascuno? Se è sull’altro, allora si è interessati; se non lo è, allora si è interessanti: forse desiderosi di ricevere attenzione, certamente non disposti a darla. Il “perdente” sarà quello interessato, il “vincente” sarà l’interessante. Perché il “perdente” è quello disposto, disposto ad aiutare prestando attenzione ovunque qualcun altro ne abbia bisogno o addirittura lo richieda, compreso sé stesso, mentre il “vincente” è quello non disposto, non disposto ad aiutare prestando attenzione ovunque chiunque altro ne avrebbe bisogno o lo richiederebbe, men che meno sé stesso. E questo è rilevabile anche quando le cose sono meno elementari: Si possono fare domande, e fare domande potrebbe indicare che si è interessati, ma si tiene conto veramente delle risposte? Si potrebbe essere interessati in qualche elemento terzo diverso dal proprio interlocutore, e così sembrare interessati, ma si è interessati al proprio interlocutore indipendentemente da qualsiasi elemento terzo, o si usa quel terzo elemento come una scusa per negare il proprio interesse al proprio interlocutore? È lì che puoi rilevare chi è l’uno e chi è l’altro.