Guerre fra poveri – la domanda giusta

Crisi, dunque… Siamo in una crisi economica brutta e profonda, saldamente avviati verso la fame e la povertà, e c’è in ballo la sopravvivenza. Quantomeno per la maggior parte di noi.

E la storia è costellata di queste crisi economiche.

Se ci guardiamo intorno, vediamo fondamentalmente quattro cose:

Le condizioni di vita ed il futuro grosso modo del 99% della popolazione continuano a peggiorare, mentre il contrario sembra accadere al restante 1%. (A proposito, proprio mentre stavo dubitando che tu potessi ritenere queste cifre un filo sovrastimate, ho sentito i notiziari dire che l’1% della popolazione possiede più del restante 99% messo assieme…)

Innumerevoli “guerre fra poveri” di innumerevoli tipi, con dispute senza fine sul perché un povero, fra i poveri che si contendono quel poco che c’è, dovrebbe avere la precedenza su di un altro povero.

Posizioni ideologiche, politiche, economiche che si contrappongono senza fine, senza mai ricomporre le loro contese, mentre istigano una gran agitazione.

Ideologi, politici, economisti, apparentemente combattono crisi e problemi in buona fede e sembra non riescano a risolverli vuoi perché quelle crisi e problemi sono eventi troppo grandi per i mezzi umani, quasi fossero inondazioni o terremoti, vuoi perché i loro avversari non li lasciano lavorare abbastanza a lungo, vuoi perché commettono errori in buona fede, vuoi perché qualcuno sabota il loro lavoro per tornaconto personale disonesto.

La prima delle citazioni che seguono si può trovare in internet abilmente parafrasata come segue:

“Il passo più importante nell’arrivare alla risposta giusta sta nel formulare la domanda giusta.” Albert Einstein

Guerre fra poveri – la domanda giusta, 2

Elencare qui esempi delle guerre fra poveri da cui viviamo circondati sarebbe non soltanto inutile ma addirittura controproducente: dato che ce ne sono infinite forme ed infiniti casi, finiremmo per compilare un’enciclopedia superflua di cose che sai già, sprecando in quel modo la nostra preziosa energia. Perciò lascerò a te il compito di rilevare tali forme e casi di guerre fra poveri e, una volta individuate, farle risalire a quello che tratto qui.

Come esempio, immagina di essere nato in un campo di sterminio: tutto ciò che conosceresti sarebbe un mondo degradato di persone disperate, alcune che calpestano belluinamente i propri simili, alcune che si fanno eroicamente in quattro per soccorrerli, e che tutte lottano senza speranza con una scarsità senza fondo del necessario, che permea l’intera esistenza e prosciuga ogni singola goccia di sangue ed ossigeno da tutti gli angoli più riposti della vita di chiunque; nato e cresciuto nell’inferno, nella fame e nella morte come il modo in cui semplicemente stanno le cose. Poi un giorno per caso scopri la recinzione elettrificata, ed attraverso di essa vedi come ogni linea di rifornimento ed ogni potenziale di produzione sia prima monopolizzato e poi strangolato dall’esterno; quando il flusso confinato attraverso quelle enormi valvole viene ridotto ulteriormente, a tempo debito si scateneranno sempre più guerre fra poveri in ogni angolo del campo di sterminio per contendersi le sempre più scarse gocce rimanenti. Infiniti rivoli apparentemente scollegati e non imputabili sino al momento in cui nuove informazioni rivelano il loro essere non poi così scollegati e non imputabili.

“Quale povero ha la precedenza in una guerra fra poveri?”, “A chi spetta un poco di più ed a chi un poco di meno delle poche briciole che abbiamo da spartirci – o magari delle poche ossa che siamo costretti a contenderci?”, “Come racimolare un poco di più degli aiuti e carità cronicamente insufficienti?”, “Chi perderà di più e chi perderà di meno?” non sono che varie forme della domanda sbagliata.

Guerre fra poveri – la domanda giusta, 3

Ho sentito una battuta una volta: Come fai a capire quando un politico mente? Le sue labbra si muovono. E allora la verità qual’è? Ovviamente la vera risposta alle crisi sta dietro le domande giuste.

La domanda giusta – l’ovvia domanda vera – è: “Perché non c’è abbastanza per tutti?” “Perché c’è una guerra fra poveri – perché c’è bisogno di aiuti e carità – e perché i conflitti sembrano insanabili – in primo luogo?”

Questa domanda inizia come un sussurro, ma poi inizi a guardarti attorno, a guardare il tipo di mondo che ci circonda: stiamo patendo la fame in un deserto? Quindi, parte della domanda giusta è chiederci: com’è possibile che la gente faccia la fame in un mondo traboccante di abbondanza di tutte le risorse di cui si potrebbe avere bisogno, che non aspettano altro se non di venire usate? E allora cos’è che manca, esattamente? Che cosa, esattamente, non è lì dove dovrebbe essere? E man mano che ti soffermi su questa domanda, strano a dirsi, il suo sussurro continua a farsi più forte ed a suonare sempre più come un tuono.

Cos’è questa crisi, dunque? È la crisi, ci dicono. Il perché della crisi è la crisi. Dico, non vorrai prendere per buona la domanda stessa come una risposta valida, no?

La prima regola generale da adottare è: ogniqualvolta e ovunque ci sia una guerra fra poveri, appena ti rendi conto che si tratta di una guerra fra poveri, smetti di sprecare tempo ed energie a schierarti con una qualsiasi parte di essa contro una qualsiasi altra parte di essa ed inizia ad indagare su di chi faresti il gioco se ti schierassi beatamente con qualcuno contro qualcun altro: chi è che sta facendo in modo che non ce ne sia abbastanza per tutti?

L’infinito esiste: sono le guerre fra poveri, le guerre fra inconsapevoli, le guerre fra irrazionali, a meno che e fino a quando essi non localizzino e risolvano le vere terze parti nascoste che le fomentano.

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Perciò, che cos’è questo saggio e perché te l’ho scritto? È inteso come una mappa di quello che sta accadendo veramente dietro le quinte della crisi. È mia opinione che sia tu che io, indipendentemente dal fatto che ci piaccia o no, per il semplice fatto che esistiamo condividiamo certe responsabilità. Ho scritto questa mappa per te così che tutti noi possiamo beneficiare del fatto che anche tu sappia che cosa sta accadendo veramente.

A questo proposito, per favore resta con i piedi per terra, e guarda sempre le idee ed i concetti menzionati qui rigorosamente dal punto di vista che si tratta di strumenti per meglio scoprire, osservare, capire, valutare fatti nudi e crudi ed arrivare da qualche parte, non spunti oziosi per gingillarsi inconsapevolmente nella direzione opposta.

Sull’arcipelago, c’è gente che sa molto su ciò che viene trattato qui, ma sono troppo pochi e da quelle isole sparpagliate potrebbe essere difficile condividere la prospettiva complessiva. Sulla terraferma, c’è un sacco di gente, con poco tempo a disposizione, che non sa niente di niente, o peggio conosce solo poche cose in una prospettiva viziata, o ancora peggio pensa di sapere ma tutto ciò che conosce sono montature. Questo saggio vuole essere un ponte fra la terraferma e tutte le isole dell’arcipelago.

È stato detto che Chi, Cosa, Dove, Quando, Perché sono le domande e risposte fondamentali nel raccogliere le informazioni per risolvere il problema, perciò:
Chi: Chi è la causa di ciò che sta accadendo? E chi può fare qualcosa?
Cosa: Cosa sta accadendo, realmente ed esattamente? E che cosa ci si può fare, realmente ed esattamente?
Dove: Dove sta accadendo? E dove si può fare qualcosa?
Quando: Sta accadendo in questo momento? E da quanto tempo è così?
Perché: Perché quelli che lo stanno causando lo stanno facendo? Perché fare qualcosa è la scelta sensata?