Gioco a perdere o cavallo di Troia? La guerra come strumento di soppressione, 3

Ciascuna bomba esplosa ha lasciato dietro di sé due crateri: quello dell’esplosione e quelli dei fattori di sopravvivenza vitali dei quali la gente è stata privata per nutrire le tasche dei trafficanti di armi, ma non accontentarti di questo livello. Ciascuna risorsa naturale o ricchezza prodotta apertamente rubata sotto la minaccia delle armi? Non accontentarti neanche di questo livello. E non limitiamoci solo a singoli paesi o a crisi “ordinarie”, se si può lucrare persino di più. Ti stai chiedendo quanto loschi possono essere questi affari sullo “spreco”?

Bene, hai fatto caso all’andamento nella storia dell’ordine di grandezza delle guerre, della pura contabilità dell’ammontare di carneficina e devastazione ed orrore che producono? È in aumento, ed in aumento ripido in questi ultimi secoli. Ad esempio, il crimine di genocidio è stato adottato dalle Nazioni Unite nel 1948, e la parola genocidio non era in uso prima del 1944. Forse, questa improvvisa accelerazione segue l’istituzione di queste lucrose collaborazioni fra banchieri e re e politici?

Benvenuto nell’era delle guerre combattute non per vincere, ma per sperperare e indebitarsi fino al collo, ed in ultima analisi per produrre trasferimento di ricchezza e proprietà. Un’era in cui la più grande carneficina, orrore e distruzione nella storia viene perpetrata al vero scopo di arricchire e rafforzare l’1% attraverso la degradazione, disperazione, sangue, debiti e schiavitù del 99%. Già, perché quando tutto questo viene considerato a lungo termine, rivela anche un passo regolare ed ininterrotto verso un mondo in cui appunto l’1% possiede di più del restante 99%…

C’è una perla di saggezza e compassione che viene attribuita al capostipite della famiglia Rothschild, e dice più o meno che “il momento di comprare è quando scorre per le strade la maggiore quantità di sangue”. In altre parole, più elevata la follia umana, più bassi i prezzi di realizzo dei beni. Più e più volte abbiamo visto il destino delle vittime, dei vinti, dei rifugiati: meno sicuro l’ambiente, più siamo riportati indietro ad una primitiva condizione alla cane−mangia−cane nella quale il mero rimanere in vita è già una conquista, ed una conquista non scontata.