Il monopolio monetario nelle corse monopolistiche: ubi maior minor cessat, 4

Isola B: Fondamentalmente, proprio come nel caso del parassita monopolistico dell’elettricità, i clienti del parassita monopolistico monetario sono i suoi dipendenti, e più lui li spreme ed affama, meno loro possono pagare e comprare, e meno entrate, profitti e solvenza ci sono per lui. Dov’è la differenza, se c’è? Il parassita monopolistico monetario compensa le entrate perse creando più denaro dal nulla nelle sue tasche. I dipendenti che lui ha privato delle loro salvaguardie, competenza, risparmi, licenziato e ridotto in miseria non compreranno i suoi prodotti e non gli forniranno le entrate per pagare i suoi fornitori? Poco male, pensa il parassita: quel denaro me lo stamperò da solo. E così hai produzione in declino, e denaro in aumento, un binomio noto anche come inflazione. Inflazione? Chi se ne frega, pensa il parassita: sono io che possiedo la sovranità monetaria, quindi posso sempre creare denaro nelle mie tasche più velocemente di quanto i prezzi salgano, e con esso posso continuare a comprare qualunque cosa sotto il sole, compresi i funzionari di polizia e di giustizia per proteggere le mie proprietà da quella gentaglia affamata.
Ma come ho detto, fortunatamente, in un certo senso, per i nostri scopi pratici viviamo in un mondo finito, quindi l’economia finisce comunque per essere circolare, che questo piaccia o meno al parassita monopolistico monetario, perciò prima o poi questi va a scontrarsi con i limiti fisici della società e, si spera, con la sua reazione immunitaria, proprio come il parassita monopolistico dell’elettricità sull’Isola A.
E la seconda differenza è, infine, che il potere d’acquisto fraudolento ed inflazionario creato dal nulla ha eluso gli anticorpi della società, e quindi ha meramente ritardato e magari indebolito la reazione immunitaria, e protratto ed esacerbato così tutti i lati negativi, guai, rapina, danni, sofferenze e possibilità di recupero della gente, durante e dopo la sua agonia.