Gioco a perdere o cavallo di Troia? La guerra come strumento di soppressione

In qualche modo nella vena di alcuni antichi personaggi fra lo storico ed il mitologico, alcuni dicono che la guerra sia una cosa buona in sé. Ed in qualche modo nella vena di quel che viene salutato come cinico realismo, alcuni altri dicono che la guerra sia una cosa buona per alcuni. Queste sono persone soppressive, o seriamente PTS, o seriamente disorientate. Che la guerra possa persino produrre qualche “profitto” per ben pochi criminali non fu, non è, e non sarà mai abbastanza per superare la tragedia, distruzione, macellazione, massacro, fame, misera e privazione per praticamente tutti gli altri.

Ma forse affermare che la guerra sia un atto soppressivo è meno scontato di quanto possa apparire a prima vista, dato che c’è persino più di quanto già sembra.

Qua e là, in un modo o nell’altro, è stata espressa l’idea che la guerra sia un gioco in cui tutti perdono. Senz’altro questo potrebbe essere piuttosto vero sia per i perdenti come pure per i vincitori: se i vincitori dovessero redigere un conto realistico dei profitti e delle perdite, come nazione o come persone, il suo risultato netto sarebbe come minimo seriamente incerto. Dopo tutto, dovresti solo fare un sondaggio fra loro chiedendo se siano contenti di avere avuto una guerra e se gli andrebbe un altro giro su quella giostra. Inoltre, se il conto dei profitti e delle perdite venisse redatto più onestamente e tenesse in conto l’intera gamma di ciò che gli esseri umani considerano di valore – il non materiale tanto quanto il materiale – il risultato netto non sarebbe più incerto.

Sappiamo che gli umanoidi sono abbastanza inconsapevoli da impegnarsi in attività in cui tutti perdono, ma è tutto qui? O piuttosto, ci sono forse ragioni ulteriori più profonde, nascoste, meno inconsapevoli? Voglio dire, siamo davvero sicuri che la guerra sia una perdita per ognuna delle parti coinvolte?

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E non sto parlando del consueto livello medio, i politici e trafficanti d’armi della porta accanto: sappiamo già che quei piccoli parassiti criminali hanno bisogno per sfamarsi di un po’ di carne morta bruciata, quindi loro sono già compresi nel nostro conto profitti e perdite citato prima. Sto alludendo ad un livello del tutto diverso, più alto, di criminali. Sto alludendo alla guerra come un altro di quei cavalli di Troia per un nuovo schema di rapina citati prima; i manipolatori monetari ed i loro complici si domandano: Come facciamo a rubare alla gente altra libertà in modo da rubare loro altro potere d’acquisto? Come facciamo a rubare alla gente altro potere d’acquisto in modo da rubare loro altra libertà? Beh, in realtà non penso che le caratteristiche di questo schema di rapina lo qualifichino come “nuovo” – eccezion fatta per il suo ordine di grandezza…

La guerra è la dimostrazione dell’etica del maggior beneficio per tutti, la dimostrazione che la cooperazione sincera ed onesta è il sistema che produce il risultato più grande. Lo dimostra mostrando il suo opposto. Immagina un mondo in guerra, dove tutti finiscono per dedicarsi al tradimento invece che all’aiuto: presto o tardi i ladri sterminerebbero quelli che producono, quindi non ci sarebbe più nessun prodotto da rubare, quindi i ladri finirebbero per divorarsi a vicenda, quindi gli ultimi ladri sopravvissuti morirebbero di fame nel deserto, e questo sarebbe il culmine dell’evoluzione umanoide alla cane−mangia−cane.

Ma questa medaglia ha anche una seconda faccia: la guerra è la follia più costosa che esista. Da entrambi i lati, nulla di costruttivo viene realizzato, tutto viene distrutto, e tutto questo in cambio del costo più alto immaginabile. Ora, tu pensi che questo non sia altro che puro e semplice spreco? Quando guardi a dei paesaggi durante−la−guerra e dopo−la−guerra, pensi che tutto ciò che c’era e che adesso è rotto o distrutto è semplicemente finito in malora?

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Ciascuna bomba esplosa ha lasciato dietro di sé due crateri: quello dell’esplosione e quelli dei fattori di sopravvivenza vitali dei quali la gente è stata privata per nutrire le tasche dei trafficanti di armi, ma non accontentarti di questo livello. Ciascuna risorsa naturale o ricchezza prodotta apertamente rubata sotto la minaccia delle armi? Non accontentarti neanche di questo livello. E non limitiamoci solo a singoli paesi o a crisi “ordinarie”, se si può lucrare persino di più. Ti stai chiedendo quanto loschi possono essere questi affari sullo “spreco”?

Bene, hai fatto caso all’andamento nella storia dell’ordine di grandezza delle guerre, della pura contabilità dell’ammontare di carneficina e devastazione ed orrore che producono? È in aumento, ed in aumento ripido in questi ultimi secoli. Ad esempio, il crimine di genocidio è stato adottato dalle Nazioni Unite nel 1948, e la parola genocidio non era in uso prima del 1944. Forse, questa improvvisa accelerazione segue l’istituzione di queste lucrose collaborazioni fra banchieri e re e politici?

Benvenuto nell’era delle guerre combattute non per vincere, ma per sperperare e indebitarsi fino al collo, ed in ultima analisi per produrre trasferimento di ricchezza e proprietà. Un’era in cui la più grande carneficina, orrore e distruzione nella storia viene perpetrata al vero scopo di arricchire e rafforzare l’1% attraverso la degradazione, disperazione, sangue, debiti e schiavitù del 99%. Già, perché quando tutto questo viene considerato a lungo termine, rivela anche un passo regolare ed ininterrotto verso un mondo in cui appunto l’1% possiede di più del restante 99%…

C’è una perla di saggezza e compassione che viene attribuita al capostipite della famiglia Rothschild, e dice più o meno che “il momento di comprare è quando scorre per le strade la maggiore quantità di sangue”. In altre parole, più elevata la follia umana, più bassi i prezzi di realizzo dei beni. Più e più volte abbiamo visto il destino delle vittime, dei vinti, dei rifugiati: meno sicuro l’ambiente, più siamo riportati indietro ad una primitiva condizione alla cane−mangia−cane nella quale il mero rimanere in vita è già una conquista, ed una conquista non scontata.

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Quando ti ho dedicato questo lavoro ho osservato come un ambiente sicuro sia quello in cui i tuoi simili concordano che i tuoi cari hanno il diritto di esistere e sopravvivere, ed ora possiamo estendere quella osservazione per dire che un ambiente sicuro è uno in cui i tuoi simili concordano anche che tu ed i tuoi cari avete il diritto di esistere e sopravvivere attraverso il riconoscimento che i vostri effetti personali vi appartengono. Agire in modo tale che la tua casa non sia più tua, ad esempio, è un modo piuttosto esplicito di informarti che la tua esistenza non è poi così gradita, vero? Dopodichè, quando diventi un profugo, la tua vita, il tuo futuro, e le misere cose che sei riuscito a salvare ed ora stringi nella tua presa insicura e disperata, nessuna di queste cose è al sicuro ed ognuna ti potrebbe venire strappata in qualsiasi momento.

Ma il punto qui è che in condizioni del genere anche i prezzi dei beni ne sono influenzati. Quando la gente viene soppressa al livello della nuda sopravvivenza, al cibo e riparo adesso, e si spera anche domani, i gioielli di famiglia sono svenduti per un pezzo di pane o un lasciapassare, boiserie inestimabili vengono bruciate per scaldarsi un giorno in più, il resto dell’edificio viene abbandonato, subito fuori del proprio riparo inizia la terra di nessuno, e dove non arrivano la fame e le bombe arriva l’apatia della disperazione. Per non parlare di come il tempo di guerra sia un pretesto perfetto per qualunque governo che sopravviva per ridurre la libertà, non è così?
Una popolazione distrutta rimpicciolisce in ogni modo il proprio campo visivo e la propria portata, per cui tutto quel che esula dalla sua nuda sopravvivenza praticamente svanisce. Ed anche il livello dei carnefici non è molto superiore a quello delle loro vittime: così come i ladri distruggono il valore di quello che rubano, così i carnefici svenderanno il loro bottino per una frazione del suo valore.

A chi? Beh, chi è stato così gentile da informarci di quando sia il momento migliore per comprare?
E… pensi che questo tipo di individui si limiti a starsene ad aspettare che il sangue cada dagli alberi come frutta matura?
Non pensare, guarda, è stato detto.

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Più avanti tratterò in maniera più approfondita quella che si chiama “La legge della terza parte”, ma ho già detto che il suo fondamento è che dietro qualunque conflitto che scoppi o che non si risolva mai fra le due o più parti coinvolte, la vera causa è sempre una terza parte nascosta che lo fomenta attivamente. Di nuovo, questo è un buon momento per indicare quanto la cosa sia seria. Magari con un altro esempio.

Molti ricercatori, quali A. Ralph Epperson, G. Edward Griffin e Jim Marrs, sulla base di fatti storici ed anche di biografie ufficiali della famiglia Rothschild e dichiarazioni dal cancelliere tedesco Otto Von Bismark, riportano come un “comitato bancario internazionale” decise di mettere il Nord americano a confronto con il Sud in una strategia divide et impera, per fornire al governo federale statunitense un nemico che avrebbe richiesto massicce spese di guerra e conseguente debito”. Ma il loro piano non finiva lì; se la guerre avesse dato come risultato l’indipendenza sudista, allora ciascuno degli stati sudisti ora indipendenti sarebbe stato un candidato ad avere una banca centrale autonoma… controllata dall’Europa. E noi ora ne sappiamo di manipolazione monetaria e banche centrali vero? Ma il loro piano non finiva nemmeno lì: proprio come in Europa per secoli, quegli stati si sarebbero potuti gettare in una scia senza fine di guerre fra di loro, con la conseguente scia senza fine di enormi profitti dai prestiti agli stati coinvolti. D’altra parte, i banchieri erano preoccupati che gli Stati Uniti come nazione unica raggiungessero l’indipendenza economica e finanziaria, e quindi turbassero la loro dominazione finanziaria del mondo.
Il cavallo di Troia dei banchieri fu la schiavitù. Un cavallo di Troia semplicemente perfetto: qualsiasi essere umano dotato di compassione sarebbe stato d’accordo con coloro che sostenessero di combattere la schiavitù. I fatti, tuttavia, erano che il Nord degli Stati Uniti era industrializzato, ed attraeva immigranti disposti a lavorare in condizioni di schiavitù economica, perciò non aveva bisogno di schiavitù dichiarata, mentre il Sud agrario ancora sì; nel frattempo, gli avanzamenti tecnologici rendevano l’abbandono della schiavitù solo questione di tempo, ma ciononostante gli emissari dei banchieri sfruttarono e fomentarono la questione della schiavitù, perché era il loro cavallo di Troia per scatenare una guerra civile.

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Perciò benvenuto anche nell’era in cui la gente ha permesso ai soppressivi di raggiungere un potere senza precedenti di rendere i propri simili delle sorgenti potenziali di guai e quindi servire inconsapevolmente la loro meta più profonda: chiunque altro al mondo semplicemente morto…

Infatti, per mettere tale loro meta più profonda in qualche modo in prospettiva, a questo punto è opportuno fare un paio di osservazioni. È stato acutamente osservato che sono i governi, non i popoli, che fanno le guerre. Ed è stato altrettanto acutamente osservato che se i crimini che un governo commette in un giorno venissero commessi da una persona, quella persona verrebbe immediatamente rinchiusa in una cella, e probabilmente persino in una cella imbottita.
Tali osservazioni riportano alla luce della nostra attenzione qualcosa che sapevamo già. Una volta che i nostri occhi siano riaperti, un'altra osservazione può a quel punto portare alla nostra attenzione qualcos’altro, qualcosa di cui potremmo non essere consapevoli…

Tale osservazione è che senza manipolazione monetaria i governi non potrebbero permettersi guerre. In altre parole, senza manipolatori monetari noi, i nostri cari e gli esseri umani nostri simili non saremmo condannati alla privazione, fame, misera, tragedia, macellazione, massacro e distruzione.

Forse vale la pena di fermarsi un attimo a considerare la portata di questa osservazione (per la quale dobbiamo ringraziare G. Edward Griffin nel suo The Creature from Jekyll Island). E poi un secondo attimo a considerarla nel dettaglio.

Nelle parole di Jacopo Castellini, “Se il Piemonte avesse rispettato la propria copertura aurea, certo non avrebbe potuto disporre della liquidità necessaria per muovere guerra al resto d’Italia e, nello stesso tempo, non avrebbe potuto espandere così tanto il suo debito pubblico. Una situazione simile a quella in cui si trovano oggi gli Stati Uniti, che facendo stampare denaro−debito senza copertura aurea dalla Federal Reserve (privata), si ritrovano con il più grande debito pubblico al mondo e con un bilancio gravato dalle maggiori spese militari della storia. Un ruolo, il loro, simile a quello del Piemonte di allora nella penisola italiana, cioè di poliziotto internazionale per conto terzi.”

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Sappiamo che la guerra è la più costosa follia umanoide. Perciò quando quelli che comandano vogliono intraprenderne una, gli serve tutto quel potere d’acquisto. Se lo imponessero alla gente apertamente tramite tassazione esplicita, l’ammontare sarebbe così intollerabile che la gente non avrebbe altra scelta che dire ai dominatori di ficcarselo in quel posto, costi quel che costi.
Sappiamo che l’inflazione è un furto sotto forma di tassa nascosta. A chiunque sia consentito creare potere d’acquisto dal nulla a costo zero, solitamente sotto forma di denaro fiat, questi ruba con esso potere d’acquisto alla gente. Inoltre, essendo nascosta, la gente non si rende conto di venire rapinata, e soprattutto ancor meno si rende conto di chi siano i rapinatori.
Quindi grazie alla creazione di un denaro che è sia gettone che fiat, ossia, non garantito da nulla avente valore intrinseco e la cui accettazione è imposta con la forza, e grazie alla conseguente rapina di potere d’acquisto attraverso la tassa nascosta chiamata inflazione, quelli che comandano possono permettersi di scatenare la loro demenza e gettare sia i loro che gli altri popoli nell’inferno della guerra.
Sì, ma è tutto qui?
Sappiamo del meccanismo della moneta a debito e dell’associazione a delinquere banchiere−re e banchiere−politico, e così possiamo rispondere a questa semplice domanda: chi ci guadagna di più da questi crimini contro l’umanità? La risposta a quella domanda ci metterà in grado di rispondere anche ad un altro paio di domande: Chi è il burattino e chi il burattinaio? Quale di essi è il soppressivo o PTS più pericoloso che sta alla base di tutto questo?

A quel punto potremmo probabilmente considerare la guerra come un fallimento e tradimento estremo della meta basilare della vita di sopravvivere in primo luogo, il che è alquanto lapalissiano. Potremmo poi considerare la guerra una prova schiacchiante di quanto possiamo essere scemi, ma ciò non ci direbbe nulla di nuovo. Per essere più precisi, potremmo considerarla come una prova schiacciante di quanto possiamo essere PTS. E poi domandarci: com’è possibile? Come può la soppressione fare una tale presa su di noi? Cosa ci rende così vulnerabili, esattamente?