“Puro e semplice” spreco?, 3

Gli appalti pubblici sono un altro buon esempio: quando i media dominanti ci danno in pasto i pesci piccoli per mantenerci incuranti dei pesci grossi, siamo indignati dalla corruzione dei politici e dei funzionari pubblici, mentre riscontriamo come lo scopo fondamentale di tutti loro come funzionari della pubblica amministrazione sia la tangente. Temo però che ciò sia vero solo per i pesci piccoli: i pesci grossi hanno piani ben più sinistri. Indipendentemente dalla taglia dei pesci, tuttavia, la tangente non è che la punta dell’iceberg. Se come cittadini siamo indignati dai crimini dei nostri dipendenti traditori, che dire del reale ordine di grandezza di quei crimini? Se siamo indignati da un’unità di potere d’acquisto di tangente, che dire allora di un milione o di mille milioni di unità di danno corrispondente?
A volte le tangenti comprano ciò che spetterebbe, il caso in cui i politici ed i funzionari pubblici le estorcono per svolgere quello che sarebbe loro compito in primo luogo; in questi casi il corruttore è una vittima e la società soffre sia per il furto che per il collo di bottiglia che la strangola.
Ma più spesso le tangenti comprano quello che non spetterebbe affatto – e lo rubano a coloro cui spetta legittimamente –, che è l’altro caso, in cui i politici ed i funzionari pubblici concordano sulle tangenti per tradire il proprio compito; in questi casi il corruttore è il complice, se non il mandante, e la società soffre per un furto e per un danno molto più grandi: il collo di bottiglia si spezza e affoga la società in un diluvio di veleno. Che sia cancelleria inutile, macchinari difettosi, edifici che si sbriciolano, inquinamento o svendita di risorse vitali, il vero ordine di grandezza del danno del tradimento di Giuda non sono solo quei trenta denari, ma l’intera portata delle conseguenze del tradimento di Gesù. Un traditore è una minaccia ben più grande della sua meschinità.

A proposito, c’è anche un altro aspetto del danno, forse meno intuitivo e palese: le risorse “sprecate” avrebbero potuto essere impiegate per qualcosa di etico, produttivo, utile. Dove c’è danno, avrebbe potuto esserci beneficio – il danno ruba il posto al beneficio. A spanne, questo addirittura raddoppia la portata totale del danno, che ammonta al danno patito più il beneficio perduto.