Democrazia: quanta e per chi?

Ci siamo addentrati abbastanza a lungo nelle radici umanoidi dei nostri problemi collettivi; adesso concentriamoci sui cavalli di Troia costruiti su di esse. Senz’altro su quella base si ammucchiano una gran quantità di sfaccettature della soppressione, delle quali i media che ci martellano con evidenti sfruttamenti di tali vulnerabilità umanoidi quali vicinanza simulata, superiorità gerarchica simulata e “lo sanno tutti che” simulati non è che uno dei tanti fronti.
Più avanti potrebbe essere un esercizio proficuo rivedere i difetti umanoidi e le loro strumentalizzazioni, i relativi esperimenti e le loro statistiche risultanti, da un punto di vista prettamente quantitativo, e provare a stimare i loro effettivi pesi sui destini di tutti noi. Mine vaganti, come disse il Poeta: “Facciamo quel che ci dicono”. Ma quanta distruzione possono provocare queste mine vaganti, in che misura è in gioco la sopravvivenza? E poi stimare quanto, su queste premesse, anche la democrazia viene rivoltata come un guanto – proprio come su tali premesse lo può essere praticamente qualsiasi cosa, se è per questo.

Infatti, e specificamente in termini sia di quantità che di libertà, se questa scena generale che potremmo etichettare umanoide non fosse già abbastanza, c’è un’affermazione, sostenuta seppure controversa, secondo la quale l’esito dei voti e delle elezioni viene sempre determinato non solo da una minoranza dell’elettorato, ma anche dalla minoranza peggiore: la minoranza più… (qui l’elenco completo dei difetti umanoidi), incompetente e più facilmente manipolata dalla propaganda è sempre quella che ha in mano l’equilibrio del potere e fa pendere la bilancia. Se è così, questo dimostra che gli umanoidi ripagano qualsiasi sforzo nel renderli umanoidi prima, e nel manipolarli poi, agendo attraverso il meccanismo del voto come un potente moltiplicatore di qualsiasi sforzo in tal senso. Che gli incrollabili siano cocciuti o gli incostanti capricciosi, il punto del superare quegli stessi difetti vale in entrambi i casi.

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Tornando all'affermazione lungo questa linea citata in precedenza, “Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”, a mio modesto parere, a questa formula manca un fattore chiave per essere maggiormente accurata: se votare facesse una qualche differenza, se fosse di un qualche aiuto nel risolvere i problemi – una volta intrappolati sotto l’influenza nascosta dell’associazione a delinquere costruita sulla moneta a debito e sulla trappola del debito infinito – quei criminali non ci permetterebbero certo di votare, no? Una tale affermazione può venire verificata oggettivamente a fronte della realtà: mentre l’associazione a delinquere, la moneta a debito e la trappola del debito infinito continuano ad esistere intonse, le elezioni risolvono i problemi? In altre parole: se quell’enorme tappo sul fondo del nostro acquario resta felicemente e solidamente spalancato, qualsiasi litigio circa i rubinetti porterà a qualche soccorso dall’asfissia? Allora, perché ci viene permesso di votare “liberamente”? Per cominciare, ricorda ciò che ha detto quel signor Mayer Amschel Bauer Rothschild – e spero che a questo punto tu sappia chi era costui: "Permettetemi di emettere e controllare il denaro di una nazione, e me ne infischio di chi ne scriva le leggi."
Questo ti fornisce una prima idea dei rapporti di forza fra le parti in gioco. Detto questo, ne deriva poi il cosiddetto paradosso del voto: se non funziona, perché viene sostenuto? Evidentemente, deve fare al caso di coloro che hanno il potere di sostenerlo. Panem et circenses, pane e circo, dicevano i Romani: pane mancante, rubato, avvelenato e distrazione ininfluente, lo potremmo tradurre adesso. Cui prodest, i Romani dicevano anche: chi ne trae vantaggio, come sempre si farebbe meglio a domandarsi? La democrazia “funziona” – per i manipolatori monetari – in un senso molto particolare che serve i loro scopi: nella misura in cui pensi che 1) sia in funzione e 2) stia funzionando, essa legittima gli abusi arbitrari degli autocrati. E questo è affatto in aggiunta al suo coprire i loro “sperperi” incolpandole le loro vittime, come citato prima. Come già ho detto: lo scopo che serve è mascherare le vere cause, le vere responsabilità, i veri crimini e criminali, e farci credere che sia tutta colpa nostra e che questo è il modo in cui le cose vanno e stanno, e non possiamo farci niente e non c’è comunque modo migliore di gestirla.

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Senz’altro la democrazia si presta a tali manipolazioni a causa dei suoi limiti e difetti che ho menzionato nella sinossi, intrinsici alla delega, alla rappresentanza politica: nella democrazia, sulla base di un voto nel migliore dei casi sporadico, generico, emotivo, superficiale ed approssimativo, deleghiamo altri a prendere al posto nostro miriadi di decisioni specifiche su argomenti che nemmeno conosciamo, che poi ricadono su tutti, e per di più con la maggioranza che coarta le minoranze.

Naturalmente, l’assenza della democrazia è persino peggio, ma questo è soltanto un nostro problema, non certo un problema dei manipolatori monetari… La differenza fra un governo formalmente totalitario ed uno formalmente democratico è la stessa che c’è fra un rapinatore ed un truffatore: i governi totalitari ti spennano sotto minaccia di un’arma in piena vista; quelli democratici ti inducono con l’inganno a consegnargli il tuo potere d’acquisto, spennandoti sotto minaccia di un’arma “ratificata democraticamente”. Dal punto di vista di coloro che lucrano dietro di essi, non sono che strumenti diversi, di cui ci si serve a seconda della disponibilità e idoneità in una data circostanza sociale, per generare il maggior furto possibile di potere d’acquisto e di libertà. Dal punto di vista dei soppressivi, per generare le maggiori dipendenza, distruzione e morte possibili. E in tutto questo, istituzioni, governi e partiti politici non sono che strumenti da controllare e sfruttare. Come? Corrompere non è l’unico modo. C’è un modo più sicuro e potente: il debito.

Più indebitati sono il paese ed i cittadini, e più di fatto sono resi schiavi, a prescindere da quali libertà siano dichiarate nelle costituzioni e nelle leggi. E qualsiasi libertà, apparentemente conquistata sulla scena ma in realtà concessa da dietro le quinte, qualsiasi spostamento dal totalitarismo verso la democrazia potrebbe far ben parte del piano, con lo scopo di facilitare e spingere la propensione allo sperpero assieme all’obbligo per i cittadini di risponderne, così da sprofondarli sempre più in una sabbia mobile che non esiste in primo luogo: debito indotto fraudolentemente.