I nostri compiti ed abilità più elevati

Solitamente gli artisti vedono più lontano, e potresti avere notato un elemento ricorrente in ciò che vedono: il denominatore comune dei futuri possibili che prospettano è che sono distopici. La distopia è definita come l’opposto dell’utopia: laddove l’utopia è un sogno – l’estremo stato positivo delle cose –, la distopia è un incubo – l’estremo stato negativo delle cose –. Ti chiedi mai perché? Avvertire che qualcosa non va è comune; avvertire che quel che non va è una lacuna, che manca qualcosa di decisamente basilare, è meno ovvio. Gli artisti avvertono che manca qualcosa che può decidere le sorti di tutti noi.

È stato detto che, di tutti i nostri compiti ed abilità, il distinguere ed individuare le personalità sociali ed antisociali, e mantenere le sociali al sicuro da indebite restrizioni mentre poniamo all'antisociale restrizioni che gli impediscano di sopprimere, ha l'importanza più elevata, in quanto in mancanza di quello la civiltà non sarà più qui a fare da supporto a nulla. Il futuro distopico prospettato da artisti preveggenti, ed il nostro dirigerci velocemente proprio lì, ne sono le prove concrete. Questo allora è il nostro punto di fortuna o rovina basilare, ed il nostro conseguente primo compito in quanto persone è pagare il prezzo della libertà ed essere costantemente vigili precisamente su quello, ed essere costantemente disposti a contrattaccare e sradicarla. Se la fonte potenziale di guai è il fattore chiave nel trasmettere la soppressione, allora parte di questo punto e compito basilari è pagare il prezzo della libertà anche per questo, ed essere costantemente vigili sul fatto che chiunque, e noi stessi in primo luogo, divenga o sia una fonte potenziale di guai, di qualsiasi tipo, “vincente”, “perdente” o altro, ed essere costantemente disposti a contrattaccare, tirare fuori la persona da quella condizione e sradicarla.

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Ho accennato prima a quanto sia fondamentale essere causa invece che effetto per far andar bene le cose invece che fuori strada, ed a quanto la responsabilità sia determinante per questo; un esempio viene ora comodo per evidenziare quanto l’infiltrazione dei soppressivi possa essere inosservata, insidiosa, fondamentale e diffusa e quindi avere facilmente successo nel trasformarci inavvertitamente in fonti potenziali di guai. Il mantra di moda oggi è che l’Uomo è un animale fra gli animali, e che la principale abilità dell’Uomo è adattarsi al suo ambiente – bravo cane, cuccia!
Osservalo più da vicino: l’Uomo è progredito ed ha conquistato il suo ambiente molto più di quanto lo abbiano fatto gli animali. E la principale abilità degli animali è quella di adattarsi al loro ambiente. L’uomo è forse progredito adattando sé stesso all’ambiente? Niente affatto. L’Uomo non ha sviluppato una pelliccia; ha sviluppato la capacità di controllare il fuoco. È stato detto che la principale abilità dell’Uomo è quella di adattare l’ambiente a sé. Non quella di accontentarsi del contrario. Tanto più gli animali si adattano all’ambiente, tanto più sono effetto; tanto più l’Uomo adatta l’ambiente a sé stesso, tanto più è causa. E la differenza di progresso dell’Uomo e degli animali nella storia è la prova che più si è causa più si progredisce. Su questa base, anche senza tirare in ballo il trascurabile effetto collaterale che se l’Uomo è un animale senz’anima la sua soppressione diviene meno intollerabile, puoi comprendere le intenzioni dietro tale mantra alla moda, e la portata e profondità delle sue conseguenze.

Riassumendo, abbiamo qui tre avanzamenti chiave:
1: rintracciare la causa alla radice nel denominatore comune del soppressivo, della fonte potenziale di guai, e della loro relazione;
2: rendersi conto della gravità e dell’ordine di grandezza della ricaduta di quella causa alla radice;
3: rendersi conto che occuparsi con successo di quella causa alla radice, o non farlo, è il punto di fortuna−rovina di tutte le esistenze, le civiltà, le imprese umane, e di tutto, e quindi ha il PRIMO posto fra TUTTA la conoscenza ed i compiti umani.

Per avvertire in maniera tangibile perché questi tre avanzamenti chiave siano vitali, vorrei che ti guardassi intorno in cerca di esempi effettivi della loro assenza: gente che soffre le conseguenze dei soppressivi e delle fonti potenziali di guai la quale, essendo inconsapevole di questi tre punti chiave, incolpa e quindi danneggia un flusso ininterrotto di bersagli sbagliati, innocenti, agendo così essa stessa da fonte potenziale di guai e creando ulteriori conseguenze per le quali soffre, mentre i veri soppressivi e fonti potenziali di guai chiave scivolano sempre via non individuati da sotto ogni bersaglio sbagliato, saltando dal cavallo di Troia esaurito al prossimo cavallo di Troia che sfrutteranno per continuare ad avvelenare l’esistenza della gente ed a condurla di disastro in disastro.

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Finché non debelliamo la soppressione e l’essere fonte potenziale di guai, nessuno deve farsi illusioni, nemmeno i peggiori fra noi. In presenza di esse nessuno verrà risparmiato, neppure i loro complici più fidati. Il perché è presto detto; è sufficiente ripassare la loro motivazione di base: qualunque altro essere umano è un nemico da sopprimere a qualsiasi costo. L’ho descritto nella copertina: non solo hanno creato la piramide, ma stanno anche modificandone il profilo, assottigliandola sempre più, spingendo chiunque sempre più in basso, ed infine fuori dal fondo. Per un soppressivo un complice è solo uno strumento per eliminare gli altri; eliminati gli altri, sarà il suo turno.
Ed a proposito di come in presenza di soppressione e fonti potenziali di guai niente e nessuno sia al sicuro, un esempio: la perversione della tecnologia dell’informazione e della comunicazione è ciò che sta rendendo loro possibile modificare il profilo della piramide spostando qualsiasi potere discrezionale sempre più in alto, per cui la responsabilità – e la libertà – di valutare e decidere viene tolta a più persone ad un dato livello per concentrarla in meno persone ad un livello superiore, e così via all’infinito. Il caso più osceno sono le banche: con notevole humour nero, procedono a concentrare la discrezionalità verso la cima ed a spingere le persone verso il fondo fingendo di essere imprese come le altre, costrette a farlo dal “clima” che sono loro a creare, al servizio dei loro mandanti.

La ragione per cui ho menzionato le auto classiche quando ho discusso le ragioni per le quali tu personalmente hai un interesse in tutto questo non ha molto a che vedere con il gusto personale, ma piuttosto – e decisamente – molto a che vedere con i nostri compiti ed abilità più elevati.
In presenza di soppressione e fonti potenziali di guai non risolte il mondo è in discesa: oggi è peggio di ieri, e domani sarà peggio di oggi. Perciò, in un mondo in condizione di fonte potenziali di guai, il gusto per il senza tempo, per l’essenziale, e per l’autodeterminazione contenuti in cose come le auto classiche non è un mero vezzo strambo; al contrario, è un consapevole, determinato e preciso schiaffo: ai soppressivi, alle fonti potenziali di guai, a tutte le inezie, specchietti per le allodole, surrogati senza uscita, omologazioni alla passività, dedali per depistaggio, bollitori per rane, ruote da criceto, sabbie mobili assortite, ed alla degradazione dei fondamenti in primo luogo. E così, ogni volta tu ne veda una, che sia una classica Aston, Jaguar, Ford, Ferrari, Alfa, Fiat, o meglio ancora una Reliant Robin molto più che una Bugatti Royale, stai guardando un punto del nostro onore più profondo, un guanto di sfida lanciato ai soppressivi, ed una chiamata al risveglio per le fonti potenziali di guai.

Non è l’eterna lotta fra guardie e ladri; è la lunghissima lotta fra i soppressivi e gli etici, la condizione di fonte potenziali di guai e le fonti potenziali di guai sono il campo di battaglia, e l’alba della sua fine sarà il riconoscimento che questi sono la nostra conoscenza, la nostra abilità ed il nostro compito più elevati, e la loro conseguente salvaguardia ed uso da parte nostra.