Beni, denaro e potere d’acquisto: di chi è il denaro?

È il momento di introdurre un argomento chiamato “la proprietà del denaro”, vale a dire “di chi è il denaro?”

Apparentemente, i quattrini nelle tue mani adesso sono tuoi e questo è tutto, no? Persino se li hai presi a prestito, grazie al fatto che il denaro ha le qualità aggiuntive elencate sopra, sei libero di usarli come tuoi, purchè restituisca l’ammontare pattuito come pattuito.

Bene, non è esattamente vero che quei quattrini nelle tue mani ora siano semplicemente tuoi, ma metterai tutto questo a fuoco più tardi. Il punto qui è che ora stiamo parlando della nascita del potere d’acquisto. Vale a dire, il significato esatto de “la proprietà della moneta” è: “quando e come nasce il potere d’acquisto del denaro, e chi è il proprietario del denaro nel momento in cui quel potere d’acquisto nasce?”

Quando quei quattrini iniziano a circolare, dopo essere stati prodotti ed accettati la prima volta, è solo parzialmente vero che essi appartengono a coloro che li hanno in mano in quel momento. Perché scoprirai che qualcuno si sta facendo pagare un interesse su quei quattrini.

La proprietà è il diritto legalmente tutelato al godimento dei beni. E questo comprende il potere di disporre di essi, cederli, ricevere qualcosa in cambio del cederli, prestarli, ed esigere e far pagare un interesse per il loro prestito. Ciascuna di queste caratteristiche prova che la persona fisica o giuridica nella cui disponibilità nasce il potere d’acquisto del denaro lo possiede effettivamente, a dispetto, al di là ed alla faccia di qualsiasi lacuna, depistaggio e malafede legalese. Colui o colei, persona fisica o persona giuridica, che ha il potere di disporre del denaro e del suo potere d’acquisto nel momento in cui nasce è il proprietario di quel denaro e del suo potere d’acquisto nel momento in cui nasce, punto. Questo è quanto per quello che viene spesso, a buon diritto ed accuratamente chiamato “proprietà della moneta al momento della sua emissione”.

Beni, denaro e potere d’acquisto: di chi è il denaro?, 2

Quindi se quei quattrini sono gravati di un interesse, essi non sono tuoi: ti sono stati dati in prestito. Dov’è dunque “la proprietà della moneta”? È di quelli che lo prestano: le banche; le banche centrali, come pure le altre banche. Non entreremo nei dettagli ora, qui il punto è che se possono cederlo in cambio di potere d’acquisto esso è di loro proprietà, ed ancora di più se possono in seguito far pagare un interesse e richiederlo indietro, esso continua ad essere di loro proprietà, non tuo.

Tu ed i tuoi simili siete come le parti del corpo, per scambiare i vostri prodotti e potere d’acquisto per sopravvivere avete bisogno della circolazione del sangue; e vi ritrovate a prendere quel sangue in prestito da qualcuno che fa pagare un interesse succhiasangue per esso e può richiederlo indietro a volontà, lasciandovi senza sangue.

Abbiamo detto che fondamentalmente il potere d’acquisto è produzione riconosciuta: tu produci un prodotto, il prodotto viene riconosciuto come di valore, e così il prodotto riconosciuto è potere d’acquisto. Il suo potere d’acquisto nasce dopo essere stato prodotto, quando viene riconosciuto come di valore. Vale la pena di notare come questo abbia luogo persino prima che sia accettato in scambio per la prima volta, perché la ragione per cui viene accettato in scambio è ovviamente che viene riconosciuto come di valore. Il prodotto che hai appena prodotto è tuo, quindi lo dai in scambio, e dunque il suo potere d’acquisto è tuo. Il potere d’acquisto si guadagna con la produzione.

Nel produrre qualcosa si affrontano certi costi e lavoro, quindi c’è un certo rapporto fra la loro quantità ed il potere d’acquisto risultante prodotto. Inoltre, la domanda e l’offerta possono avere un’influenza, nel senso che se il prodotto è scarso e necessario il suo potere d’acquisto sale, o viceversa. Questo rapporto è una questione di etica e scambio: si dà una quantità corretta in scambio per ciò che si riceve, o si sta rubando potere d’acquisto?

Beni, denaro e potere d’acquisto: di chi è il denaro?, 3

Lo stesso vale per la moneta con valore intrinseco, come l’oro. Lasciando ora da parte se questo valore intrinseco sia stato indotto fraudolentemente in passato da un monopolista, ora come ora il denaro con valore intrinseco viene trattato esattamente come una merce: il potere d’acquisto di quell’oro è nato quando esso è stato scambiato per la prima volta dopo essere stato estratto, ed apparteneva a coloro che hanno effettuato l’estrazione ed hanno sostenuti i costi per estrarlo.

Lo stesso vale anche per la valuta senza valore intrinseco, se essa viene trattata come una merce. Se la valuta viene trattata come merce – sottolineiamo questo – il suo potere d’acquisto è nato quando quella valuta è stata scambiata per la prima volta dopo essere stata prodotta, e – qui sta il gioco di prestigio – esso è stato trattato come se appartenesse a coloro che l’hanno prodotta e come se avessero sostenuto i costi per produrre qualcosa avente valore intrinseco. Ma nota che la valuta ha senz’altro una bella peculiarità in questo aspetto. Essa non ha nessun valore intrinseco, niente affatto. Ed i costi ed il lavoro per produrla tendono a zero, quando paragonati al suo potere d’acquisto, corrispondente al suo valore nominale.

Il fatto che la valuta venga trattata come una merce significa che la gente considera che la valuta abbia valore intrinseco, il che è falso. Ma questo porta la gente a considerare che se la valuta ha valore intrinseco, allora essa ha anche costi di produzione paragonabili, come le merci, il che è falso. O che ce ne sia una disponibilità limitata, proprio come una merce, il che è falso, perché ce ne può essere tanta quanta coloro che la producono decidono arbitrariamente di produrne. E tutto questo porta la gente all’idea che a coloro che producono la valuta spetti l’ammontare del potere d’acquisto indicato nel valore nominale della valuta, il che è completamente falso.