Il monopolio monetario nelle corse monopolistiche: ubi maior minor cessat

(Ubi maior minor cessat: latino, letteralmente, “dove vi è il maggiore, il minore decade.”)

Osservando in trasparenza quello che sta accandendo nel mondo degli affari quanto a chi possieda cosa e chi possieda chi, quello che intravedi lo potresti chiamare corse monopolistiche. Un genere di corse che tendenzialmente scarseggia in sportività, anche perché le guerre fra bande, tecnicamente parlando, sono corse monopolistiche. “Pronti, partenza, via! E che vinca il peggiore…”

I monopoli sono soppressivi, quindi mirare ad essi è soppressivo. E le guerre fra bande scoppiano fra criminali che mirano al monopolio, quindi le guerre fra bande sono guerre monopolistiche, in cui i monopoli competono e si battono in una spregevole guerra alla “mors tua vita mea”. Ma le cose possono essere peggio di così, quando alla griglia di partenza di questa corsa soppressiva il monopolio monetario si schiera contro i monopoli concorrenti.

I monopoli sono soppressivi perché sono fuori scambio con la società, il cui livello di sopravvivenza dipende al contrario dal grado di produzione e scambio etici di fattori di sopravvivenza: essi mirano a prendere da essa il più possibile ed a darle in cambio il meno ed il peggio possibile. I monopoli privano la società sia di parte della potenziale qualità e quantità di produzione che la società potrebbe esprimere senza di essi, sia di parte delle risorse che la società senza di essi potrebbe avere a disposizione per svilupparla e produrla. Quindi i monopoli sono parassiti sociali, e sia il parassita che l’organismo ospite possono sopravvivere solo sintantochè l’organismo ospite riesce a sostentare sia sé stesso che il parassita. Quando il grado di parassitismo raggiunge quel livello, o il livello di necessità dell’organismo ospite è abbastanza forte da spingerlo a ribellarsi al parassita e sconfiggerlo, o l’organismo ospite muore.

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Non solo il monopolio monetario ha un vantaggio competitivo sugli altri monopoli che gli consente di surclassarli nella corsa monopolistica, ma può addirittura anche estendere il livello di tolleranza della società, ritardando così la sua reazione fisiologica, che dovrebbe scattare quando il grado di parassitismo raggiunge il livello in cui l’organismo ospite o sconfigge il parassita o muore, e facendola quindi sprofondare sempre più profondamente nelle sabbie mobili dell’agonia.

Due Isole d’Esempio ci forniranno un esempio comparato in due stadi: la corsa monopolista nello stadio uno, il sabotaggio del livello di tolleranza nello stadio due.
Anche in questo caso, questi due stadi sono qui in sequenza logica per amore di chiarezza, mentre nella realtà possono sovrapporsi o mischiarsi in vario grado.

Stadio uno: sull’Isola A, nasce un monopolio della fornitura di energia elettrica, mentre sull’Isola B nascono due monopoli: lo stesso monopolio della fornitura di energia elettrica, ed un monopolio monetario di creazione di denaro dal nulla.
Sull’isola A, il parassita monopolistico dell’energia procede incontrastato con il rubare potere d’acquisto alla gente attrverso i suoi margini ladreschi fra il suo prodotto scadente ed i suoi alti prezzi.
Sull’Isola B, il parassita monopolistico monetario usa il suo vantaggio competitivo del potere d’acquisto dal nulla per divorare il parassita monopolista dell’energia elettrica.

Stadio due: sull’Isola A rimane il parassita monopolistico dell’energia elettrica, mentre sull’Isola B rimane soltanto il parassita monopolistico monetario.
Sull’Isola B, presto o tardi la cupidigia del parassita monopolistico dell’energia elettrica va a scontrarsi con i limiti fisici della società: l’estorsione parassita raggiunge un livello tale, in proporzione alle necessità e risorse vitali, che la società inizia ad esplodere o ad implodere per fame e soffocamento, ed il parassita con essa.

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Sull’Isola B, quando presto o tardi la cupidigia del parassita monopolistico monetario raggiunge un livello tale che va a scontrarsi con i limiti fisici della società, e la fame ed il soffocamento iniziano ad accendere la miccia dell’esplosione od implosione sociale, il parassita monopolistico monetario crea più denaro per compensare la scarsità crescente di produzione reale della quale impossessarsi dalla società con più potere d’acquisto dal nulla nelle sue mani. Questo peggiora semplicemente le spirali discendenti, sia inflazionaria che sociale, in quanto ritarda la reazione immunitaria della società mentre la indebolisce, esacerbando e prolungando così la sua malattia ed aumentando le probabilità di un esito fatale.

L’universo fisico potrà anche essere infinito, ma per i nostri scopi pratici viviamo in un mondo finito, dove tutto ciò che è a portata di mano, abbondante o meno che sia, è comunque una quantità finita. Perciò la società, in termini di sopravvivenza, è un sistema chiuso. Quindi l’economia, la scienza e l’ingegneria della sopravvivenza, dev’essere circolare.

Zoomiamo avanti ed esaminiamolo più da vicino.
Isola A: Fondamentalmente, i clienti del parassita monopolistico dell’elettricità sono i suoi dipendenti. Senz’altro, se l’isola è molto popolata, non tutti i suoi abitanti saranno suoi dipendenti, ma i suoi dipendenti saranno i clienti di qualcun altro i cui dipendenti saranno i clienti di qualcun altro i cui dipendenti saranno i clienti del parassita, per cui in ultima analisi possiamo semplificare l’equazione. Più il parassita spreme ed affama i suoi dipendenti – riducendo le loro salvaguardie, la loro competenza, i loro stipendi, licenziandoli, aumentando i prezzi e tutto il resto del repertorio – meno loro possono pagare e meno comprano, e meno entrate, profitti e solvenza ci sono per il parassita. Non è più complicata di così. E così il parassita va a picco ed in bancarotta con loro, mentre, si spera, si mette in moto anche la reazione immunitaria della società contro di lui.

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Isola B: Fondamentalmente, proprio come nel caso del parassita monopolistico dell’elettricità, i clienti del parassita monopolistico monetario sono i suoi dipendenti, e più lui li spreme ed affama, meno loro possono pagare e comprare, e meno entrate, profitti e solvenza ci sono per lui. Dov’è la differenza, se c’è? Il parassita monopolistico monetario compensa le entrate perse creando più denaro dal nulla nelle sue tasche. I dipendenti che lui ha privato delle loro salvaguardie, competenza, risparmi, licenziato e ridotto in miseria non compreranno i suoi prodotti e non gli forniranno le entrate per pagare i suoi fornitori? Poco male, pensa il parassita: quel denaro me lo stamperò da solo. E così hai produzione in declino, e denaro in aumento, un binomio noto anche come inflazione. Inflazione? Chi se ne frega, pensa il parassita: sono io che possiedo la sovranità monetaria, quindi posso sempre creare denaro nelle mie tasche più velocemente di quanto i prezzi salgano, e con esso posso continuare a comprare qualunque cosa sotto il sole, compresi i funzionari di polizia e di giustizia per proteggere le mie proprietà da quella gentaglia affamata.
Ma come ho detto, fortunatamente, in un certo senso, per i nostri scopi pratici viviamo in un mondo finito, quindi l’economia finisce comunque per essere circolare, che questo piaccia o meno al parassita monopolistico monetario, perciò prima o poi questi va a scontrarsi con i limiti fisici della società e, si spera, con la sua reazione immunitaria, proprio come il parassita monopolistico dell’elettricità sull’Isola A.
E la seconda differenza è, infine, che il potere d’acquisto fraudolento ed inflazionario creato dal nulla ha eluso gli anticorpi della società, e quindi ha meramente ritardato e magari indebolito la reazione immunitaria, e protratto ed esacerbato così tutti i lati negativi, guai, rapina, danni, sofferenze e possibilità di recupero della gente, durante e dopo la sua agonia.