Dominio sull’ambiente, 2

Ho trattato “il caso della creatura venuta dall’isola Jekyll” in precedenza sotto il crimine contro l’umanità noto come banca centrale; ora il punto è: che i bankster si siano portati a casa la loro Federal Reserve dimostra il loro grado di controllo sul loro ambiente.
Se mai ce ne fosse bisogno per mettere le cose nella giusta prospettiva, vale la pena di rammentare un paio di circostanze di questo caso. Si è trattato della più grossa fregatura di un’intera enorme nazione sin dalla sua formazione, e di fermare una tendenza nazionale dell’economia reale e della gente a liberarsi del loro giogo ed a crescere floridi. Alquanto diversamente da oggi, al tempo una banca centrale non era affatto data per scontata, ma al contrario era qualcosa di nuovo e, per di più, per quanto breve il suo curriculum era riuscito ad essere terribile; essendo tale curriculum di dominio pubblico, sollevava forti obiezioni e dissensi piuttosto che accettazione e consenso, tanto fra politici e giornalisti quanto fra la gente, che al tempo era ben meno apatica di oggi.
Tale era l’ambiente che i bankster sono riusciti a controllare.

Forse dovrei chiamare “il caso delle obbligazioni non−poi−così−tanto−spazzatura”, “la parabola delle casse di risparmio e dei titoli non−spazzatura”, se non “due piccioni con una fava”…
Il fatto è, dato che la storia si ripete, che avevano di nuovo lo stesso problema comune: come invertire una tendenza sfavorevole. Una tendenza esprimibile non solo nei termini summenzionati di perdita di quote di mercato e liberazione dalla schiavitù economica, ma anche in termini di pesci grossi che mantengono soggiogati i pesci piccoli. E la loro meta comune era, appunto, in termini di due piccioni con una fava.