Riconoscimento e invalidazione, 2

Vedere qualcuno è ricevere una comunicazione, salutare quel qualcuno è dare riconoscimento alla sua esistenza. Lasciar parlare, ascoltare, rispondere alle domande, dare riconoscimento in modo appropriato a ciò che viene detto – una cosa semplice, come un “capisco” –, tutte queste sono forme di riconoscimento.

Immagina di trascorrere un’intera giornata totalmente ignorato dai tuoi simili, tu e tutti i tuoi tentativi di comunicare, e poi immagina di trascorrere la stessa giornata pienamente ascoltato e riconosciuto, con tutti i tuoi aneliti di comunicare che hanno successo. Immagina come ti sentiresti in ciascun caso, e poi moltiplica quell’effetto per l’arco temporale di una vita: il valore terapeutico del riconoscimento e l’effetto invalidante della sua assenza possono lavorare anche per mezzo di accumulo lento e non rilevato a lungo termine. La mancanza di riconoscimento è decisamente una forma di invalidazione. E sfortunatamente il riconoscimento è uno dei beni di prima necessità più scarsi; se ti guardi intorno attentamente ed ampiamente, puoi stimare facilmente di quanta solitudine, disperazione e follia sia responsabile nella società questo preciso fattore.

Per quanto ovvio, un riconoscimento dev’essere tale dal punto di vista di chi lo riceve: se si inizia a ricevere qualsiasi altra cosa in risposta alla propria comunicazione, compreso l’accordo o il disaccordo, senza essere consapevoli di avere ricevuto riconoscimento, nessun riconoscimento ha avuto luogo, con tutte le sue conseguenze.

È molto importante precisare che il riconoscimento non è accordo, e che gli effetti terapeutici o invalidanti derivano dal riconoscimento o dalla sua assenza, non dall’accordo. Non soltanto “capisco” non significa “sono d’accordo” né “non sono d’accordo”, ma a quanto pare comunicare con i nostri simili è un fondamento persino più vitale del loro accordo. È ovvio che se ci si occupa di qualcosa è perché si considera importante occuparsene, e che nessuno è un’isola, quindi l’accordo del propri simili è fondamentale per chiunque; è leggermente meno ovvio che il riconoscimento sia persino più fondamentale dell’accordo. Dopo tutto, persino il disaccordo è una forma di riconoscimento: non puoi essere in disaccordo con quello che per te non esiste.